Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Infermieri motivati dall'aiuto agli altri sono più propensi all'esaurimento

Gli infermieri che sono motivati principalmente dal desiderio di aiutare gli altri, piuttosto che dal piacere per il lavoro in sè stesso o dallo stile di vita che esso rende possibile, sono più inclini all'esaurimento sul posto di lavoro, dicono ricercatori dell'Università di Akron.


L'infermieristica è ancora una professione prevalentemente femminile, ed essere femmina è associato con l'assistenza, il nutrimento e l'altruismo. Pertanto, il desiderio di aiutare gli altri è spesso assunto come la motivazione "giusta" per entrare nel settore, dicono i ricercatori.


Tuttavia, essi hanno scoperto che gli infermieri che perseguono la loro carriera per motivi diversi, o in aggiunta al desiderio di aiutare gli altri, trovano il lavoro meno stressante. Il che si traduce in meno burnout (=esaurimento psico-fisico], una migliore salute personale, e un elevato impegno sul lavoro.


Gli autori dello studio, Janette Dill, assistente professore di sociologia, Rebecca Erickson, professore di sociologia, e James Diefendorff, professore associato di psicologia, tutti dell'Università di Akron, hanno basato le loro conclusioni sui dati dell'indagine su più di 700 infermieri professionali del Northeast Ohio. Circa il 90 per cento erano donne bianche.


La Dill presenterà lo studio alla 109a riunione annuale della American Sociological Association.


Secondo la Dill, quelli che sono serviti da lavoratori nella maggior parte delle professioni in realtà non si preoccupano della motivazione che ha avuto il lavoratore nello scegliere quella carriera. Dopo tutto, se la nostra auto viene riparata correttamente, non importa molto se il meccanico ama le auto, si preoccupa solo di fare soldi, o si diverte semplicemente ad usare gli strumenti del mestiere.


Tuttavia, la Dill dice che l'assistenza sanitaria è diversa. "Ci aspettiamo che ci siano donne in questi posti di lavoro perché esse amano le persone di cui si stanno prendendo cura, e questo è la loro principale motivazione". Se tale ipotesi culturale potesse essere cambiata, dice, ci sarebbero più uomini attratti dall'infermieristica e "potrebbe non essere necessario sentire che tutto il proprio essere deve essere dedicato ai pazienti, che si può valutare il proprio lavoro anche per altre ragioni".


I ricercatori hanno anche scoperto che gli infermieri che sono altamente motivati ​​sia dallo stile di vita permesso dal lavoro che dalla capacità di interagire personalmente con i pazienti, sono più soddisfatti con il loro datore di lavoro e meno inclini a lasciare il lavoro attuale.


Lo studio non ha cercato di misurare come eseguono il loro lavoro gli infermieri con diverse motivazioni e approcci di cura; gli autori suggeriscono che queste relazioni siano esplorate da uno studio futuro con un campione più ampio di infermieri.

 

 

 

 

 


FonteAmerican Sociological Association  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)