Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperto nuovo metodo per bloccare le infiammazioni

I ricercatori del Langone Medical Center della New York University hanno scoperto un meccanismo che scatena l'infiammazione cronica nell'Alzheimer, nell'aterosclerosi e nel diabete di tipo 2 (malattie associate all'invecchiamento e all'infiammazione), che insieme colpiscono più di 100 milioni di americani.


I risultati, pubblicati ieri 1 Luglio su Nature Immunology, suggeriscono una trama biochimica comune in più malattie e indicano la strada per una nuova classe di terapie che potrebbero trattare l'infiammazione cronica in queste malattie non infettive senza paralizzare il sistema immunitario.


Quando il corpo incontra un agente patogeno, scatena un flusso di sostanze chimiche, chiamate citochine, che attirano le cellule immunitarie sul sito dell'infezione e provocano l'infiammazione. Anche materie particolari del corpo (come ad esempio i cristalli di colesterolo associati alle malattie vascolari e le placche amiloidi che si formano nel cervello di Alzheimer) possono causare infiammazione, ma l'esatto meccanismo d'azione rimane poco chiaro.


I ricercatori finora pensavano che questi cristalli e placche si accumulassero al di fuori delle cellule, e che i macrofagi (le cellule immunitarie che puliscono i residui nel corpo, come quella nell'immagine sopra) inducessero l'infiammazione nel tentativo di eliminarli. "Abbiamo scoperto che il meccanismo che causa l'infiammazione cronica in queste malattie è in realtà molto diverso", dice Kathryn J. Moore, PhD, autorice senior dello studio e professore associato di medicina e biologia cellulare alla Divisione Leon H. Charney di Cardiologia del Langone Medical Center alla NYU.


I ricercatori hanno scoperto che le materie particolari non si fermano sulla parte esterna delle cellule. Al contrario, il recettore CD36, presente sui macrofagi, porta le forme solubili di queste particelle all'interno della cellula dove vengono trasformate in sostanze che scatenano una risposta infiammatoria.


Dice la Dott.ssa Moore: "Abbiamo scoperto che il CD36 si lega al colesterolo solubile e alla materia proteica associate a queste malattie, le tira dentro la cella, e poi le trasforma. I cristalli insolubili e l'amiloide risultanti danneggiano il macrofago e innescano una potente citochina, denominata interleuchina-1B, legata alla risposta infiammatoria cronica".


Questi risultati hanno implicazioni cliniche interessanti. Quando i ricercatori bloccano il recettore CD36 nei topi con aterosclerosi (per cui il colesterolo ispessisce le arterie), si attutisce la risposta delle citochine, si forma un minor numero di cristalli di colesterolo nelle placche e diminuisce l'infiammazione. Di conseguenza si placa anche l'aterosclerosi.


Le altre strategie, con obiettivo meno definito, per controllare l'infiammazione possono ostacolare la risposta immunitaria, ma la strategia che punta il CD36 impedisce ad alcune citochine di combattere gli agenti patogeni, e blocca la capacità del CD36 di innescare l'interleuchina-1B. "I nostri risultati identificano nel CD36 il regolatore centrale della risposta immunitaria in queste condizioni e suggeriscono che bloccare il CD36 potrebbe essere una opzione terapeutica comune a tutte e tre le malattie", conclude la Dott.ssa Moore.


Il finanziamento di questo lavoro proviene dal National Institutes of Health e dalla American Heart Association.

 

 

 

 

 


Fonte: NYU Langone Medical Center / New York University School of Medicine.

Riferimento: Frederick J Sheedy, Alena Grebe, Katey J Rayner, Parisa Kalantari, Bhama Ramkhelawon, Susan B Carpenter, Christine E Becker, Hasini N Ediriweera, Adam E Mullick, Douglas T Golenbock, Lynda M Stuart, Eicke Latz, Katherine A Fitzgerald, Kathryn J Moore. CD36 coordinates NLRP3 inflammasome activation by facilitating intracellular nucleation of soluble ligands into particulate ligands in sterile inflammation. Nature Immunology, 2013; DOI: 10.1038/ni.2639

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.