Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Allungando lo 'sparo' dei neuroni si migliora la memoria di lavoro

rat in maze

Facendo durare più a lungo un tipo specifico di modello [di azione dei neuroni] nel cervello si migliora la memoria a breve termine nei ratti, secondo un nuovo studio.


Pubblicato online il 14 giugno sulla rivista Science, lo studio affronta la 'memoria di lavoro', che formiamo, ad esempio, mentre visitiamo un nuovo quartiere e ricordiamo il modo in cui ci muoviamo in quel luogo più tardi.


Questa ricerca, guidata dai ricercatori della New York University, ha rilevato che i segnali creati dalle cellule cerebrali (neuroni), chiamate 'increspature ad onda acuta', sono più lunghi di decine di millisecondi e catturano più informazioni quando un animale sta esplorando un nuovo luogo rispetto a quando è in un ambiente familiare.


Quando il team di ricerca ha raddoppiato artificialmente la lunghezza dei segnali coinvolti nel ricordo del percorso migliore in un labirinto, i ratti con le increspature estese hanno avuto risultati migliori dal 10% al 15% nel trovare una ricompensa zuccherina rispetto ai ratti le cui onde acute non erano state manipolate.


"Il nostro studio è il primo nel campo ad apportare modifiche artificiali ai modelli neuronali intrinseci di 'sparo' nella regione del cervello chiamata ippocampo, che ha aumentato la capacità di apprendere, invece di interferire con esso come nei tentativi precedenti", dice György Buzsáki MD/PhD, professore del Dipartimento di Neuroscienze e Fisiologia della NYU. "Dopo decenni di studio, finalmente comprendiamo il cervello dei mammiferi abbastanza bene da alterare alcuni dei suoi meccanismi in modi che possono guidare la progettazione di trattamenti futuri per le malattie che influenzano la memoria".


I risultati dello studio ruotano intorno alle cellule nervose, che 'sparano' (provocano rapide oscillazioni nel bilanciamento della loro carica positiva e negativa) trasmettendo segnali elettrici che coordinano i ricordi. La squadra del dott. Buzsáki negli ultimi anni ha scoperto che gruppi di neuroni sparano a distanza di millisecondi l'uno dall'altro, in cicli ritmici, creando sequenze di segnali strettamente collegate che possono codificare informazioni complesse.


Questo schema, per cui le cellule ippocampali in diverse parti del circuito sparano brevemente insieme, crea onde con increspature acute. I modelli prendono il nome dalla loro forma grafica presa dall'elettroencefalografia (EEG), una tecnologia che registra l'attività cerebrale con elettrodi.


Il dott. Buzsáki afferma che le increspature rappresentano la 'ripetizione' e la combinazione di frammenti di informazioni apprese, parte del processo che le tesse nella memoria di un animale.

 

 

L'impatto delle onde con increspature acute sulla memoria

Nel presente studio, il team ha progettato esperimenti in modo tale che il percorso corretto per raggiungere dell'acqua zuccherata si alternasse tra il lato sinistro e quello destro di un labirinto, ogni volta che veniva inserito un ratto.


Per ottenere la loro ricompensa, i ratti dovevano usare la memoria di lavoro, ricordando che percorso avevano usato nel test precedente e scegliendo la strada opposta la volta successiva.


Studi condotti negli ultimi anni in molti laboratori hanno stabilito che le 'cellule di luogo' dell'ippocampo codificano ogni stanza, o ogni braccio di un labirinto, quando i topi entrano, e poi sparano di nuovo quando i ratti o gli umani ricordano di esserci andati, o vogliono tornarci.


Gli autori dello studio hanno registrato lo sparo delle cellule di luogo mentre un topo eseguiva il compito di memoria nel labirinto e predicevano il percorso preso come riflesso nella sequenza di sparo delle cellule rilevata a ogni onda con increspatura acuta.


Per raddoppiare artificialmente la durata delle sole increspature prodotte dalle cellule cerebrali del ratto durante la navigazione basata sulle attività, i ricercatori hanno modificato delle cellule ippocampali perché includessero canali sensibili alla luce. La luce che risplende attraverso minuscole fibre di vetro attivava i neuroni, aggiungendo più neuroni alla sequenza naturale, e quindi codificando più dettagli della rappresentazione del labirinto.


È importante sottolineare che lo studio ha anche scoperto che le increspature estese consentivano di reclutare neuroni a sparo più lento nelle loro sequenze. Gli studi precedenti degli autori avevano mostrato che questi neuroni lenti erano più bravi a cambiare le loro proprietà (la cosiddetta plasticità neuronale) quando veniva appreso qualcosa di nuovo.


Al contrario, i colleghi a sparo più veloce in un'increspatura tendevano ad avviare la sequenza indipendentemente da quale via prendesse il ratto. La squadra del dott. Buzsáki si è convinta che tali neuroni 'rigidi' hanno un comportamento uguale nelle varie esperienze, codificando gli aspetti familiari (anziché gli aspetti nuovi) di ogni nuova posizione incontrata.


"Il nostro prossimo passo sarà cercare di capire come le onde a increspatura acuta possano essere prolungate con mezzi non invasivi, fatto che, in caso di successo, avrebbe implicazioni per il trattamento dei disturbi della memoria", dice il primo autore Antonio Fernandez-Ruiz PhD, fellow postdottorato del laboratorio del dott. Buzsáki.

 

 

 


Fonte: New York University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Antonio Fernández-Ruiz, Azahara Oliva, Eliezyer Fermino de Oliveira, Florbela Rocha-Almeida, David Tingley, György Buzsáki. Long-duration hippocampal sharp wave ripples improve memory. Science, 14 June 2019, DOI: 10.1126/science.aax0758

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.