Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Featured

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte malattie caratterizzate da proteine ​​mal ripiegate e aggregate, e dall'infiammazione nel cervello. In oltre il 90 per cento dei casi, i medici e gli scienziati non sanno che cosa provoca l'insorgenza di questi processi.


Robert P. Friedland MD, Professore Ordinario di Neurologia all'Università di Louisville, e un team di ricercatori, hanno scoperto che questi processi possono essere innescati da proteine ​​prodotte da batteri nel nostro intestino (microbiota).


La loro ricerca ha rivelato che l'esposizione alle proteine ​​batteriche (chiamate amiloide), che hanno una somiglianza strutturale con le corrispondenti proteine ​​cerebrali, porta ad un aumento dell'aggregazione della proteina alfa-sinucleina nel cervello. Aggregati, o grumi, di alfa-sinucleina misfolded [mal-ripiegate] e le relative proteine ​​amiloidi sono visibili nel cervello dei pazienti con le malattie neurodegenerative AD, PD e SLA.


L'alfa-sinucleina (AS) è una proteina prodotta di norma dai neuroni del cervello. Sia nel PD che nell'AD, l'alfa-sinucleina è aggregata in una forma chiamata amiloide, che causa danni ai neuroni. Friedland ha ipotizzato che le proteine raggruppate ​​simili, prodotte dai batteri nell'intestino, ​​inducono le proteine cerebrali a ripiegarsi male tramite un meccanismo chiamato cross-seeding [semina incrociata], che porta alla deposizione di proteine ​​cerebrali aggregate. Ha anche proposto che le proteine ​​amiloidi prodotte dal microbiota causano l'attivazione delle cellule immunitarie nell'intestino, con il risultato di una maggiore infiammazione nel cervello.


La ricerca, finanziata dalla The Michael J. Fox Foundation, ha coinvolto la somministrazione ai topi di ceppi batterici di E.coli che producono la proteina amiloide batterica curli. Gli animali di controllo hanno ricevuto batteri identici che mancavano della capacità di produrre la proteina amiloide batterica. I ratti alimentati con organismi che producono curli hanno mostrato un aumento dei livelli di AS nell'intestino e nel cervello e una maggiore aggregazione cerebrale rispetto ai ratti esposti all'E.coli non producente la proteina amiloide batterica. I ratti esposti al curli hanno anche dimostrato più infiammazione cerebrale.


Risultati simili sono stati osservati in un esperimento correlato in cui dei nematodi (Caenorhabditis elegans) che erano stati alimentati con E.coli produttore di curli hanno mostrato un aumento dei livelli di aggregati AS rispetto ai nematodi non esposti all'amiloide batterica. Questo studio collaborativo è stato eseguito da un gruppo di ricerca guidato dal neuroscienziato Shu G. Chen PhD della Case Western Reserve University.


La nuova comprensione del ruolo potenziale dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni potrebbe portare i ricercatori più vicino a scoprire i fattori responsabili dell'avvio di queste malattie e, infine, allo sviluppo di misure preventive e terapeutiche.


"Questi nuovi studi in due diversi tipi di animali mostrano che le proteine ​​prodotte dai batteri che albergano nell'intestino possono essere un fattore di avvio del processo di malattia dell'Alzheimer, della SLA e del Parkinson"
, ha detto Friedland. "Questo è importante perché la maggior parte dei casi di queste malattie non sono causate da geni, e l'intestino è la nostra esposizione ambientale più importante. Inoltre, abbiamo molte opzioni terapeutiche potenziali per influenzare le popolazioni batteriche nel naso, bocca e intestino".

 

 

 


Fonte: University of Louisville (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Shu G. Chen, Vilius Stribinskis, Madhavi J. Rane, Donald R. Demuth, Evelyne Gozal, Andrew M. Roberts, Rekha Jagadapillai, Ruolan Liu, Kyonghwan Choe, Bhooma Shivakumar, Francheska Son, Shunying Jin, Richard Kerber, Anthony Adame, Eliezer Masliah, Robert P. Friedland. Exposure to the Functional Bacterial Amyloid Protein Curli Enhances Alpha-Synuclein Aggregation in Aged Fischer 344 Rats and Caenorhabditis elegans. Scientific Reports, 2016; 6: 34477 DOI: 10.1038/srep34477

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.