Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'affascinante ricerca delle origini dei neuroni ha fatto un passo in avanti

L'affascinante ricerca delle origini dei neuroni ha fatto un passo in avantiIl microscopio confocale mostra la regione preottica embrionale, che sta sul pavimento del cervello. Le cellule neurovascolari corticali provengono da questa regione che confina con il terzo ventricolo (medio, in nero), contrassegnato dall'espressione del fattore di trascrizione HMX3 (in rosso). Fonte: © Alexandre Dayer / UNIGE

La corteccia cerebrale è costituita da una grande diversità di neuroni, ciascuno con caratteristiche specifiche in termini molecolari, morfologici e funzionali. Ma dove sono nati questi neuroni? Come sviluppano le loro proprietà distinte? Al momento non abbiamo risposte chiare a queste domande, in gran parte a causa di limiti metodologici.


Tuttavia, gli scienziati dell'Università di Ginevra (UNIGE), in Svizzera, hanno recentemente fatto un passo avanti. Hanno scoperto un fattore molecolare unico che consente loro di tracciare, dalla nascita alla maturità, una classe omogenea di neuroni chiamati cellule neurogliaformi.


I risultati, pubblicati sulla rivista e-life, rivelano per la prima volta la genesi e lo sviluppo di queste cellule, aprendo nuove opportunità per la comprensione delle specificità neuronali e del funzionamento della corteccia cerebrale.


Per far funzionare armoniosamente la corteccia cerebrale sono necessari due tipi di neuroni: eccitatori (80%), che trasmettono le informazioni ad altre aree del cervello e inibitori (20%), che regolano l'attività degli eccitatori. I neuroni inibitori, chiamati anche interneuroni, sono considerati gli 'orchestratori' dei circuiti corticali.


Infatti, controllano il flusso eccitatorio e lo rendono coerente, che è la base per eseguire compiti complessi. È ancora difficile accedere a tutte le diverse sottoclassi dei neuroni inibitori per capire il loro ruolo esatto nel corretto funzionamento della corteccia cerebrale dell'adulto. Da dove vengono? Come si specializzano?

 

Uno strumento per tracciare i neuroni

Nel tentativo di rispondere a queste domande, gli neuroscienziati hanno proposto due modelli. Il primo considera che le diverse classi di neuroni nascono con la stessa identità e solo successivamente si specializzano a seconda del loro ambiente. Il secondo modello afferma che esiste una diversità genetica iniziale che, fin dalla nascita, spinge i neuroni a specificare le caratteristiche di una data classe.


Il team guidato da Alexandre Dayer, professore nei dipartimenti di psichiatria e neuroscienze di base della Facoltà di Medicina dell'UNIGE, si è concentrato sulla sperimentazione di uno strumento che consentisse di scoprire dove viene generato un tipo specifico di interneurone, come migra nella corteccia cerebrale e infine quali sono le proprietà mature di questo tipo.


"Abbiamo osservato e testato numerosi fattori di trascrizione responsabili della regolazione genica. Abbiamo trovato che il gene HMX3 è espresso molto localmente in una regione nota per generare interneuroni. Questa potrebbe essere l'impronta genetica iniziale di una classe precisa!", spiega il professor Dayer. Secondo questa ipotesi, i ricercatori hanno scoperto che il gene HMX3 può essere effettivamente usato per seguire la traiettoria evolutiva di un sottotipo unico di interneurone: le cellule neurogliaformi.

 

Specializzato sin dalla nascita

"Grazie a un topo geneticamente modificato per rendere visibile il lignaggio dell'HMX3, possiamo scoprire le origini delle cellule neurogliaformi. Abbiamo suggerito che questo sottotipo di interneuroni è definito dall'espressione di questo fattore di trascrizione", spiega Mathieu Niquille, ricercatore del Dipartimento di Psichiatria dell'UNIGE. "Non solo questo gruppo di interneuroni ha le sue origini in una zona chiamata area preottica, situata lontano dalla corteccia cerebrale, ma è già specializzato alla nascita. Questo dà credito al secondo modello proposto dalla comunità scientifica".

Può essere rilevante perché:

Il rapporto tra neuroni eccitatori e inibitori, e il loro equilibrio, è stato coinvolto anche nell'Alzheimer.

La conoscenza delle caratteristiche dei diversi tipi di neuroni potrà rivelarsi utile se e quando riusciremo a attivare artificialmente la neurogenesi, la nascita di nuovi neuroni.

I ricercatori sono riusciti per la prima volta a localizzare con precisione la genesi di una specifica categoria di neuroni inibitori e a tracciare il suo percorso verso la corteccia cerebrale. "Questa scoperta è un importante passo in avanti nella comprensione della diversità neuronale", afferma il professor Dayer. "I nostri risultati mostrano che i fattori genetici iniziali sono responsabili della specializzazione delle cellule neurogliaformi, e questo concetto è probabilmente adatto a quello che succede agli altri venti sottotipi di interneurone presenti nella corteccia cerebrale". Si pensa che ognuno di loro sia nato con le sue proprie peculiarità, in una specifica regione del cervello.


I ricercatori dell'UNIGE ora vogliono fare luce sul ruolo unico delle cellule neurogliaformi e cercare di chiarire le origini di altre classi di interneuroni. "Questa ricerca apre anche nuovi orizzonti per una migliore comprensione delle malattie psichiatriche, come l'autismo e la schizofrenia, che sono particolarmente influenzate dalle alterazioni dell'equilibrio tra neuroni inibitori ed eccitatori nelle prime fasi di sviluppo", conclude il professor Dayer.

 

 

 


Fonte: Université de Genève (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Mathieu Niquille, Greta Limoni, Foivos Markopoulos, Christelle Cadilhac, Julien Prados, Anthony Holtmaat, Alexandre Dayer. Neurogliaform cortical interneurons derive from cells in the preoptic area. eLife, 2018; 7 DOI: 10.7554/eLife.32017

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.