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Sopravvivere al carcinoma mammario è legato a rischio inferiore di Alzheimer

La radioterapia potrebbe offrire protezione a breve termine.

elderly woman with flower Image by freepik

Una ricerca guidata dal Samsung Medical Center di Seoul (Corea del Sud) ha rilevato che le sopravvissute al cancro al seno hanno un rischio inferiore dell'8% di demenza da morbo di Alzheimer (MA) rispetto agli individui privi di cancro, con la radioterapia che contribuisce potenzialmente al rischio ridotto.


Il cancro al seno è il cancro più diffuso nelle donne. Più di 2,3 milioni di donne hanno avuto la diagnosi di carcinoma mammario nel 2022, pari all'11,6% di tutti i casi di cancro nel mondo. I tassi di sopravvivenza ora superano il 93% per la malattia in fase iniziale, trasformando il cancro al seno in una condizione cronica a lungo termine per molte.


Con il miglioramento dell'aspettativa di vita, l'attenzione si è rivolta alle complicanze durature del trattamento, in particolare agli effetti sulla salute cognitiva. Molte sopravvissute segnalano vuoti di memoria e difficoltà a concentrarsi durante e dopo la terapia, un modello spesso indicato come compromissione cognitiva legata al cancro o 'cervello chemio' (chemiobrain).


Alcuni studi hanno riportato una minore incidenza di demenza nelle sopravvissute al cancro, mentre altri suggeriscono un aumento del rischio nelle donne anziane con carcinoma mammario. Era tuttavia ancora ignoto se la sopravvivenza al cancro al seno altera il rischio di MA. Nello studio qui citato, pubblicato su Jama Network Open, i ricercatori hanno tratto dai dati di assicurazione sanitaria nazionali l'incidenza di MA nelle sopravvissute al carcinoma mammario rispetto ai controlli abbinati senza cancro, per valutare se le sopravvissute al cancro al seno hanno dovuto affrontare il rischio di MA ed esaminare le associazioni con il trattamento.


La coorte retrospettiva includeva 70.701 sopravvissute al cancro al seno sottoposte ad intervento chirurgico tra il 2010 e il 2016, abbinate a 180.360 individui privi di cancro. Le sopravvissute sono state osservate per una media di 7,3 anni, e l'incidenza di MA è stata misurata dalla diagnosi clinica confermata da farmaci prescritti per la demenza. Nel corso dello studio, le sopravvissute al carcinoma mammario avevano un tasso di incidenza di MA più basso: 2,45 per 1.000 persone-anni rispetto a 2,63 dei controlli.


In particolare, le sopravvissute over-65 hanno mostrato un rischio significativamente ridotto. Curiosamente, il minor rischio di MA tra le sopravvissute al cancro al seno è diminuito nel tempo, diventando statisticamente indistinguibile dai controlli dopo 5 anni di sopravvivenza, associato a una finestra di rischio ridotto correlato con i tempi di trattamento.


Analizzando l'impatto del trattamento, la radioterapia è emersa come significativamente associata a un rischio ridotto di MA tra le sopravvissute al carcinoma mammario (rapporto aggiustato di rischio [AHR], 0,77). Altri trattamenti, tra cui la chemioterapia antraciclina e le terapie endocrine come gli inibitori di tamoxifene e aromatasi, non hanno mostrato alcuna associazione statisticamente significativa.


I ricercatori concludono che le sopravvissute al cancro al seno hanno in genere un rischio modestamente inferiore di MA a breve termine, in particolare dopo la radioterapia. Dato l'aumento dei tassi di sopravvivenza, questi risultati suggeriscono opportunità di perfezionare la sorveglianza del MA tra le sopravvissute al cancro e di integrare la gestione del rischio di demenza nelle cure di sopravvivenza.

 

 

 


Fonte: Justin Jackson in Medical Xpress (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: S Jeong, [+8], S Dong Wook. Alzheimer disease in Breast Cancer Survivors. JAMA Netw Open, 2025, DOI

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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