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Ennesimo fallimento di farmaci per Alzheimer suscita però nuove idee

Altro fallimento di farmaci per Alzheimer suscita però nuove idee.I punteggi DAD (Disability Assessment for Dementia) sono mediamente peggiorati durante le 78 settimane dell'esperimento, e il farmaco “bapi” (linea blu tratteggiata) non ha mostrato alcun miglioramento rispetto al placebo. (Fonte: materiale dello studio)Il Dr. Stephen Salloway non cerca di sminuire i risultati negativi dei due studi clinici del farmaco bapineuzumab per Alzheimer, che egli stesso ha contribuito a condurre.


L'anticorpo NON è riuscito a produrre un miglioramento cognitivo nei volontari rispetto ad un placebo, come riferiscono lui ed i suoi colleghi il 23 gennaio sul New England Journal of Medicine.


Per quanto i risultati negativi avessero deluso le comunità di pazienti, mediche e degli investitori, quando sono stati comunicati inizialmente nel 2012, Salloway dice che nel frattempo i ricercatori hanno avuto alcune importanti lezioni, che stanno attivamente tentando di applicare ad un turno successivo di ricerche.


"Non ci possiamo permettere il lusso del tempo", ha detto Salloway. "C'è un'urgenza che non ci permette di aspettare".


I farmaci anticorpi come il bapineuzumab («bapi») legano e provocano l'eliminazione di proteine amiloide-beta che formano le placche nocive nel cervello dei malati di Alzheimer. (L'anticorpo solanezumab, anch'esso testato in studi con risultati altrettanto deludenti, pubblicati questa settimana in NEJM, lega le proteine amiloide-beta nel sangue, aiutando ad estrarre l'amiloide dal cervello).


Le lezioni importanti dedotte degli esperimenti del «bapi», ha detto Salloway, sono che dobbiamo testare i farmaci solo con le persone che stanno iniziando a formare le placche di amiloide-beta puntate dai farmaci, dosare i farmaci per produrre in modo sicuro un maggiore calo dell'amiloide, ed abbinare trattamenti modificanti la malattia che potrebbero essere complementari.


Si è dimostrato che la risposta più efficace viene da combinazioni di farmaci anziché da farmaci singoli, nota Salloway, non solo in alcune forme di cancro, ma anche nel convertire altri problemi precedentemente incurabili, come l'HIV, in condizioni gestibili a lungo termine.


Un'altra lezione potrebbe essere provare questi trattamenti in una fase più precoce, quando le placche amiloidi si stanno assemblando, ma prima che appaiano i sintomi del declino cognitivo.

[...]

 

 

 

 

 


FonteBrown University.

Riferimenti: Stephen Salloway, Reisa Sperling, Nick C. Fox, Kaj Blennow, William Klunk, Murray Raskind, Marwan Sabbagh, Lawrence S. Honig, Anton P. Porsteinsson, Steven Ferris, Marcel Reichert, Nzeera Ketter, Bijan Nejadnik, Volkmar Guenzler, Maja Miloslavsky, Daniel Wang, Yuan Lu, Julia Lull, Iulia Cristina Tudor, Enchi Liu, Michael Grundman, Eric Yuen, Ronald Black, H. Robert Brashear. Two Phase 3 Trials of Bapineuzumab in Mild-to-Moderate Alzheimer's Disease. New England Journal of Medicine, 2014; 370 (4): 322 DOI: 10.1056/NEJMoa1304839

Pubblicato in news.brown.edu  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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