Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Un nuovo modo di combattere il Morbo di Alzheimer

Un nuovo modo di combattere il Morbo di AlzheimerI fili appiccicosi della proteina amiloide-beta si raggruppano formando placche che uccidono i neuroni. (Foto di Nephron via Wikimedia Commons)Nella guerra contro l'Alzheimer, uno dei grandi avversari è la proteina amiloide-beta (Aβ).


In un cervello malato, i filamenti appiccicosi formati dalla proteina si raggruppano in placche, che uccidono le cellule nervose e soffocano gli spazi tra di loro.


Al microscopio le placche hanno un aspetto sinistro, anche per un occhio non addestrato: macchie scure disordinate, spruzzate sul tessuto sano.


Gli scienziati, conoscendo il danno che può causare l'Aβ, hanno cercato terapie per eliminare la proteina dal cervello dei malati di Alzheimer. Finora, tutti gli studi clinici con questo approccio hanno fallito. Anche se due esperimenti sono ancora in corso, l'Alzheimer rimane una malattia senza prevenzione, trattamento o cura.


Ora Carmela Abraham, professoressa di biochimica e di medicina, e un team di scienziati della MED hanno scoperto un nuovo modo per attaccare l'Aβ. Invece di eliminarla dal cervello, gli scienziati hanno scoperto un composto che impedisce al corpo proprio di produrla.


Essi hanno presentato un'anteprima inedita della loro scoperta alla riunione annuale della Society for Neuroscience il 19 ottobre 2015. Il lavoro, finanziato dall'Alzheimer's Association e dal Cure Alzheimer's Fund, può portare ad un nuovo trattamento per questa malattia mortale.


"L'Alzheimer è ora l'assassino numero sei degli adulti negli Stati Uniti. I morti per cancro al seno e malattie cardiache continuano a calare, ma quelli per Alzheimer aumentano ogni anno", dice la Abraham. "Prendersi cura dei malati di Alzheimer costa oltre 200 miliardi di dollari all'anno. La stima per il 2050 è 1.100 miliardi di dollari, il che significa che riuscirà a distruggere completamente il sistema di assistenza sanitaria. Dobbiamo trovare un farmaco".


Il cervello crea l'Aβ con enzimi che tagliano in pezzi più piccoli una proteina più grande, chiamata «proteina precursore dell'amiloide» (APP). A volte, per ragioni che gli scienziati non capiscono, due proteine ​​APP si uniscono con un processo chiamato «dimerizzazione», che alla fine porta ad un aumento dell'Aβ. La Abraham si è chiesta: se se gli scienziati potessero fermare la dimerizzazione, si potrebbe fermare l'Aβ nel suo percorso?


Ha deciso di provare. Lavorando con il Laboratory for Drug Discovery in Neurodegeneration di Harvard, il team della Abraham ha selezionato 77.000 molecole che si riteneva potessero influenzare la dimerizzazione dell'APP. Si sono concentrati sulle piccole molecole, perché quelli più grandi non attraversano facilmente la barriera emato-encefalica.


"Se si vuole per curare le malattie del cervello, abbiamo bisogno di piccole molecole", dice la Abraham. "Se si usano molecole di grandi dimensioni, come gli anticorpi, solo una piccola percentuale riuscirà ad entrare nel cervello, e possono avere effetti enormi sul resto del corpo".


La selezione dei farmaci è arrivata ad un punto significativo. La Abraham ha mostrato la molecola al suo collega John Porco, professore di chimica e direttore del Center for Molecular Discovery della BU. Porco ha identificato la molecola quasi subito: era un inibitore della chinasi. Queste bloccano l'azione di enzimi chiamati chinasi, che sono comuni in molti processi cellulari.


"Eureka! Questo era il grande momento", dice la Abraham. "Una volta che abbiamo capito che cosa faceva la molecola, potemmo cercare di vedere quale chinasi inibisce e comprendere meglio il meccanismo". Il lavoro successivo ha scoperto che la molecola agiva su una chinasi in un complesso di cellule di segnalazione più grande. La Abraham si augura che la ricerca troverà l'enzima che agisce direttamente sull'APP. "Quello sarebbe il bersaglio", dice.


Il suo team, che comprende Ella Zeldich (postdottorato), Cidi Chen (professore assistente di ricerca) e Lauren Brown (assistente di ricerca professore di chimica), è ora alla ricerca di molecole simili che possono funzionare ancora meglio, e di altre molecole nel percorso che possono anch'esse diventare bersagli farmacologici.


L'obiettivo finale, dice la Abraham, è un farmaco efficace che ora non esiste: "In questo momento non c'è nulla. Dobbiamo trovare qualcosa di nuovo".

 

 

 


Fonte: Barbara Moran in Boston University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.