Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Featured

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenza. Quella parola è solitudine. La conversazione sembra sempre arrivare al dolore e alla solitudine dei caregiver e dei loro cari, poiché si trovano sempre più isolati dalle loro cerchie sociali.

Spesso gli amici si chiamano quando arriva la diagnosi, ma man mano che la malattia progredisce, le visite diminuiscono sempre di più, fino a quando si prosciugano completamente. Questo è qualcosa che può accadere con qualsiasi malattia progressiva o cronica, non solo con la demenza.

 

L'effetto su di noi

Come amico esterno, sì, può essere difficile vedere la persona. Sì, può sembrare imbarazzante. Sì, può essere più facile andarsene. Potresti non sapere cosa dire. Potresti provare un senso di perdita tu stesso. Potresti sentire che non ne vale la pena, perché la persona potrebbe non ricordarsi di te comunque, o potrebbe stare sonnecchiando e restare appena sveglia quando sei lì.

Tuttavia, nonostante questo, ci sono ancora modi e motivi per mantenere queste amicizie. Possiamo ancora essere estremamente importanti nella vita delle persone, anche se non ci riconoscono nel modo in cui erano abituati.

 

L'effetto sulla persona

Il fatto è che, anche se la persona non si ricorda di te, ricorda i sentimenti che la tua presenza crea. Potremmo ancora essere in grado di far sentire la persona sicura e connessa. Quando incontriamo un bambino, di solito cerchiamo di avere un'interazione significativa e positiva con quel bambino. Questo crea buoni sentimenti e un senso di benessere per quel bambino, nonostante il fatto che non conserverà necessariamente un ricordo cosciente di noi.

È lo stesso per il tempo trascorso con un adulto, che potrebbe non ricordare neanche i dettagli della nostra presenza. Pur non ricordando i dettagli, la nostra presenza può lasciarlo con un sentimento positivo e un maggiore benessere.

 

L'effetto sulla famiglia

Non è solo la persona con demenza che ha bisogno della nostra amicizia. Anche la famiglia ha bisogno di supporto. La demenza può produrre un lutto prolungato e lento poiché la persona che la famiglia conosceva gradualmente assomiglia sempre meno al suo vecchio sé.

Culturalmente, ci riuniamo insieme e supportiamo le famiglie nei momenti di dolore, e questo non è diverso. Tuttavia, man mano che il dolore si prolunga, anche il sostegno deve continuare. Hanno bisogno che noi siamo lì, non in senso morboso, ma per essere accanto a loro e condividere e sostenere il loro viaggio.

 

Cosa può essere d'aiuto?

Mantenere viva l'amicizia può essere difficile in questa situazione, quindi come possiamo facilitarlo? Non è sempre facile parlare con qualcuno che potrebbe non riconoscerti. Quindi, come possiamo fare in modo che la visita e il nostro tempo passato con qualcuno contino?

  • Può essere una breve visita, come prima cosa. Mostrarsi per 10 minuti va assolutamente bene. Non devi restare per ore e ore. Visite più brevi potrebbero in realtà essere preferibili per quelli che si stancano facilmente, o per la loro famiglia che ha molto da fare nel prendersi cura di loro. Sentiti a tuo agio nell'andartene quando devi, o quando senti che i tuoi ospiti ne hanno abbastanza. Poco e spesso può essere preferibile a lunghe visite tirate. L'energia cambia dopo una visita per tutti in quell'ambiente. L'energia e le buone sensazioni permarranno anche dopo la visita.
  • Prova a fare la visita in compagnia. Se due persone vanno a trovarne un'altra insieme, può togliere molta pressione a tutti. Non stai più cercando di sostenere una conversazione "uno a uno" intensa, e forse imbarazzante. È una situazione sociale molto più naturale, che consente alla persona con problemi di memoria di prendere posto in secondo piano, se necessario, mentre chiacchiera nel gruppo. In questo modo, può ancora sperimentare il calore dell'interazione, anche se ha difficoltà a seguire verbalmente la conversazione.
  • Porta degli oggetti. Questo ti danno qualcosa di cui parlare e possono anche suggerire ricordi. Forse hai condiviso la passione per le motociclette nella tua giovinezza, hai viaggiato in posti lontani, o a entrambi piaceva la vera birra. Porta con te alcune fotografie, una rivista, cose degne di essere ricordate, una canzone o magari oggetti relativi a quella passione condivisa. Puoi quindi guardarli insieme e darà a entrambi qualcosa su cui concentrarsi.
  • Porta qualcosa di utile. Del cibo che può essere messo nel congelatore, alcune prelibatezze gastronomiche, e chiama prima per controllare se è tutto accettabile. Puoi offrire aiuto per qualsiasi attività necessaria. Il caregiver può ora avere in carico tutti i lavori che prima erano fatti da due. Quindi se ci sono delle lampadine che devono essere cambiate, qualche acquisto da fare o stare seduto mezz'ora con la persona mentre il caregiver esce, offriti esplicitamente di farlo. Quando ci si offre, può essere d'aiuto dire ad esempio "perché non vengo martedì per un'ora mentre esci?", piuttosto che "fammi sapere se c'è qualcosa di cui hai bisogno", poiché le persone hanno molta più probabilità di rispondere alla prima proposta. A volte, è molto più facile per qualcuno dire semplicemente "sì" all'aiuto, piuttosto che precisare cosa ha bisogno.
  • Meglio una compagnia tranquilla. La tua semplice presenza senza pressione potrebbe essere sufficiente. Quando un mio familiare era malato, ero solito portarmi del lavoro o un libro nella sua stanza d'ospedale e lavorare silenziosamente in disparte. Amava quello che chiamava l'atmosfera della "cucina della nonna" che questo creava. Era libero di sonnecchiare a tratti. Non c'era nessuna pressione per chiacchierare, intrattenere o essere allegri; ma traeva grande conforto dal solo sapere che c'era qualcuno intorno e un'energia diversa nella stanza.

Cosa è importante

L'amicizia, la comunicazione e la socializzazione non riguardano necessariamente lo scambio di informazioni tra le persone, è molto di più. Si tratta di creare un momento condiviso che faccia sentire le persone ascoltate e apprezzate.

Quindi, se le parole falliscono, se le conversazioni girano in tondo o non sono memorizzate, ricorda che la tua sola presenza è molto più preziosa di qualsiasi parola tu possa pronunciare.

 

 

 


Fonte: Gillian Martin in The Irish Times (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.