Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ripristino della mielinazione può essere un nuovo modo di trattare l'Alzheimer

 

Una nuova potenziale strategia di trattamento per i pazienti con malattia di Charcot-Marie-Tooth è all'orizzonte, grazie alla ricerca di neuroscienziati attualmente all'Hunter James Kelly Research Institute dell'Università di Buffalo ed di loro colleghi in Italia e in Inghilterra.

L'istituto di ricerca è il settore di ricerca dell'Hunter's Hope Foundation, fondato nel 1997 da Jim Kelly, famoso quarterback dei Buffalo Bills, e da sua moglie, Jill, dopo che al loro figlio neonato Hunter è stata diagnosticata la Leucodistrofia di Krabbe, una malattia mortale ereditaria del sistema nervoso.


Il numero di guaine mieliniche aumenta dopo il
trattamento con salubrinal nelle colture di topi con
neuropatia. Untreated=non trattato, treated=
trattato. (Credit: Image courtesy of University at
Buffalo)

Hunter è morto nel 2005 a otto anni. L'Istituto svolge attività di ricerca sulla mielina e le malattie correlate ad essa con l'obiettivo di sviluppare nuovi modi di comprendere e trattare condizioni come la malattia di Krabbe e altre leucodistrofie.


La malattia di Charcot-Marie-Tooth o CMT, che colpisce i nervi periferici, è una delle più comuni malattie neurologiche ereditarie, è una malattia della mielina, il risultato di una errata piegatura di proteine ​nelle cellule che producono mielina.


Le nuove scoperte sono state pubblicate online all'inizio di questo mese in The Journal of Experimental Medicine.Esse possono avere rilevanza per altre malattie che derivano da proteine mal ripiegate, comprese l'Alzheimer, il Parkinson, la sclerosi multipla, il diabete di tipo 1, il cancro e il morbo della mucca pazza.


Il documento mostra che neuropatia causata da alcune mutazioni genetiche nella CMT sarebbe dovuta ad alcuni passi falsi nell'omeostasi traslazionale, il processo di regolazione della nuova produzione di proteine tale da garantire il mantenimento nelle cellule di un preciso equilibrio tra lipidi e proteine.


Le neuropatie CMT sono comuni, ereditarie e progressive; nei casi più gravi, i pazienti finiscono in sedia a rotelle. Queste malattie colpiscono in modo significativo la qualità della vita, ma non la longevità, richiedendo un importante tributo ai pazienti, alle famiglie e alla società, osservano i ricercatori.


"E' possibile che la nostra scoperta possa portare allo sviluppo di un trattamento efficace non solo per le neuropatie CMT, ma anche per altre malattie legate all'errato ripiegamento delle proteine", dice Lawrence Wrabetz, MD, Direttore dell'Istituto e professore di neurologia e biochimica alla Scuola di Medicina e Scienze Biomediche dell'UB e autore responsabile dello studio. Maurizio D'Antonio, della Divisione di Genetica e Biologia Cellulare dell'Istituto Scientifico San Raffaele di Milano è il primo autore; Wrabetz ha fatto la maggior parte di questa ricerca mentre era al San Raffaele, prima di venire all'UB.


I rusultati della ricerca ruotano attorno alla sintesi di proteine ​​mal ripiegate nelle cellule di Schwann, che producono mielina nei nervi. La mielina è il materiale grasso essenziale che avvolge gli assoni dei neuroni e permette loro di segnalare in modo efficace. Molte neuropatie CMT sono associate a mutazioni in un gene chiamato P0, che incolla insieme gli strati di mielina. Wrabetz aveva dimostrato in precedenza, in esperimenti con topi transgenici, che tali mutazioni provocano il guasto della mielina, che di conseguenza degenera i nervi periferici e rovina i muscoli.


