Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Riconsiderato il ruolo, positivo e negativo, degli astrociti nell'Alzheimer

Una ricerca dell'Università di Southampton consente di capire meglio le conseguenze dell'accumulo di «proteine mal ripiegate» nelle patologie neurodegenerative, come le malattie da Prioni e l'Alzheimer.


Le malattie da Prioni e l'Alzheimer sono malattie da malripiegamento [=misfolding] di proteine nel cervello, dove le mutazioni genetiche, o più comunemente, le interazioni tra la genetica di un individuo e le influenze ambientali, inducono delle proteine funzionali nei neuroni a piegarsi male o a prendere il percorso sbagliato.


In queste malattie, c'è la morte progressiva delle cellule nervose in specifiche regioni del cervello, associata al crescente accumulo extracellulare o intracellulare di proteine ​​mal ripiegate. Questo porta la degenerazione delle sinapsi, e infine, alla perdita di cellule nervose e alle condizioni cognitive e comportamentali associate alle malattie.


Per comprendere meglio i meccanismi delle malattie, i ricercatori, guidati dal dottor Ayodeji Asuni del Centro per le Scienze Biologiche dell'Università, hanno confrontato il tessuto cerebrale della malattia da prioni, che rispecchia le caratteristiche principali dell'Alzheimer, con il cervello di topi di controllo.


Essi hanno scoperto che il processo degenerativo è accompagnato da un aumento degli astrociti - una cellula di sostegno importante nel cervello - e di quattro specifiche proteine associate agli ​​astrociti: GFAP (proteina strutturale), peroxiredoxin-6 (una proteina antiossidante), EAAT-2 (trasportatore del glutammato), e Clusterina (una proteina chaperone [=guida, cicerone]). Tutto questo è prodotto in quantità maggiore in risposta al malripiegamento delle proteine, forse per fornire supporto e protezione ai neuroni del cervello.


La ricerca attuale ha identificato la clusterina come un biomarcatore per l'Alzheimer e il team del dottor Asuni ha esteso le indagini per capire se i cambiamenti della clusterina nel cervello possano essere rilevati nel sangue; un tale risultato legitimerebbe la clusterin come potenziale biomarcatore per la malattia del cervello.


Il Dr Asuni dice: "Al contrario delle osservazioni fatte nell'Alzheimer, la maggiore espressione di clusterina nel cervello non è riflessa nei livelli circolanti di clusterina per la malattia da prioni nella fase avanzata. Quindi mettiamo in guardia dall'ipotizzare che i livelli plasmatici di clusterina siano una misura periferica alternativa della progressione della degenerazione del cervello. Crediamo che le osservazioni del nostro studio in condizioni sperimentali, dove i potenziali confondenti potevano essere ben controllati, saranno probabilmente validi per interpretare i risultati di pazienti con Alzheimer".


Lo studio, pubblicato in The Journal of Biological Chemistry, è stato effettuato nel «Centre for Biological Sciences» dell'Università, nell'ambito di una collaborazione tra i laboratori del professor Vincent O'Connor e del professor Hugh Perry. La ricerca è stata guidata dal dott Ayodeji Asuni con il contributo dei Dr Bryony Gray, Dr Joanne Bailey e del dottor Paul Skipp, ed è stata finanziata dal Medical Research Council.

 

 

 

 

 


FonteUniversity of Southampton  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  A. A. Asuni, B. Gray, J. Bailey, P. Skipp, V. H. Perry, V. O'Connor. Analysis of the Hippocampal Proteome in ME7 Prion Disease Reveals a Predominant Astrocytic Signature and Highlights the Brain-restricted Production of Clusterin in Chronic Neurodegeneration. Journal of Biological Chemistry, 2013; 289 (7): 4532 DOI: 10.1074/jbc.M113.502690

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.