Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Infermieri stanchi sono più propensi a pentirsi delle loro decisioni cliniche

Gli infermieri affaticati sono più propensi a esprimere la preoccupazione di aver preso una decisione sbagliata circa la cura di un paziente, secondo uno studio che appare nel numero di Gennaio del Journal of Critical Care (AJCC).


Lo studio ha scoperto che gli infermieri distrutti da stanchezza, perdita di sonno, sonnolenza diurna e incapacità di recuperare tra i turni sono più propensi degli infermieri ben riposati a segnalare il pentimento per le decisioni.


Questo rammarico per le decisioni prese [decision regret] è un sentimento cognitivo negativo che insorge quando un risultato reale differisce dal risultato desiderato o atteso. Per gli infermieri, riflette la preoccupazione che potrebbe essere stata presa la decisione sbagliata per quanto riguarda la cura del paziente.


Anche se il rammarico per le decisioni riflette le decisioni e i risultati negativi precedenti, esso può anche contribuire allo stress correlato al lavoro e compromettere la sicurezza del paziente in futuro. Questo legame tra la fatica dell'infermiere e il rammarico per la decisione si aggiunge al corpo di prove che sostiene la necessità di un'adeguata assunzione di personale per garantire l'uso di strategie di gestione della fatica e promuovere sia la sicurezza del paziente che un ambiente di lavoro sano.


Hanno collaborato l'autrice principale Linda D. Scott (RN, PhD, NEA-BC, FAAN), decano associata per gli affari accademici e professore associato al College of Nursing della University of Illinois di Chicago; Cynthia Arslanian-Engoren (RN, PhD, ACNS-BC, FAHA, FAAN) e Milo C. Engoren (MD, FCCM) dell'Università del Michigan di Ann Arbor.


"Gli infermieri hanno un ruolo fondamentale come membri del team di assistenza sanitaria, ma gli infermieri di terapia intensiva affaticati e privati ​​del sonno mettono i loro pazienti e se stessi a serio rischio", ha detto la Scott. "È necessario l'intervento proattivo per garantire che gli infermieri di terapia intensiva siano idonei al servizio e possano prendere decisioni essenziali per la sicurezza dei pazienti".


Gli infermieri di terapia intensiva e i loro datori di lavoro devono riconoscere l'effetto della fatica, della privazione del sonno e dell'eccessiva sonnolenza diurna sulle prestazioni cliniche e sugli esiti dei pazienti e devono impegnarsi in strategie per mitigare questi danni. I datori di lavoro sanitario dovrebbero attuare modelli di pianificazione che massimizzino la gestione della fatica, garantiscano che le risorse di supporto per le decisioni cliniche siano disponibili e incoraggino l'impiego di personale di soccorso per fornire pause di lavoro di completo sollievo e tempi di riposo pianificati strategicamente. "Lavorando insieme per gestire la fatica, gli infermieri di area critica e i datori di lavoro possono garantire che i pazienti ricevano le cure da dipendenti attenti, vigili e sicuri", ha detto la Scott.


Più di 600 infermieri che lavorano a tempo pieno nelle unità di terapia intensiva hanno compilato per lo studio un questionario sui dati personali e legati al lavoro, su qualità e quantità del sonno, sonnolenza diurna, sull'auto-efficacia clinico-decisionale e sul rimpianto.


La maggior parte degli intervistati ha riferito stanchezza moderatamente alta, privazione significativa del sonno e sonnolenza diurna, tutti elementi che influiscono sulla loro capacità di essere attenti, vigili e sicuri. Inoltre, gli infermieri non erano in grado di recuperare a sufficienza dal loro stato legato all'affaticamento durante i periodi di non-lavoro. Il rammarico per le decisioni è più comune tra gli infermieri maschi, tra chi lavora in turni di 12 ore e tra chi ha livelli di soddisfazione più bassi con le proprie decisioni cliniche.


La ricerca è stata finanziata in parte dal Kirkhof College of Nursing della Grand Valley State University di Grand Rapids nel Michigan, e dall'American Association of Critical-Care Nurses.

 

 

 

 

 


FonteAmerican Association of Critical-Care Nurses (AACN).

Riferimenti: L. D. Scott, C. Arslanian-Engoren, M. C. Engoren. Association of Sleep and Fatigue With Decision Regret Among Critical Care Nurses. American Journal of Critical Care, 2014; 23 (1): 13 DOI: 10.4037/ajcc2014191

Pubblicato in aacn.org (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.