Quando le cellule realizzano che sono sintetizzate delle proteine ​​mal ripiegate, le cellule rispondono riducendo molto la produzione di proteine ​​nel tentativo di risolvere il problema, spiega Wrabetz. Le cellule iniziano nuovamente la sintesi proteica quando è coinvolta una proteina chiamata Gadd34. "Dopo che le cellule hanno reagito, e corretto, il misfolding delle proteine, il lavoro della Gadd34 è di far ripartire la sintesi proteica", dice Wrabetz. "Abbiamo dimostrato che, una volta che la Gadd34 viene riattivata, essa attiva la sintesi di proteine ad un livello troppo alto: questo causa i maggiori problemi nella mielinizzazione. Abbiamo fornito la prova di principio che la Gadd34 causa un problema con l'omeostasi traslazionale ed è questo a causare alcune neuropatie". "Abbiamo dimostrato che se riduciamo appena la Gadd34, otteniamo veramente una migliore mielinizzazione. Quindi lasciare la sintesi proteica parzialmente spenta è meglio di riaccenderla completamente".


I ricercatori hanno migliorato la mielina, sia in cultura che in un topo modello transgenico di neuropatie CMT, riducendo la Gadd34 con il salubrinal, un farmaco di ricerca a piccole molecole. Anche se il salubrinal non è idoneo all'uso umano, Wrabetz e colleghi della UB e altrove stanno lavorando per sviluppare strumenti derivati appropriati. "Se potessimo dimostrare che una nuova versione di questa molecola è sicura ed efficace, potrebbe diventare parte di una nuova strategia terapeutica per la CMT e forse anche per altre malattie proteine ​​mal ripiegate", dice Wrabetz.


E mentre al centro di questa particolare ricerca c'è la CMT, il lavoro sta aiutando gli scienziati dell'Istituto di Ricerca James Kelly Hunter ad arricchire la loro comprensione dei disturbi della mielina in generale. "Quello che impariamo in una malattia, come la CMT, può determinare come valutiamo le tossine per altre, come la Krabbe", scrive Wrabetz. "Vorremmo costruire delle basi e rispondere alle domande fondamentali su dove e quando comincia la tossicità nelle malattie".


Le malattie da proteine ​​mal ripiegate sono un gruppo interessante e stimolante di malattie da studiare, continua. "La CMT, per esempio, è causata da mutazioni in 40 geni diversi", dice. "Quando ci sono così tanti geni diversi coinvolti e tanti meccanismi diversi, è necessario trovare un meccanismo unificante: questo problema che il Gadd34 accende la sintesi proteica ad un livello troppo alto potrebbe essere un meccanismo unificante. La speranza è che questa prova di principio si applichi oltre la CMT e possa portare a migliori trattamenti per l'Alzheimer, il Parkinson, il diabete di tipo 1 e le altre malattie causate da proteine ​​mal ripiegate".


Oltre a D'Antonio e Wrabetz hanno collaborato M. Laura Feltri, MD, professore di neurologia e biochimica alla UB e ricercatrice all'Hunter James Kelly Research Institute dell'UB al NYS Center of Excellence in Bioinformatics and Life Sciences; Nicolo Musner, Cristina Scapin, Daniela Ungaro e Ubaldo Del Carro dell'Istituto Scientifico San Raffaele e David Ron di Cambridge e del Cambridge Biomedical Research Centre dell'Istituto Nazionale di Ricerca Sanitaria.


Il finanziamento è arrivato dal National Institutes of Health, dalla Comunità europea e una sovvenzione a D'Antonio dal Ministero della Salute italiano.

 

 

 

 

 


Fonte: University at Buffalo. Articolo originale scritto da Ellen Goldbaum.

Riferimento: M. D'Antonio, N. Musner, C. Scapin, D. Ungaro, U. Del Carro, D. Ron, ML Feltri, L. Wrabetz. Resetting translational homeostasis restores myelination in Charcot-Marie-Tooth disease type 1B mice. Journal of Experimental Medicine, 2013; 210 (4): 821 DOI: 10.1084/jem.20122005.

Pubblicato in Science Daily il 26 Aprile 2013 (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

 

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

Notizie da non perdere

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.