Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Attività sociali possono ritardare di cinque anni l'insorgenza della demenza

socializing people playing bingo together Image by Freepik

Visitare amici, partecipare a feste e andare in chiesa può aiutare a mantenere il tuo cervello sano, secondo una ricerca eseguita alla Rush University di Chicago. Lo studio, pubblicato su Alzheimer's & Dementia, mostra che attività sociali frequenti possono aiutare a prevenire o ritardare la demenza nella vecchiaia.


"Questo studio è il seguito di altri precedenti del nostro gruppo che hanno dimostrato che l'attività sociale è correlata a un minor declino cognitivo negli anziani", ha affermato Bryan James PhD, professore associato di medicina interna della Rush. "In questo studio, mostriamo che l'attività sociale è associata a minore rischio di sviluppare demenza e lieve compromissione cognitiva e che gli anziani meno attivi socialmente hanno sviluppato la demenza in media 5 anni prima dei più attivi socialmente".


L'attività sociale può rafforzare i circuiti neurali nel cervello, rendendoli più resistenti all'accumulo di patologia che si verifica con l'età. Il comportamento sociale attiva le stesse aree del cervello coinvolte nel pensiero e nella memoria. Gli autori notano che i risultati evidenziano il valore dell'attività sociale come possibile intervento a livello di comunità per ridurre la demenza.


I risultati suggeriscono che un'attività sociale più frequente è associata a una riduzione del 38% del rischio di demenza e una riduzione del 21% del rischio di lieve compromissione cognitiva, rispetto a minore attività sociale. Inoltre, è stato stimato che un ritardo di 5 anni nell'insorgenza della demenza produca altri 3 anni di vita e un vantaggio economico di minori costi di demenza del 40% nei successivi 30 anni, potenzialmente $ 500.000 di risparmi di costi sanitari per ogni persona che alla fine svilupperebbe la demenza.


Lo studio ha incluso 1.923 anziani senza demenza con un'età media di circa 80 anni iscritti al Rush Memory and Aging Project, uno studio longitudinale continuo su condizioni croniche comuni dell'invecchiamento. Di questi, 545 partecipanti hanno sviluppato demenza e 695 hanno sviluppato lieve compromissione cognitiva. Ognuno è stato sottoposto a valutazioni annuali che includevano una storia medica e test neuropsicologici.


L'attività sociale è stata misurata in base a un questionario che chiedeva ai partecipanti se, e con quale frequenza, l'anno precedente si erano impegnati in 6 attività sociali comuni che coinvolgono l'interazione sociale, ad esempio, andare al ristorante o a eventi sportivi, giocare a bingo, fare viaggi in comitiva di giorno o di notte, fare volontariato o visitare parenti e amici. La funzione cognitiva è stata valutata con 21 test su vari tipi di memoria, velocità percettiva e capacità visuospaziale.


All'inizio dell'indagine, tutti i partecipanti erano senza qualsiasi segnale di danno cognitivo. Su 5 anni medi, tuttavia, coloro che erano più socialmente attivi hanno mostrato tassi di demenza ridotti. I dati dell'analisi sono stati corretti per altre variabili che potrebbero aver spiegato l'aumento del declino cognitivo, come età, esercizio fisico e salute.


Perché l'attività sociale abbia un tale ruolo nello sviluppo di problemi cognitivi non è chiaro. Una possibilità è che "l'attività sociale sfida gli anziani a partecipare a scambi interpersonali complessi, che potrebbero promuovere o mantenere reti neurali efficienti in un caso di usa-il-corvello-o-lo-perdi", ha detto James. "Sono necessarie altre ricerche per determinare se gli interventi volti ad aumentare l'attività sociale in tarda età possono avere un ruolo nel ritardare o prevenire il declino cognitivo".

 

 

 


Fonte: Rush University via NewsWise (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Y Chen, [+5], F Grodstein. Dementia, Mild Cognitive Impairment and Ambulatory Care Utilization. Alz&Dem, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.