Ricerche
L'immunoterapia per l'Alzheimer studiata sui moscerini
Diverse specie di moscerini della frutta (Fonte: Nicolas Gompel and Benjamin Prud'homme / University of Wisconsin - Madison)Lo sviluppo di trattamenti che rallentano, o arrestano, la perdita neuronale e il declino cognitivo dell'Alzheimer (AD) si è dimostrato un compito molto difficile.
Tra gli scienziati che hanno accettato questa sfida ci sono i ricercatori del McKnight Brain Institute dell'Università della Florida di Gainesville, che usano il moscerino della frutta, Drosophila melanogaster, come modello.
Gli scienziati stanno studiando l'immunoterapia passiva, uno degli approcci più promettenti per bloccare il peptide amiloide-β42 (Aβ42), la componente principale delle placche amiloidi che danneggiano le cellule cerebrali dei pazienti con AD.
Gli anticorpi monoclonali, la pietra angolare dell'immunoterapia, non penetrano facilmente nelle cellule molto compatte della barriera emato-encefalica. Come alternative agli anticorpi completi, gli scienziati dell'Università della Florida hanno generato moscerini transgenici che esprimono due frammenti anti-Aβ variabili a singole catena (scFv), chiamati scFv9 e scFv42.2.
I moscerini Drosophila geneticamente modificati per esprimere Aβ42 umano co-esprimono anche scFv9 o scFv42.2. Ogni trattamento ha ridotto la perdita di neuroni fotorecettori dovuti alla tossicità dell'Aβ42 e ha migliorato la morfologia dell'occhio degli insetti. Inoltre sono stati protetti i mushroom bodies dei moscerini, le strutture cerebrali coinvolte nell'apprendimento e nella memoria olfattiva.
Somministrare sia scFv9 che scFv42.2 ai moscerini ha prodotto una attività protettiva sinergica, il che suggerisce che entrambi i scFv possono colpire contemporaneamente diversi epitopi Aβ42, secondo gli scienziati. Questa è la prima volta che due anticorpi che puntano diverse regioni dell'Aβ42 hanno mostrato un'attività sinergica, grazie alla flessibilità sperimentale dei Drosophila.
Oltre all'immunoterapia, gli scienziati hanno studiato gli effetti protettivi della «secreted heat shock protein 70» (secHsp70) prodotta in laboratorio, sui moscerini le cui cellule cerebrali stavano accumulando Aβ42 extracellulare. L'Hsp70 è un chaperone [cicerone, accompagnatore, guida] che previene e inverte il misfolding [malripiegamento] delle proteine, ma che si trova principalmente all'interno della cellula. Nei moscerini trattati con secHsp70 extracellulare, gli occhi erano perfettamente organizzati, la morte cellulare si è ridotta, i calici dei mushroom bodies si sono conservati, e la funzione locomotoria è migliorata.
I ricercatori hanno determinato che il secHsp70 interagisce direttamente con l'Aβ42 senza influenzare l'accumulo e l'aggregazione di Aβ42 nel cervello dei moscerini. Così, l'attività protettiva del secHsp70 può essere mediata dal legame stabile alle specie di Aβ42 tossiche.
Questo studio delinea un nuovo approccio per affrontare ampiamente gli amiloidi al di fuori della cellula e bloccare la loro capacità di attaccare i neuroni circostanti, secondo gli scienziati.
Fonte: Genetics Society of America (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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