Associazione Alzheimer ONLUS

Ricerche

L'ansia danneggia il cervello e accelera il passaggio da MCI ad Alzheimer

L'ansia danneggia il cervello e accelera il passaggio da MCI ad Alzheimer

Le persone con decadimento cognitivo lieve (MCI) hanno un rischio alto di passare all'Alzheimer nel giro di pochi anni, ma un nuovo studio avverte che il rischio aumenta in modo significativo se si soffre di ansia. I risultati sono riportati online dallo scorso 29 ottobre su The American Journal of Geriatric Psychiatry.


Lo studio, diretto da ricercatori del Rotman Research Institute del Centro Baycrest, ha dimostrato chiaramente per la prima volta che i sintomi di ansia nei soggetti con diagnosi di MCI aumentano il rischio di un declino più rapido delle funzioni cognitive, indipendente dalla depressione (un altro marcatore di rischio). Per i pazienti di MCI con ansia lieve, moderata o grave, il rischio di Alzheimer aumenta rispettivamente del 33%, 78% e 135%.


Il team di ricerca ha anche scoperto che i pazienti con MCI che avevano riferito sintomi di ansia, in qualsiasi momento durante lo studio, avevano tassi maggiori di atrofia nelle regioni del lobo temporale mediale del cervello, che sono essenziali per la creazione di ricordi e che sono implicati nell'Alzheimer.


Fino ad ora l'ansia non era mai stata isolata in uno studio longitudinale come marcatore potenzialmente significativo di rischio per l'Alzheimer nelle persone con diagnosi di MCI, per ottenere un quadro più chiaro di quanto siano dannosi i sintomi di ansia sulla cognizione e sulla struttura del cervello per un periodo di tempo.


C'è un crescente corpo di letteratura che ha identificato la depressione di fine vita come un marcatore di rischio significativo per l'Alzheimer. L'ansia ha storicamente avuto la tendenza ad essere compresa nella categoria della depressione in psichiatria. La depressione viene costantemente controllata nella valutazione e nel follow-up dei pazienti delle cliniche della memoria; l'ansia di solito non è valutata.


"I nostri risultati suggeriscono che i medici dovrebbero cercare di routine l'ansia nelle persone che hanno problemi di memoria poichè l'ansia segnala che queste persone hanno un rischio maggiore di sviluppare l'Alzheimer", ha affermato Linda Mah, ricercatrice principale dello studio, scienziato clinico del Rotman Research Institute del Baycrest e professore assistente al Dipartimento di Psichiatria dell'Università di Toronto. Il Dr. Mah sta partecipando anche ad uno studio multi-sito del Centre for Addiction and Mental Health, finanziato in parte da fondi federali (Brain Canada), per prevenire l'Alzheimer nelle persone con depressione a fine vita o con MCI ad alto rischio di sviluppare la malattia progressiva del cervello.


"Anche se non ci sono prove pubblicate che dimostrano se i trattamenti farmacologici usati in psichiatria per il trattamento dell'ansia sarebbero utili nella gestione dei sintomi di ansia nelle persone con decadimento cognitivo lieve o nel ridurre il rischio di conversione all'Alzheimer, pensiamo che si dovrebbero raccomandare almeno i programmi di gestione dello stress comportamentale. In particolare, c'è stata ricerca sull'uso della riduzione dello stress basata sulla consapevolezza per trattare l'ansia e altri sintomi psichiatrici nell'Alzheimer e questo si sta dimostrando promettente", ha detto il dottor Mah.


Lo studio del Baycrest ha impiegato i dati dell'Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative, basata sulla popolazione, per analizzare l'ansia, la depressione e i cambiamenti strutturali cognitivi e cerebrali di 376 adulti, da 55 a 91 anni di età, per un periodo di tre anni. Questi cambiamenti sono stati monitorati ogni sei mesi. Tutti gli adulti avevano una diagnosi clinica di MCI amnesico e un punteggio basso sulla scala di valutazione della depressione, il che indica che i sintomi di ansia non facevano parte della depressione clinica.


L'MCI è considerato un marcatore di rischio per la conversione all'Alzheimer nel giro di pochi anni. Si stima che mezzo milione di canadesi over-65 abbiano l'MCI, anche se molti non hanno la diagnosi. Non tutti i malati di MCI passeranno all'Alzheimer; alcuni si stabilizzano e altri possono addirittura migliorare nelle loro capacità cognitive.


Lo studio del Baycrest fornisce una prova importante che l'ansia è un "fattore predittivo" della possibilità di un individuo con MCI di passare all'Alzheimer, ha detto il dottor Mah. Gli studi hanno dimostrato che l'ansia nell'MCI è associata a concentrazioni anomale di livelli di proteina amiloide nel plasma e di proteine T-tau nel liquido cerebrospinale, che sono biomarcatori dell'Alzheimer. La depressione e lo stress cronico sono collegati ad un volume più piccolo dell'ippocampo e ad un aumento del rischio di demenza.

 

*******
Oltre al dottor Mah, il team di ricerca comprendeva il dottor Malcolm Binns (scienziato statistico del Rotman Research Institute del Baycrest, e assistente professore della Università di Toronto), e il Dr. David Steffens (Dipartimento di Psichiatria, University of Connecticut). Lo studio è stato sostenuto dal National Institutes of Health, e dalla Geoffrey H. Wood Foundation.

 

 

 

 

 


FonteBaycrest Centre for Geriatric Care  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Linda Mah, Malcolm A. Binns, David C. Steffens. Anxiety symptoms in amnestic mild cognitive impairment are associated with medial temporal atrophy and predict conversion to Alzheimer’s disease. The American Journal of Geriatric Psychiatry, 2014; DOI: 10.1016/j.jagp.2014.10.005

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Informazione pubblicitaria

Notizie da non perdere

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno d...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il ris...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il…

22.07.2022

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne. <...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di …

20.05.2022

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'A…

24.03.2022

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'A...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscon…

31.01.2022

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università de...
We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.