Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Featured

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

red blood cells trapped in fibrin meshGlobuli rossi (eritrociti) intrappolati in una rete di fibrina (marrone).

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta rete di vasi sanguigni nel cervello. Alcune di queste alterazioni possono anche contribuire al declino cognitivo correlato all'età nelle persone senza demenza. Tuttavia, i modi in cui tali patologie vascolari contribuiscono alla disfunzione cognitiva sono rimasti in gran parte un mistero. Fino ad ora, però.


Gli scienziati dei Gladstone Institutes, guidati dalla ricercatrice senior Katerina Akassoglou PhD, hanno dimostrato per la prima volta che una proteina di coagulazione del sangue chiamata fibrinogeno è responsabile di una serie di eventi molecolari e cellulari che possono distruggere le connessioni tra i neuroni nel cervello e provocare il declino cognitivo.


La Akassoglou e il suo team hanno usato una tecnologia di scansione all'avanguardia per studiare sia il cervello dei topi che il cervello umano di pazienti con MA. Hanno anche prodotto la prima scansione tridimensionale che mostra le perdite nella barriera emato-encefalica presenti nel MA.


Nel loro studio, pubblicato sulla rivista scientifica Neuron, i ricercatori hanno scoperto che il fibrinogeno, dopo essere fuoriuscito dal sangue nel cervello, attiva le cellule immunitarie cerebrali e le induce a distruggere importanti connessioni tra i neuroni. Queste connessioni, chiamate sinapsi, sono fondamentali per la comunicazione dei neuroni tra loro.


Studi precedenti hanno dimostrato che l'eliminazione delle sinapsi provoca perdita di memoria, una caratteristica comune nella malattia di Alzheimer e altre forme di demenza. In effetti, gli scienziati hanno dimostrato che impedire al fibrinogeno di attivare le cellule immunitarie del cervello protegge i topi modello del MA dalla perdita di memoria.


"Abbiamo scoperto che le perdite di sangue nel cervello possono causare l'eliminazione delle connessioni neuronali che sono importanti per le funzioni di memoria", spiega la Akassoglou, che è anche professoressa di neurologia all'Università della California di San Francisco (UCSF). "Questo potrebbe cambiare il modo in cui pensiamo alla causa e alla possibile cura del declino cognitivo nel MA e in altre malattie neurologiche".


Il team ha dimostrato che il fibrinogeno può avere questo effetto anche nel cervello privo di placche amiloidi, che sono al centro di diverse strategie di trattamento che hanno fallito in ampi studi clinici. I ricercatori hanno dimostrato che l'iniezione di quantità estremamente piccole di fibrinogeno in un cervello sano causa lo stesso tipo di attivazione delle cellule immunitarie e la perdita delle sinapsi che si vedono nel MA.


"Tradizionalmente, l'accumulo di placche di amiloide nel cervello è stato visto come la radice della perdita di memoria e del declino cognitivo nel MA", dice Mario Merlini, primo autore dello studio e ricercatore nel laboratorio della Akassoglou ai Gladstone. "Il nostro lavoro identifica un colpevole alternativo che potrebbe essere responsabile della distruzione delle sinapsi".


I dati degli scienziati aiutano a spiegare i risultati di recenti studi sull'uomo in cui le persone anziane con patologia vascolare hanno mostrato tassi di declino cognitivo simili a coetanei con patologia amiloide. Tuttavia, i pazienti con entrambi i tipi di patologia avevano un declino cognitivo molto peggiore e più rapido. Altri studi hanno anche identificato la patologia vascolare come un forte predittore del declino cognitivo che può agire indipendentemente dalla patologia dell'amiloide.


"Visti i dati umani che dimostrano che i cambiamenti vascolari sono precoci e additivi dell'amiloide, una conclusione di quei studi è che i cambiamenti vascolari possono dover essere mirati con terapie separate, se vogliamo garantire la massima protezione contro la distruzione delle connessioni neuronali che porta al declino cognitivo", dice la Akassoglou.


È interessante notare che la Akassoglou e i suoi colleghi hanno sviluppato di recente un anticorpo che blocca l'interazione tra fibrinogeno e una molecola sulle cellule immunitarie del cervello. In uno studio precedente, hanno mostrato che questo anticorpo ha protetto il topo modello di MA da infiammazione cerebrale e danno neuronale.


"Questi risultati eccitanti migliorano enormemente la nostra comprensione dei contributi che la patologia vascolare e l'infiammazione del cervello apportano alla progressione del MA", ha detto Lennart Mucke MD, co-autore dello studio e direttore del Gladstone Institute of Neurological Disease. "I meccanismi identificati dal nostro studio possono anche essere al lavoro in una serie di altre malattie che combinano perdite nella barriera emato-encefalica con il declino neurologico, tra cui la sclerosi multipla, il trauma cranico e l'encefalopatia traumatica cronica. Ha implicazioni terapeutiche di vasta portata".

 

 

 


Fonte: Julie Langelier in Gladstone Institutes (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Mario Merlini, Victoria A. Rafalski, Pamela E. Rios Coronado, T. Michael Gill, Maya Ellisman, Gayathri Muthukumar, Keshav S. Subramanian, Jae Kyu Ryu, Catriona A. Syme, Dimitrios Davalos, William W. Seeley, Lennart Mucke, Robert B. Nelson, Katerina Akassoglou. Fibrinogen Induces Microglia-Mediated Spine Elimination and Cognitive Impairment in an Alzheimer’s Disease Model. Neuron, 5 Feb 2019, DOI: 10.1016/j.neuron.2019.01.014

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

 

Notizie da non perdere

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.