Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


ApoE nel plasma legato al rischio di demenza

Un nuovo studio dimostra che i livelli plasmatici di apolipoproteina E (ApoE) sono associati al rischio di Alzheimer (AD) e di demenza, indipendentemente dal genotipo ApoE.


Usando due grandi coorti della popolazione generale, ricercatori danesi hanno scoperto che bassi livelli plasmatici di ApoE sono associati a un rischio significativamente più alto di AD e di tutte le altre demenze, ma non alla malattia cerebrovascolare, indipendentemente dalla presenza o meno del genotipo ApoE ε4 già associato all'aumento del rischio di AD.


"Queste cose suggeriscono che i livelli plasmatici di ApoE possono essere un nuovo biomarcatore plasmatico preclinico della demenza, e ancora, questo è il primo biomarcatore del plasma a predire la futura demenza", ha detto Ruth Frikke-Schmidt, del Rigshospitalet al Copenhagen University Hospital di Copenhagen in Danimarca. Lei ipotizza che bassi livelli di plasma riflettano un'attività dell'ApoE nel cervello. "Quindi un basso ApoE nel plasma riflette una bassa produzione di ApoE nel cervello, che probabilmente non va bene, perché significa che viene eliminata meno amiloide-β", ha concluso.


La Dott.ssa Frikke - Schmidt ha riferito questi risultati alla Scientific Sessions 2013 dell'American Heart Association (AHA).

Rischio fondato

L'ApoE ha un ruolo importante nel trasporto dei lipidi e nella riparazione neuronale, dicono gli autori. Nella circolazione, è associato, e funziona, da ligando per i recettori nel fegato, eliminando le lipoproteine ricche di trigliceridi. "Ma nel cervello, la situazione è diversa", ha detto la dott.ssa Frikke-Schmidt. Gli astrociti producono ApoE, che lì è responsabile dell'eliminazione dell'amiloide-β, la proteina "appiccicosa" che forma le placche senili dell'AD e di altre forme di demenza.


La forte associazione tra una variante genetica dell'ApoE (l'ε4), e la demenza, in particolare l'AD, è stata stabilita nel 1993 ed "è stata convalidata a livello globale", ha detto. Più tardi l'ApoE ε4 è stato collegato anche ad un aumento del rischio moderato di malattia cerebrovascolare.


In questo studio, i ricercatori si sono attivati per verificare se i livelli plasmatici di ApoE sono anch'essi legati al rischio di AD, demenza o malattia cerebrovascolare, indipendentemente dal genotipo ApoE. "Questo è importante perché non abbiamo i biomarcatori della demenza, e solo pochi per la malattia cerebrovascolare", ha detto.

[... dettagli dello studio, con più di 76.000 partecipanti, disponibili sul documento originale, link a fine articolo]



"Penso che [i risultati di questo studio] costituiscano la più forte evidenza che l'effetto dei livelli di ApoE sulla demenza sono indipendenti dal genotipo", ha detto. Questo è ulteriormente confermato dal fatto non c'è alcuna evidenza dell'interazione tra i livelli di ApoE e il genotipo ApoE nel predire la demenza, ha aggiunto.


Non c'è alcuna associazione tra ApoE del plasma e malattia cerebrovascolare, ma c'è un'associazione tra il genotipo ApoE e le malattie cardiovascolari. C'è un leggero aumento del rischio di tutte le malattie cardiovascolari per i portatori della variante ε44, che è più pronunciato per l'ictus emorragico, ha osservato, e queste associazioni sono rimaste significative anche dopo l'aggiustamento per altri lipidi e proteine, compreso l'ApoE.


La Dott.ssa Frikke-Schmidt cita un articolo recente su Nature che dimostra in un modello di topo che l'allele ε44 e una mancanza di ApoE sono associati ad una risposta infiammatoria nei periciti dell'unità neurovascolare, che porta ad un difetto della barriera emato-encefalica e alla penetrazione di sostanze neurotossiche nel tessuto cerebrale, iniziando il processo di AD.


Gli autori non hanno rivelato alcun conflitto di interesse rilevante.

 

 

 

 

 


Riferimenti: American Heart Association (AHA) Scientific Sessions 2013. Abstract #17377. Presented November 18, 2013.

Pubblicato in medscape.com (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)