Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Estrogeni sono prodotti anche dal cervello

Estrogeni sono prodotti anche dal cervelloUn team di ricerca della University of Wisconsin di Madison ha riferito ieri che il cervello può produrre e rilasciare estrogeni, una scoperta che potrebbe portare ad una migliore comprensione dei cambiamenti ormonali osservati da prima della nascita e nell'intero processo di invecchiamento.


La nuova ricerca dimostra che l'ipotalamo può controllare direttamente la funzione riproduttiva nelle scimmie rhesus e molto probabilmente svolge la stessa azione nelle donne.


Gli scienziati sanno da circa 80 anni che l'ipotalamo, un'area del cervello, è coinvolta nella regolazione del ciclo mestruale e nella riproduzione. Negli ultimi 40 anni, hanno previsto la presenza di estrogeni neurali, ma non sapevano se il cervello potresse effettivamente produrre e rilasciare estrogeni.


La maggior parte degli estrogeni, come l'estradiolo, un ormone importante che controlla il ciclo mestruale, sono prodotti nelle ovaie. L'estradiolo circola in tutto il corpo, compreso il cervello e la ghiandola pituitaria, e influenza la riproduzione, il peso corporeo, l'apprendimento e la memoria. Come risultato, molte funzioni normali sono compromesse quando le ovaie vengono rimosse o perdono la loro funzione dopo la menopausa.


"Ci ha sorpreso scoprire che l'ipotalamo può produrre rapidamente grandi quantità di estradiolo e partecipare al controllo dei neuroni che rilasciano l'ormone gonadotropina", dice Ei Terasawa, professore di pediatria alla Facoltà di Medicina e Sanità Pubblica della UW e scienziato senior al Wisconsin National Primate Research Center. "Questi risultati non solo spostano il concetto della regolazione della funzione e del comportamento riproduttivo, ma hanno implicazioni reali per la comprensione e la cura di numerose malattie e disturbi".


Per le malattie che possono essere collegate a squilibri degli estrogeni, come l'Alzheimer, l'ictus, la depressione, l'encefalomielite autoimmune sperimentale e altre malattie autoimmuni, l'ipotalamo può diventare una zona nuova da puntare con farmaci, dice la Terasawa. "Risultati come questi possono indicarci nuove direzioni di ricerca e a trovare nuovi strumenti diagnostici e trattamenti per le malattie neuroendocrine".


Lo studio, pubblicato ieri sul Journal of Neuroscience, "apre percorsi di ricerca completamente nuovi nella riproduzione e nello sviluppo umani, nonché nel ruolo dell'azione dell'estrogeno quando il corpo invecchia", riferisce il primo autore dello studio, Brian Kenealy, che ha conseguito il suo Ph.D. questa estate con il programma Endocrinologia e Fisiologia Riproduttiva alla UW-Madison. Kenealy ha effettuato tre studi:

  1. Nel primo esperimento, una breve infusione di estradiolo benzoato somministrata nell'ipotalamo di scimmie rhesus, che avevano avuto un intervento chirurgico per rimuovere le ovaie, ha stimolato rapidamente il rilascio di GnRH. Il cervello ha preso il controllo ed ha iniziato rapidamente a rilasciare questo estrogeno in grandi ondate pulsanti.
  2. Nel secondo esperimento, una lieve stimolazione elettrica dell'ipotalamo ha causato il rilascio sia di estrogeni che di GnRH (mimando così il modo in cui l'estrogeno potrebbe indurre un'azione di tipo neurotrasmettitoria).
  3. Nel terzo, il team di ricerca ha infuso letrazole, un inibitore dell'aromatasi che blocca la sintesi degli estrogeni, con conseguente mancanza di estrogeni, e rilascio di GnRH dal cervello.


Nell'insieme, questi metodi hanno dimostrato come la sintesi locale di estrogeni nel cervello è importante nella regolazione della funzione riproduttiva. I sistemi riproduttivi, neurologici e immunitari dei macachi rhesus hanno dimostrato di essere ottimi modelli biomedici per gli esseri umani da diversi decenni, dice la Terasawa, che si concentra sui meccanismi neurali ed endocrini che controllano l'inizio della pubertà. "Questo lavoro è un'ulteriore prova che questi animali ci possono insegnare tante funzioni di base che non capiamo pienamente negli esseri umani".


Sulla strada di questa scoperta, dice la Terasawa, l'evidenza recente ha dimostrato che gli estrogeni, che agiscono da neurotrasmettitori nel cervello, inducono rapidamente un comportamento sessuale nelle quaglie e nei ratti. Il lavoro di Kenealy è la prima prova di questa azione ipotalamica locale nei primati, e in quelli che non hanno nemmeno le ovaie.


"La scoperta che il cervello dei primati può produrre estrogeni è la chiave per una migliore comprensione dei cambiamenti ormonali osservati in ogni fase dello sviluppo, dal prenatale alla pubertà, e per tutta l'età adulta, compreso l'invecchiamento"
, dice Kenealy.

 

 

 

 

 


Fonte: University of Wisconsin-Madison.

Riferimenti: B. P. Kenealy, A. Kapoor, K. A. Guerriero, K. L. Keen, J. P. Garcia, J. R. Kurian, T. E. Ziegler, E. Terasawa. Neuroestradiol in the Hypothalamus Contributes to the Regulation of Gonadotropin Releasing Hormone Release. Journal of Neuroscience, 2013; 33 (49): 19051 DOI: 10.1523/JNEUROSCI.3878-13.2013

Pubblicato da Jordana Lenon in news.wisc.edu (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.