Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


11 stanze, 11 mappe: l'ampia capacità del cervello di immagazzinare i ricordi

11 stanze, 11 mappe: l'ampia capacità del cervello di immagazzinare i ricordiIl Premio Nobel May-Britt Moser mentre parlava delle scoperte del suo laboratorio, Domenica 7 dicembre. (Foto: Gunnar K. Hansen, NTNU)

Il cervello crea e memorizza i ricordi in piccole reti di cellule cerebrali, e i ricordi di eventi e luoghi sono memorizzati in una struttura chiamata ippocampo. I ricercatori si sono chiesti a lungo se c'è un limite massimo alla nostra capacità di immagazzinare ricordi e come riusciamo a ricordare tanti eventi senza confonderli quando sono molto simili.


Per esplorare questo problema, i ricercatori del «Kavli Institute for Systems Neuroscience and Centre for Neural Computation» dell'Università Norvegese di Scienze e Tecnologia (NTNU), con colleghi della Repubblica Ceca e dell'Italia, hanno testato la capacità dei ratti di ricordare un numero di posizioni distinte, ma simili. I loro risultati sono stati pubblicati l'8 dicembre in Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States.


I ricercatori hanno testato la memoria di sette ratti di laboratorio, consentendo loro di girare per due giorni in 11 stanze distinte, ma comunque simili. I ratti liberi di muoversi, si aggiravano per le stanze alla ricerca di briciole di cioccolato, mentre i ricercatori registravano l'attività cerebrale delle cellule di posizione CA3 dell'ippocampo. Come suggerisce il nome, le cellule di posizione sono neuroni che si attivano in un luogo specifico.


Le stanze erano molto simili, ma i ratti sono comunque riusciti a creare un ricordo separato e indipendente, o mappa, per ogni ambiente, secondo quanto hanno scoperto i ricercatori. Le cellule di posizione CA3 registrate dai ricercatori hanno continuato a formare rappresentazioni uniche per ogni ambiente. I ricercatori hanno anche scoperto che queste rappresentazioni uniche o modelli di firing (emissione di impulsi) sono stati immagazzinati nella memoria dei ratti, così che quando l'animale veniva introdotto una seconda volta in una delle stanze, risultava riattivata la mappa spaziale del suo primo passaggio.


"Abbiamo cercato di capire se questi ricordi fossero sovrapposti per alcune stanze, ma tutti erano completamente indipendenti", ha detto il primo autore del documento, Charlotte Alme. "Questo indica che il cervello ha una enorme capacità di immagazzinamento. La possibilità di creare un ricordo unico, o mappa, per ogni locale spiega come riusciamo a distinguere tra ricordi molto simili e come il cervello ci impedisce di mescolare gli eventi".


La Alme dice che queste scoperte aiutano anche a spiegare perché funziona il trucco mnemonico chiamato "metodo di loci". Questa tecnica consiste nel collegare le cose che si desidera ricordare ai luoghi che si conoscono molto bene. Associando ricordi singoli a diverse stanze della casa, per esempio, facilita il richiamo di ciò che è necessario ricordare, camminando mentalmente nella casa e visitando ogni stanza.


"Il nostro lavoro dimostra che i ratti (e molto probabilmente gli esseri umani) hanno una mappa per ogni singolo luogo, che è il motivo per cui funziona il metodo di loci", ha detto. "Ogni luogo (o stanza della casa) è rappresentato da una mappa unica o ricordo, e poiché abbiamo tante mappe diverse possiamo ricordare molti luoghi simili senza mescolarli".


May-Britt Moser, professore alla NTNU e Premio Nobel 2014, che è l'autore corrispondente della ricerca, ha citato la ricerca nella sua «Nobel Lecture» il 7 dicembre a Stoccolma e ha detto che i risultati sono importanti per capire la memoria episodica, i ricordi formati da esperienze autobiografiche.


La pubblicazione è un contributo del professor Moser ad una serie speciale di articoli inaugurali in corso di pubblicazione nella rivista, in onore dei vincitori del Nobel nel 2014. Il professor Moser e suo marito Edvard Moser, collega e compagno di Premio Nobel, sono stati entrambi eletti «Associati Stranieri» dalla National Academy of Sciences lo scorso Aprile.

 

 

 

 

 


FonteThe Norwegian University of Science and Technology  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Charlotte B. Alme, Chenglin Miao, Karel Jezek, Alessandro Treves, Edvard I. Moser, May-Britt Moser. Place cells in the hippocampus: Eleven maps for eleven rooms. Proceedings of the National Academy of Sciences, 8 December 2014 DOI: 10.1073/pnas.1421056111

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)