Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


MicroRNA: ‘spazzatura’ genetica con enorme potenziale contro cancro e demenza

microRna

Solo l'1,1% dei quasi 3 miliardi di molecole che compongono il nostro genoma in realtà forniscono istruzioni genetiche. Quando gli scienziati hanno elaborato inizialmente la sequenza di lettere nel nostro genoma, hanno stimato che ben il 24% di esso era spazzatura inutile. (Il resto comprendeva duplicazioni e pezzetti tra i geni senza una funzione conosciuta).


Ma da allora gli scienziati hanno abbinato alcune di queste parti sottostimate del nostro genoma, conosciute come microRNA, allo sviluppo di malattie come il cancro e la demenza. Questo dipende dalla loro capacità di impedire alle nostre istruzioni genetiche di entrare in azione. E ora, i ricercatori stanno trovando dei modi per usare queste microRNA per diagnosticare, monitorare e anche trattare queste malattie.


Le microRNA sono piccole sequenze di molecole che sono vitali per il nostro sviluppo, crescita e sopravvivenza. Ogni microRNA può regolare molte migliaia di geni. Si pensa che ci siano 2.300 microRNA identificate nel genoma umano, che regolano fino a un terzo dei geni umani.


Ogni microRNA umana grezza comprende 83 nucleotidi, che sono le molecole costitutive del materiale genetico. Ciò significa che potenzialmente abbiamo 191.000 nucleotidi su 3 miliardi in grado di controllare il modo in cui lavorano i nostri geni.


Micro in dimensione ma potenti in forza, le microRNA possono impedire ai geni di usare le loro istruzioni per produrre nuove molecole proteiche, bloccando e vincolando dei codici genetici rilevanti. Nel caso del morbo di Alzheimer (MA), la malattia che sta dietro alla maggior parte dei casi di demenza, le microRNA sono coinvolte nella costruzione dei grovigli appiccicosi di proteine ​​che si accumulano nel cervello.


Nel cancro, alcune microRNA sono soppressori tumorali. Quindi, se le microRNA perdono la loro funzione, può partire lo sviluppo di cellule cancerose.

 

Bersagli biologici

Una volta che sappiamo che le microRNA sono coinvolte nello sviluppo di una malattia, possiamo cominciare a cercarle come marcatore biologico che la condizione è presente in un paziente. Alcune microRNA hanno dimostrato di agire come segno della presenza e anche dell'aggressività del tumore. Altre microRNA hanno dimostrato di essere firme di diverse malattie cardiache e di insufficienza cardiaca.


Le microRNA indicano la malattia meglio della maggior parte di altre molecole correlate, perché sono così piccole da non rimanere intrappolate in regioni inaccessibili del corpo, come il cervello. Al contrario si possono trovare ben conservate in campioni di sangue, urina o tessuti corporei.


Ma poiché sono molecole relativamente brevi e si degradano rapidamente, le microRNA possono essere difficili da individuare. Una soluzione in sviluppo è l'uso di molecole biosensori, che emanano un segnale fluorescente una volta che si legano con una microRNA.


I ricercatori stanno ora sperimentando una serie di biomarcatori di microRNA come potenziali metodi clinici per la diagnosi delle malattie. Per esempio, uno studio condotto in Cina ha lo scopo di rilevare le prime fasi del MA usando campioni di sangue di pazienti con lieve decadimento cognitivo (problemi con la memoria e il pensiero).


Ma gli scienziati stanno cominciando a tentare di trattare malattie puntando le microRNA o usando le stesse microRNA come una forma di trattamento. Ad esempio, alcuni tipi di cancro potrebbero essere trattati bloccando alcune microRNA coinvolte nella progressione dei tumori o sostituendo le microRNA mancanti che aiutano a prevenire i tumori. Un recente esperimento appena iniziato del Gemfibrozil (Lopid), un farmaco per abbassare il colesterolo, sta esaminando se può modificare il modo in cui le microRNA-107 lavorano nei malati di MA e prevenire l'ulteriore deterioramento cognitivo.


C'è molta ricerca in corso in questo settore. Nel 2018 sono stati pubblicati quasi 3.500 studi sul potenziale delle microRNA nei trattamenti. Ma ci sono anche sfide importanti da superare, soprattutto come si possono fornire al corpo le microRNA, che sono molecole abbastanza instabili. Una soluzione può essere usare microRNA modificate o sintetiche.


Il primo trattamento che punta un altro tipo di RNA, noto come RNA a piccola interferenza, è stato approvato nel 2018 negli Stati Uniti. Questo farmaco (patisiran / Onpattro), collega e degrada una molecola di RNA legata ad una rara forma di malattia nervosa.


Quindi c'è ora molta speranza che potremo presto vedere trattamenti con microRNA. Sono così tanti in sviluppo, che nei prossimi anni probabilmente vedremo una corsa esponenziale a nuovi usi per questa presunta 'spazzatura' genetica.

 

 

 


Fonte: Alice Godden, dottoranda in biologia all'Università di East Anglia

Pubblicato su The Conversation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.