Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Molecole 'accendono' le radici dell'Alzheimer

Un progresso nel rilevamento alla Rice University potrebbe rendere la ricerca dei segni dell'Alzheimer così semplice come accendere una luce.

La tecnica, riportata sul Journal of American Chemical Society, dovrebbero aiutare i ricercatori a progettare meglio i farmaci per trattare la malattia devastante.

 Fibrille amiloidi come quelle ingrandite 12.000 volte qui sono ritenute la causa delle placche nel cervello dei pazienti con Alzheimer. Ricercatori della Rice University hanno creato una molecola metallica che diventa fortemente fotoluminescente quando si attacca alle fibrille.(Gentile concessione di: Nathan Cook / Rice University)

Il laboratorio di Angelo Martí, bioingegnere della Rice sta testando molecole di metallo che si attaccano naturalmente a una collezione di proteine chiamate fibrille di beta amiloide, che forma le placche nel cervello dei malati di Alzheimer. Quando le molecole, complessi di rutenio dipyridophenazine, si attaccano alle fibrille amiloidi, la loro fotoluminescenza aumenta di 50 volte.

Il forte aumento della fluorescenza può rappresentare un'alternativa alle molecole attualmente in uso per studiare le fibrille amiloidi, ritenute dai ricercatori formarsi quando le proteine mal ripiegate cominciano ad aggregarsi. I ricercatori usano i cambiamenti nella fluorescenza per caratterizzare il passaggio delle proteine a partire da monomeri disordinati alle strutture aggregate.

Nathan Cook, un ex insegnante di scuole superiori di Houston e ora studente laureato della Rice e autore principale del nuovo studio, ha iniziato a studiare amiloidi beta quando si unì al laboratorio di Martí, dopo aver assunto un corso Nanotechnology for Teachers di John Hutchinso, preside di laureandi e Professore di Chimica alla Rice. L'obiettivo di Cook era quello di trovare un modo per sciogliere le fibrille di amiloide nei pazienti con Alzheimer.

Ma la ricerca, nata nel Colorado, lo ha portato sù un percorso diverso quando si rese conto dei complessi di rutenio, l'oggetto di molto studio nel gruppo di Martí, avevano una capacità distintiva di luminescenza se combinati in una soluzione con fibrille amiloidi. Tali fibrille sono semplici da fare in laboratorio, ha detto. Molecole di beta amiloide si aggregano naturalmente nella soluzione, come sembra facciano nel cervello. Le molecole basate sul Rutenio aggiunte ai monomeri di amiloide non reagiscono, ha detto Cook. Ma una volta che gli amiloidi cominciano ad aggregarsi in fibrille che assomigliano a "fili microscopici di spaghetti", parti idrofobe del complesso metallo sono naturalmente attratte da loro. "Il microambiente intorno ai peptidi aggregati cambiano e premono l'interruttore" permettendo ai complessi metallici di accendersi quando sono eccitati da uno spettroscopio, ha detto.

I coloranti Thioflavin T (THT) sono di norma i sensori per la rilevazione di fibrille amiloidi e lavorano più o meno allo stesso modo, ha detto Marti. Ma i THT hanno uno svantaggio, perché produce fluorescenza quando sono eccitati a 440 nanometri ed emettono luce a 480 nanometri - una finestra di 40-nanometri. Questo divario tra eccitazione e emissione è conosciuto come lo spostamento di Stokes. "Nel caso dei nostri complessi metallici, lo Stokes è di 180 nanometri", ha detto Martí, assistente professore di chimica e bioingegneria. "Li eccitiamo a 440 e rileviamo a 620 nanometri, nel quasi vicino-infrarosso. Questo è un vantaggio quando si vuole esaminare farmaci per ritardare la crescita di fibrille amiloidi," ha detto. "Alcuni di questi farmaci sono fluorescenti e possono oscurare la fluorescenza di THT, rendendo i test inaffidabili".

Cook ha anche sfruttato la fluorescenza metallica di lunga durata riducendo il tempo delle analisi spettroscopiche. "Abbiamo presospecificamente solo i valori di 300-700 nanosecondi dopo l'eccitazione", ha detto. "A quel punto, tutti i supporti fluorescenti sono in gran parte scomparsi, tranne i nostri. La parte interessante di questo esperimento è che le sonde tradizionali principalmente misurano la fluorescenza in due dimensioni:. intensità e lunghezza d'onda. Abbiamo dimostrato che possiamo aggiungere una terza dimensione - il tempo - per migliorare la risoluzione di un test di fluorescenza".

I ricercatori hanno detto che questi composti potrebbero essere i collaboratori giusti per una nuova tecnica denominata microscopia di fluorescenza di imaging a vita, che discrimina i microambienti in base alla lunghezza della fluorescenza di una particella piuttosto che la sua lunghezza d'onda. L'obiettivo di Cook rimane lo stesso: curare l'Alzheimer - e altre malattie come forse il Parkinson - attraverso la tecnica. Egli vede un percorso in avanti che può combinare la capacità del complesso di rutenio di puntare le fibrille e il potenziale di altre molecole per scioglierle nel cervello. "Questo è qualcosa che stiamo attivamente cercando di raggiungere", ha detto Martí.

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce?
Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica. Non tenerla per te, non farci perdere l'occasione di conoscerla.


Pubblicato in LabSpaces.net il 13 luglio 2011Traduzione di Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.