Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il pesce-zebra ci aiuta a svelare l'Alzheimer

Nuove conoscenze fondamentali sulla regolazione delle cellule staminali nel tessuto nervoso degli embrioni di pesce-zebra hanno dato informazioni sorprendenti sui processi patologici neurodegenerativi nel cervello umano.


Un nuovo studio condotto da scienziati del VIB e KU Leuven identifica le molecole responsabili di questo processo.

 

Zebrafish come modello

Il pesce zebra è un piccolo pesce che misura da 3 a 5 cm di lunghezza, con strisce scure lungo la lunghezza del suo corpo. E' originario dell'India, ma è anche popolare come pesce d'acquario. Il pesce zebra ha diverse caratteristiche insolite che lo rende popolare per la ricerca scientifica. Le sue uova sono fecondate all'esterno del corpo, dove si sviluppano in embrioni. Questo processo avviene molto rapidamente: gli organi più importanti si formano in 24 ore e i pesci giovani nascono dopo 3 giorni.


Questi pesci sono inizialmente trasparenti, rendendoli facili da studiare al microscopio. Il pesce zebra comincia a riprodursi dopo soli 3 mesi. Il codice genetico degli esseri umani è identico per oltre il 90% a quello del pesce zebra. Inoltre, il materiale genetico di questi pesci è facile da manipolare, il che significa che essi sono spesso usati come modello per lo studio di tutti i tipi di malattie.

 

Le cellule staminali nel cervello

Evgenia Salta, scienziato del team di Bart De Strooper (VIB - KU Leuven), ha usato il pesce zebra come modello nella ricerca molecolare sul cervello e ha scoperto un processo di regolamentazione prima sconosciuto per lo sviluppo delle cellule nervose.


Evgenia Salta spiega: "Il cervello umano contiene cellule staminali, che sono le cellule che non sono ancora maturate in cellule nervose, ma hanno il potenziale per farlo". Le cellule staminali sono naturalmente cruciali nello sviluppo del cervello e di simili ne esistono anche nel pesce zebra. Pertanto, questi pesci formano un modello ideale per studiare il comportamento di queste cellule.


Il cosiddetto «percorso di segnalazione di Notch» regola l'ulteriore maturazione di queste cellule durante lo sviluppo embrionale iniziale. Gli scienziati sono ancora in gran parte all'oscuro dei processi di Notch nel cervello dei malati di Alzheimer, ma la ricerca di Evgenia Salta sta cambiando questa situazione.

 

Il MicroRNA

L'espressione dei geni, che costituiscono la base della via di segnalazione di Notch, è regolata in parte dal microRNA (miRNA), che sono molecole brevi in ​​grado di inibire o attivare i geni. Evgenia Salta dice: "Abbiamo studiato specificamente come il miRNA-132 regola la via di segnalazione di Notch nelle cellule staminali".


Il miRNA-132 sembra avere un ruolo nel mantenere la plasticità del cervello umano adulto. Il cervello adulto contiene ancora le cellule staminali, ma esse sono in numero limitato. Nelle malattie del sistema nervoso che comportano la morte delle cellule nervose, come la demenza di Alzheimer, l'attività del miRNA-132 è ridotta.


"Abbiamo voluto studiare l'effetto della riduzione dei miRNA-132 nel sistema nervoso. Il pesce zebra è un modello ideale per questo, perché in esso possiamo ridurre facilmente i livelli di questo miRNA. Lo sviluppo delle cellule staminali è compromesso in questi pesci alterati. Abbiamo mappato le molecole che svolgono un ruolo in questo processo", spiega Evgenia Salta.

 

Rilevanza

La concentrazione di miRNA-132 è ridotta nel cervello dei pazienti con Alzheimer. Pertanto, il pesce zebra consente di imitare una condizione che si verifica anche nella demenza di Alzheimer.


Evgenia Salta: "Con nostra sorpresa, l'attività ridotta di miRNA-132 nel pesce zebra blocca l'ulteriore maturazione delle cellule staminali in cellule nervose.Questa nuova conoscenza circa il percorso di segnalazione molecolare che sta alla base di questo processo ci offre uno spaccato dell'esatto meccanismo di blocco. Grazie a questo lavoro nel pesce zebra, possiamo ora esaminare in dettaglio cosa va esattamente storto nel cervello dei pazienti con Alzheimer". Il gruppo di ricerca ha pertanto avviato uno studio di follow-up nei topi e nel cervello di pazienti deceduti.

 

 

 

 

 


FonteVIB - The Flanders Institute for Biotechnology  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Evgenia Salta, Pierre Lau, Carlo Sala Frigerio, Marion Coolen, Laure Bally-Cuif, Bart De Strooper. A Self-Organizing miR-132/Ctbp2 Circuit Regulates Bimodal Notch Signals and Glial Progenitor Fate Choice during Spinal Cord Maturation. Developmental Cell, 2014; DOI: 10.1016/j.devcel.2014.07.006

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.