Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ricordi sono la mappa del tempo: il cervello non lo registra semplicemente, lo struttura

May Britt Moser and Edvard Moser use beads on a string to explain how our sense of time worksMay-Britt Moser ed Edvard Moser usano perline su una cordicella per spiegare come funziona il nostro senso del tempo. La corda rappresenta la nostra esperienza soggettiva del tempo, che di solito procede agevolmente. Ma quando succede qualcosa di importante, il segnale salta. Edvard lo dimostra sollevando in alto la corda e May-Britt mette una graffetta in quel punto. Il fermaglio segna l'inizio di una nuova esperienza, una sorta di segnalibro nel cervello. (Foto Rita Elmkvist Nilsen/Kavli Institute edited by Nina Tveter/NTNU)

Il team di ricerca guidato dai premi Nobel May-Britt e Edvard Moser, del Kavli Institute for Systems Neuroscience della Norwegian University of Science and Technology (NTNU), è già noto per la scoperta del senso del luogo del cervello. Ora ha dimostrato che il cervello intreccia anche un arazzo del tempo: segmenta e organizza eventi in esperienze, mettendo segnalibri unici su di loro in modo che la nostra vita non diventi un flusso sfocato, ma piuttosto una serie di momenti e ricordi significativi che possiamo rivisitare e da cui imparare.


Viviamo in un flusso continuo di informazioni sensoriali fugaci. Come riusciamo a selezionare e segmentare questo flusso di realtà in esperienze significative che portiamo avanti nella vita? I ricercatori della NTNU hanno trovato una risposta 'balzante' in un nuovo studio pubblicato su Science.

 

Un segnale che non si ripete mai

I ricercatori hanno esaminato una parte del sistema di memoria del cervello chiamato corteccia entorinale laterale (CEL). Quest'area fornisce stimoli importanti che aiutano a generare il nostro senso del tempo durante esperienze e ricordi. Una nuova tecnologia chiamata Neuropixels ha permesso di registrare contemporaneamente migliaia di cellule cerebrali in quest'area.


"Abbiamo scoperto che le cellule cerebrali lavorano insieme per creare un segnale che si muove costantemente con uno schema che non si ripete mai, nemmeno durante il sonno. Questa deriva non è guidata da ciò che facciamo o vediamo, ma è una proprietà intrinseca della rete", ha affermato Edvard Moser, professore di neuroscienze del Kavli Institute della NTNU. "È come se questa area cerebrale fosse cablata specificamente per catturare nuove sensazioni ed esperienze".

 

Il cervello crea segnalibri

"Quando succede qualcosa di importante, inaspettato o significativo - ad esempio una ricompensa, un nuovo posto o una sorpresa - questo segnale fa un balzo improvviso prima di continuare la sua deriva silenziosa. Questi salti segnano l'inizio e la fine di un'esperienza", ha detto Ben Kanter, primo autore dello studio.


I ricercatori usano l'analogia delle perle su una cordicella per illustrare come funziona il nostro senso del tempo. La stringa rappresenta la nostra esperienza soggettiva del tempo, che di solito scivola senza intoppi. Ma quando succede qualcosa di importante, il segnale salta. Edvard Moser lo dimostra sollevando la stringa verso l'alto e May-Britt mette una graffetta in quel punto. Il fermaglio segna l'inizio di una nuova esperienza: una sorta di segnalibro nel cervello.

 

Un segnale che scivola e salta

I ricercatori hanno registrato l'attività nella CEL, la parte del cervello che contribuisce al nostro senso del tempo, trovando che:

  • L'attività CEL scivola lentamente in avanti senza mai ripetersi, indipendentemente da ciò che l'animale sta facendo, incluso durante il sonno.
  • Quando accade qualcosa di importante o sorprendente, il segnale fa un salto improvviso; l'attività aumenta rapidamente all'inizio di un nuovo evento prima di sistemarsi di nuovo al basale.
  • Questi salti creano 'codici a barre' neurali unici per ogni esperienza, consentendo al cervello di conservare e recuperare i ricordi.


Dopodiché, il senso del tempo continua la sua silenziosa deriva, con un evento dopo l'altro infilato sulla corda nell'ordine corretto, come perline su una collana. In questo modo, i salti dividono il flusso continuo delle informazioni sensoriali in esperienze distinte e significative, organizzate nella sequenza con cui si sono effettivamente verificate. "Questi salti offrono a ogni esperienza una firma neurale unica - un segnalibro, come un codice a barre nel cervello - che consente di conservare le esperienze come ricordi e recuperarli in seguito", ha detto Kanter.

 

Il tempo lancia i nostri ricordi

Lo studio spiega anche perché il tempo sembra così diverso nel momento rispetto alla memoria. "Un'ora noiosa può sembrare lunga mentre sta accadendo, ma lascia pochi ricordi e quindi sembrerà corta in retrospettiva. Il cervello non misura il tempo sperimentato in sé stesso, ma le esperienze. Più dettagli ed eventi archiviamo, più ricco e lungo appare il tempo nella nostra memoria", ha affermato Edvard Moser. "In altre parole, sono le nostre esperienze e ricordi che creano il nostro senso del tempo".

 

Un pezzo importante nel puzzle dell'Alzheimer

I risultati dello studio possono anche avere importanti implicazioni per comprendere la demenza: "Il morbo di Alzheimer (MA) inizia spesso nella corteccia entorinale laterale, proprio dove viene creato il senso del tempo", ha affermato May-Britt Moser. "Quando le cellule del CEL muoiono, diventa più difficile organizzare i ricordi e comprendere la sequenza di eventi".


Lei lo illustra raccogliendo le forbici e tagliando la corda di perline tenuta da Edvard. Il filo organizzativo del tempo è reciso e le perle - gli eventi - si riversano in disordine sul tavolo, senza struttura. "Il nostro obiettivo è capire come un cervello sano organizza tempo e ricordi. Se ci riusciamo, potremmo essere in grado di sviluppare metodi per rilevare prima il MA e fermare la morte cellulare prima che la malattia causi troppi danni", afferma.


Al K.G. Jebsen Centre for Alzheimer’s Disease, i neuroscienziati del Kavli stanno già collaborando con i neurologi all'ospedale St. Olavs usando questa conoscenza per sviluppare biomarcatori in grado di rilevare la malattia in anticipo. L'obiettivo finale è chiaro: risolvere il puzzle del MA e dare alle persone la possibilità di mantenere intatti ricordi e vita il più a lungo possibile.

 

 

 


Fonte: Rita Elmkvist Nilsen in Norwegian University of Science and Technology (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: BR Kanter, [+3], EI Moser. Event structure sculpts neural population dynamics in the lateral entorhinal cortex. Science, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.