Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Featured

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l'hai sentita dire "Non sei abbastanza bravo", "Sei così pigro" o addirittura "Sei proprio un idiota". È la voce dell'autocritica che dice di te cose che non vorresti mai dire a nessun altro. Ma ti sei così abituato a lei, cercando di andare avanti o di stare al sicuro, che ora hai paura di dirle di smetterla. La chiamo la mia voce "ragazza sgarbata". E, tra te e me, può essere feroce.


Quando eri un bambino, è probabile che i tuoi genitori o gli insegnanti usassero alcune parole dure per cercare di cambiare il tuo comportamento e farti fare la cosa giusta. Che abbiano funzionato o no, queste prime esperienze sembrano lasciarci con una profonda convinzione che se siamo davvero duri con noi stessi su ciò che abbiamo fatto o non fatto, su chi siamo e come dovremmo essere, noi potremo diventare le persone che dovremmo essere.

 

Ma funziona veramente?

I ricercatori suggeriscono probabilmente di no. Kelly McGonigal della Stanford University ha scoperto che l'autocritica è in realtà molto più distruttiva che utile. In una serie di studi che hanno seguito centinaia di persone che cercavano di raggiungere una vasta gamma di obiettivi (dalla perdita al peso al raggiungimento degli obiettivi scolastici e al miglioramento delle relazioni sociali o delle prestazioni lavorative), i ricercatori hanno scoperto che più le persone si auto-criticavano, più erano lenti i loro progressi nel tempo e meno probabilità avevano di raggiungere il loro obiettivo.


In effetti, i neuroscienziati suggeriscono che l'autocritica mette realmente il nostro cervello in uno stato di auto-inibizione e auto-punizione che ci induce a disimpegnarci dai nostri obiettivi. Lasciando che ci sentiamo minacciati e demoralizzati, questa autocritica sembra frenare i nostri piani di azione, lasciandoci bloccati in un ciclo di rimuginazione, procrastinazione e auto-disgusto.


Vorrei essere chiara: non è che la mia voce 'ragazza sgarbata' mi impedisca di ottenere risultati. Spesso faccio di tutto dentro il vociare solo per cercare di dimostrare che non ha ragione. È solo che il suo vetriolo mi distrae, mi rallenta e mi logora. Mi piacerebbe trovare un modo più delicato e più efficace per ottenere le cose che mi interessano.

 

Ma c'è un'alternativa?

Kristin Neff e i suoi colleghi dell'Università del Texas suggeriscono che attingere alla nostra auto-compassione o, come mi piace definirla, la mia "ragazza gentile", può aiutarci a rompere i nostri schemi trincerati di autocritica, permettendoci comunque di essere sinceri riguardo alle nostre paure.


Permettetemi di essere chiara: non si tratta di concedersi il permesso di non rivelarsi, di tirarsi fuori dai guai o di incolpare gli altri. Piuttosto, pensa alla tua voce auto-compassionevole come una guida saggia e solidale, o ad un amico gentile che ti incoraggia a vedere le cose in modo più chiaro ed equilibrato, per aiutarti a ricordare che nessuno è perfetto, e di essere gentile, comprensibile, e responsabile di te stesso.


La Neff spiega che queste tre qualità fondamentali (consapevolezza, connessione e auto-gentilezza) ci aiutano a vedere che le nostre voci autocritiche non stanno in realtà cercando di danneggiarci, ma spesso sono inutilmente dure in uno sforzo fuorviante di proteggerci. Invece di domare, vergognarsi o incolpare queste voci per indebolire la nostra fiducia, l'auto-compassione ha dimostrato di aiutare a ridurre i nostri livelli di stress, ansia e insicurezza permettendoci di vederli per quello che sono: solo storie per cose che temiamo, e non la verità su chi siamo o di cosa siamo capaci.


Di conseguenza, gli studi hanno scoperto che l'auto-compassione ci aiuta a generare più sentimenti positivi che bilanciano le nostre paure, permettendoci di sentirci più gioiosi, calmi e fiduciosi. Ci aiuta ad attivare i sistemi del nostro cervello di prendersi cura e di auto-consapevolezza, rendendo più facile credere che siamo capaci e degni. Ci rende meno auto-coscienti, meno propensi a confrontarci con gli altri e con meno probabilità di sentirci insicuri. Lungi dall'essere auto-indulgente o "lieve", l'uso deliberato di frasi auto-compassionevoli ha dimostrato di essere un mezzo efficace per migliorare la nostra motivazione, le prestazioni e la capacità di recupero.

 

Come puoi praticare più auto-compassione?

La Neff suggerisce che l'auto-compassione è un'abilità insegnabile, e "dose-dipendente": più la si pratica, meglio ci si sente. Ecco tre modi per iniziare:

  • Identifica ciò che vuoi veramente, pensando ai modi in cui usi l'autocritica come motivante (sono troppo sovrappeso, sono troppo pigro, sono troppo impulsivo) perché pensi che essere duro con te stesso ti aiuterà a cambiare. Che linguaggio userebbe un mentore o un amico saggio e amorevole per sottolineare delicatamente come il tuo comportamento è improduttivo, incoraggiandoti a fare qualcosa di diverso? Qual è il messaggio più supportivo al quale puoi pensare, che sia in linea con il tuo desiderio di essere sano e felice in relazione a questi cambiamenti? Scrivi questo e mettilo da qualche parte dove lo puoi vedere ogni giorno.
  • Tieni un diario di auto-compassione per una settimana (o più a lungo se vuoi). Annota tutto ciò per cui ti sei sentito male, tutto ciò per cui ti sei giudicato o qualsiasi esperienza difficile che ti ha causato dolore. Per ogni evento, fai pratica usando la tua gentilezza, il senso di connessione con l'umanità e la consapevolezza per elaborare l'evento in un modo più compassionevole.
  • Crea un mantra di auto-compassione. Ho scoperto che la mia voce autocritica mi ricordava che non ero abbastanza brava, così ho iniziato a contrastarla delicatamente con la mia voce auto-compassionevole, che mi ha ricordato: "Nella maggior parte delle situazioni, sei meglio di quanto pensi di essere". Questo tipo di suggerimento è stato sufficiente a rallentare la spirale negativa di paura e auto-dubbio, così ho potuto prendere coscienza di ciò che stava effettivamente accadendo e fare scelte meglio informate su ciò che volevo fare. Prova a creare il tuo mantra di auto-compassione pensando a ciò che direbbe un mentore saggio o un amico gentile in questi momenti, e concentrati su questi durante i momenti di insicurezza.


Se dovessi provare un po' di auto-compassione in questo momento, e dovessi parlarti come farebbe un altro buon amico, da dove cominceresti?

 

 

 


Fonte: Michelle McQuaid, insegnante di benessere sui luoghi di lavoro, che traduce la ricerca della psicologia positiva e della neuroscienza in strategie pratiche per la salute, la felicità e il successo aziendale.

Pubblicato in Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.