Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Disturbi della vista possono apparire prima della diagnosi di Alzheimer

I ricercatori del Regenerative Medicine Institute del Cedars-Sinai hanno scoperto delle anomalie oculari che possono aiutare a rivelare delle caratteristiche della fase iniziale dell'Alzheimer.


Usando un nuovo modello di laboratorio di ratto di Alzheimer e tecniche di scansione ad alta risoluzione, i ricercatori hanno correlato le variazioni della struttura dell'occhio, per identificare gli indicatori iniziali della malattia.


L'Alzheimer è la principale causa di demenza, ed è caratterizzata da perdita di memoria e da un progressivo declino delle funzioni cognitive. Si stima che oggi più di 26 milioni di persone nel mondo soffrano di questa malattia e il numero è destinato a quadruplicare entro il 2050. Nonostante la malattia sia stata descritta più di un secolo fa, il trattamento e la comprensione della malattia rimangono piuttosto limitati.


"Rilevare i cambiamenti nel cervello che indicano l'Alzheimer può essere un compito estremamente impegnativo", ha detto Shaomei Wang, MD, PhD, autore principale dello studio e professore associato all'Istituto di Medicina Rigenerativa e al Dipartimento di Scienze Biomediche. "Usando l'occhio come una finestra sulle attività e le funzioni cerebrali, potremmo diagnosticare i pazienti prima, e dare loro più tempo per prepararsi al futuro. Le opzioni possono includere una iscrizione anticipata agli studi clinici, lo sviluppo di reti di sostegno e il trattare ogni questione finanziaria e legale".


Usando sia i modelli animali che retine umane post-mortem da donatori con Alzheimer, i ricercatori hanno trovato cambiamenti nello strato epiteliale pigmentato retinico, che ospita le cellule di supporto situate nella parte posteriore dell'occhio, e nello spessore dello strato coroideale che ha vasi sanguigni che forniscono sostanze nutritive alla retina. I cambiamenti in queste due regioni sono stati rilevati usando scansioni sofisticate di ultima generazione e tecniche immunologiche.


Con le scansioni microscopiche ad alta risoluzione e le misurazioni dell'acuità visiva, gli investigatori sono riusciti a monitorare la degenerazione dei tessuti nello strato cellulare e nello strato vascolare nella parte posteriore dell'occhio, nonché il declino della funzione visiva, fortemente associati all'Alzheimer.


"Una grande quantità di queste anomalie oculari può significare una maggiore probabilità di un paziente di avere l'Alzheimer", ha detto Alexander Ljubimov, PhD, direttore dell'Eye Program all'interno dell'Istituto di Medicina Rigenerativa e co-autore dello studio. "Abbiamo scoperto che un modello di topo ha mostrato segni simili alla malattia umana negli occhi. Se si riveleranno veri in un numero maggiore di esseri umani, questi risultati possono essere usati per studiare i meccanismi dell'Alzheimer e testare potenziali farmaci".


Anche se sono necessarie ulteriori ricerche per studiare i meccanismi di queste modificazioni oculari in relazione ai cambiamenti nel cervello, gli investigatori sperano di aiutare a dignosticare precocemente in via definitiva l'Alzheimer, studiando la parte più accessibile del sistema nervoso centrale: l'occhio. Il Cedars-Sinai è all'avanguardia negli studi sugli occhi e l'Alzheimer; un rapporto precedente ha dimostrato che le placche amiloidi, un segno distintivo dell'Alzheimer, si accumulano anche negli occhi in un modello animale simile alla malattia.


"E' affascinante che l'occhio possa fornire una tale finestra sul cervello e, infine, prevedere malattie come l'Alzheimer, anche se sono ora necessari ulteriori studi umani per confermare questo lavoro animale", ha dichiarato Clive Svendsen, PhD, direttore del Regenerative Medicine Institute del Cedars-Sinai e co-autore dello studio.


Altri membri dell'Eye Program del Regenerative Medicine Institute includono Yu Chun Tsai, PhD, post-dottorato, e Bin Lu, MD, PhD, e Sergey Girman, PhD, entrambi scienziati del progetto. Altri ricercatori includono Fred N. Ross-Cisneros e Alfredo A. Sadun, entrambi alla Keck School of Medicine della University of Southern California, e Robert M. Cohen della Emory University.

 

 

 

 

 


FonteCedars-Sinai Medical Center  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Y. Tsai, B. Lu, A. V. Ljubimov, S. Girman, F. N. Ross-Cisneros, A. A. Sadun, C. N. Svendsen, R. M. Cohen, S. Wang. Ocular Changes in TgF344-AD Rat Model of Alzheimer's Disease. Investigative Ophthalmology & Visual Science, 2014; 55 (1): 523 DOI: 10.1167/iovs.13-12888

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)