Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'addestramento mentale mirato può aiutare a migliorare il multitasking

L'area del cervello coinvolta nel multitasking [eseguire più compiti contemporaneamente] e i modi per addestrarla sono stati individuati da un gruppo di ricerca dell'«Institut Universitaire de IUGM Gériatrie de Montréal» e dell'Università di Montreal. La ricerca include un modello per prevedere meglio l'efficacia di questa formazione.


Cucinare conversando, guardare un film durante la navigazione sul Web, o guidare ascoltando un programma radiofonico: il multitasking è una capacità essenziale nella nostra vita quotidiana.


Purtroppo essa diminuisce con l'età, rendendo più difficile per gli anziani tenere il passo, causando più stress, e diminuendo la fiducia in sè stessi. Molte applicazioni software commerciali promettono di migliorare questa capacità attraverso esercizi; ma questi esercizi sono veramente efficaci, e come funzionano sul cervello? Il team ha affrontato questi problemi in due articoli pubblicati in AGE e PLoS One.

 

Azione mirata per un risultato specifico

I risultati sono importanti perché possono aiutare gli scienziati a sviluppare programmi di stimolazione cognitiva più mirati o a migliorare i programmi di formazione esistenti. Gli specialisti a volte mettono in dubbio l'utilità degli esercizi, che possono essere inefficaci semplicemente perché sono mal strutturati.


"Per migliorare la vostra forma fisica cardiovascolare, la maggior parte delle persone sa che è necessario fare giri di pista e non lavorare sulla propria flessibilità. Ma il modo in cui l'allenamento mirato si correla alla cognizione è rimasto un mistero per lungo tempo. Il nostro lavoro dimostra che c'è anche un'associazione tra il tipo di formazione cognitiva eseguita e l'effetto risultante. Questo è vero per gli anziani sani che vogliono migliorare la loro attenzione o la memoria ed è particolarmente importante per i pazienti che soffrono di danni in aree specifiche del cervello. Abbiamo quindi bisogno di capire meglio i modi per attivare determinate aree del cervello e puntare a questa azione per ottenere risultati specifici", ha spiegato Sylvie Belleville, che ha guidato la ricerca.


I ricercatori sono ora in grado di mappare questi effetti sul funzionamento di aree molto specifiche del cervello. Saremo finalmente in grado di adattare la struttura del nostro cervello attraverso un allenamento altamente mirato? "Abbiamo una lunga strada da percorrere per arrivare a quel punto, e non sappiamo per certo se questo è davvero un risultato desiderabile. Tuttavia, i nostri risultati di ricerca possono essere usati subito per migliorare la vita quotidiana degli adulti che invecchiano, così come delle persone che soffrono di danni cerebrali", ha detto il dottor Belleville.

 

La giusta combinazione di plasticità e controllo dell'attenzione

In uno degli studi, 48 anziani sono stati assegnati in modo casuale a un allenamento che lavorava sulla plasticità e sul controllo dell'attenzione oppure sono stati solo coinvolti in pratiche semplici. I ricercatori hanno usato la risonanza magnetica per valutare l'impatto di questa formazione su vari tipi di compiti attenzionali e sulle funzioni cerebrali.


Il team ha dimostrato che l'allenamento alla plasticità e al controllo dell'attenzione ha aiutato i partecipanti a sviluppare la loro capacità di multitasking. Tuttavia non era l'esecuzione di due compiti contemporanei a migliorare questa abilità. Per gli esercizi, i partecipanti alla ricerca, dovevano invece modulare la quantità di attenzione per ogni attività. Essi sono stati inizialmente invitati a dedicare l'80% della loro attenzione al compito A e il 20% al compito B e quindi a modificare il rapporto al 50:50 o al 20:80.


Questo allenamento era l'unico tipo che ha aumentato il funzionamento nella regione prefrontale mediana, la zona nota per essere responsabile della capacità di multitasking e la cui attivazione diminuisce con l'età. I ricercatori hanno usato questi dati per creare un modello predittivo degli effetti dell'allenamento cognitivo sul cervello, in base alle caratteristiche dei soggetti.

 

 

 

 

 


FonteUniversite de Montreal  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Sylvie Belleville, Samira Mellah, Chloé de Boysson, Jean-Francois Demonet, Bianca Bier. The Pattern and Loci of Training-Induced Brain Changes in Healthy Older Adults Are Predicted by the Nature of the Intervention. PLoS ONE, 2014; 9 (8): e102710 DOI: 10.1371/journal.pone.0102710

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.