Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Gene mutato aumenta il rischio di Parkinson dai pesticidi

Un team di ricercatori ha chiarito un pò di più il quadro delle interazioni geni-ambiente che possono uccidere le cellule nervose che producono dopamina, il neurotrasmettitore che invia messaggi alla parte del cervello che controlla il movimento e la coordinazione.


Le loro scoperte, descritte in un documento pubblicato ieri online su Cell, comprendono l'identificazione di una molecola che protegge i neuroni dai danni dei pesticidi.


"Abbiamo usato per la prima volta le cellule staminali umane, derivate da pazienti di Parkinson, per dimostrare che una mutazione genetica combinata con l'esposizione ai pesticidi crea uno scenario di 'doppio colpo', producendo radicali liberi nei neuroni, che disabilitano percorsi molecolari specifici che causano la morte delle cellule
nervose", dice Stuart Lipton, MD, Ph.D., professore e direttore di Del E. Webb Center for Neuroscience, Aging, and Stem Cell Research del Sanford-Burnham e autore senior dello studio.


Fino ad ora, il legame tra pesticidi e Parkinson era basato principalmente su studi animali e studi epidemiologici che avevano dimostrato un aumento del rischio di malattia tra gli agricoltori, le popolazioni rurali, e altri individui esposti a prodotti chimici agricoli.


Nel nuovo studio, Lipton, insieme a Rajesh Ambasudhan, Ph.D., professore assistente di ricerca nel Del E. Webb Center e Rudolf Jaenisch, MD, membro fondatore del Whitehead Institute for Biomedical Research e professore di biologia al Massachusetts Institute of Technology (MIT), ha usato le cellule della pelle di pazienti di Parkinson che avevano una mutazione nel gene che codifica una proteina chiamata alfa-sinucleina. L'alfa-sinucleina è la proteina principale che si trova nei corpi di Lewy, i ciuffi di proteine che sono il segno distintivo patologico del Parkinson.


Usando cellule della pelle dei pazienti, i ricercatori hanno creato cellule umane staminali pluripotenti indotte (hiPSC) contenenti la mutazione, e hanno poi "corretto" la mutazione dell'alfa-sinucleina in altre cellule. Successivamente, essi hanno riprogrammato tutte queste cellule per diventare il tipo specifico di cellule nervose che è danneggiato nel Parkinson, chiamate neuroni-contenenti-dopamina A9, creando così due serie di neuroni, identici in ogni aspetto, eccetto che per la mutazione dell'alfa-sinucleina.


"L'esposizione di neuroni sia normali che mutanti ai pesticidi, come paraquat, maneb o rotenone, crea un eccesso di radicali liberi nelle cellule con la mutazione, causando danni ai neuroni-contenenti-dopamina che portano alla morte delle cellule", ha detto Frank Soldner, MD, ricercatore nel laboratorio di Jaenisch e co-autore dello studio. "In effetti, abbiamo osservato gli effetti negativi di tali pesticidi con esposizioni brevi a dosi ben inferiori ai livelli accettate dall'EPA", ha dichiarato Scott Ryan, Ph.D., ricercatore nel Del E. Webb Center e autore principale del documento.


L'accesso ai neuroni geneticamente abbinati, ad eccezione di una singola mutazione, ha semplificato l'interpretazione del contributo genetico alla morte neuronale indotta da pesticidi. In questo caso, i ricercatori sono riusciti ad individuare come le cellule mutate, se esposte a pesticidi, interrompono un percorso mitocondriale cruciale chiamato MEF2C-PGC1alpha, che di norma protegge i neuroni contenenti dopamina. I radicali liberi attaccano la proteina MEF2C, portando alla perdita di funzione di questo percorso che altrimenti proteggerebbe le cellule nervose dai pesticidi.


"Una volta che abbiamo capito il percorso e quali molecole sono alterate dai pesticidi, abbiamo usato la scansione ad alta capacità per identificare le molecole che potrebbero inibire l'effetto dei radicali liberi sul percorso", ha detto Ambasudhan. "Una molecola individuata è l'isossazolo, che protegge i neuroni mutanti dalla morte cellulare indotta dai pesticidi testati. Poiché molti farmaci approvati dalla FDA contengono derivati ​​dell'isossazolo, questi risultati possono avere potenziali implicazioni cliniche per riproporre questi farmaci come trattamento del Parkinson".


Anche se lo studio mostra chiaramente la relazione tra una mutazione, l'ambiente, e il danno fatto ai neuroni-contenenti-dopamina, ciò non esclude l'importanza di altre mutazioni e percorsi. Il team prevede di esplorare i meccanismi molecolari aggiuntivi che dimostrano come i geni e l'ambiente interagiscono per contribuire al Parkinson e ad altre malattie neurodegenerative, come l'Alzheimer e la SLA.


"In futuro, prevediamo di usare la conoscenza delle mutazioni che predispongono un individuo a queste malattie, per prevedere chi dovrebbero evitare una particolare esposizione ambientale. Inoltre, saremo in grado di individuare i pazienti che possono beneficiare di una terapia specifica in grado di prevenire, trattare, o forse curare queste malattie", ha detto Lipton.

 

 

 

 

 


Fonte: Sanford-Burnham Medical Research Institute.

Riferimenti: Scott D. Ryan, Nima Dolatabadi, Shing Fai Chan, Xiaofei Zhang, Mohd Waseem Akhtar, James Parker, Frank Soldner, Carmen R. Sunico, Saumya Nagar, Maria Talantova, Brian Lee, Kevin Lopez, Anthony Nutter, Bing Shan, Elena Molokanova, Yaoyang Zhang, Xuemei Han, Tomohiro Nakamura, Eliezer Masliah, John R. Yates, Nobuki Nakanishi, Aleksander Y. Andreyev, Shu-ichi Okamoto, Rudolf Jaenisch, Rajesh Ambasudhan, Stuart A. Lipton. Isogenic Human iPSC Parkinson’s Model Shows Nitrosative Stress-Induced Dysfunction in MEF2-PGC1α Transcription. Cell, 2013; DOI: 10.1016/j.cell.2013.11.009

Pubblicato da Susan Gammon, Ph.D., in beaker.sanfordburnham.org (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.