Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


IA rivela il ruolo da 'protagonista' degli astrociti nelle dinamiche del cervello

astroglia from FloridaAtlanticUniAstroglia, un termine ampio che comprende astrociti e relative cellule progenitrici. (Fonte: Florida Atlanti cUni)

Sono finalmente sotto i riflettori delle neuroscienze le cellule gliali a lungo trascurate e sottovalutate, cellule non neuronali che supportano, proteggono e comunicano con i neuroni. Un nuovo studio della Florida Atlantic University evidenzia la sorprendente influenza di una particolare cellula gliale, rivelando il suo ruolo molto più attivo e dinamico nella funzione cerebrale di quanto si pensava finora.


Utilizzando una sofisticata modellazione computazionale e l'apprendimento automatico, i ricercatori hanno scoperto che gli astrociti, una cellula gliale a forma di 'stella', modulano sottilmente, ma significativamente, la comunicazione tra i neuroni, specialmente durante un'attività cerebrale altamente coordinata e sincrona.


"È evidente che le cellule gliali sono implicate significativamente in diverse funzioni cerebrali, rendendo l'identificazione della loro presenza tra i neuroni un problema accattivante e importante", ha affermato l'autore senior Rodrigo Pena PhD, assistente professore di scienze biologiche della FAU. "Per quell'obiettivo la modellazione può essere utile. Tuttavia, la simulazione delle complesse interazioni tra cellule gliali e neuroni è un compito impegnativo che richiede approcci computazionali avanzati".


La ricerca, eseguita in collaborazione con la Federal University of São Carlos e con l'Università di San Paolo in Brasile, affronta una carenza fondamentale nelle neuroscienze.


"Mentre i neuroni hanno dominato a lungo la conversazione, le cellule gliali - e prevalentemente gli astrociti - sono state trattate come strutture di supporto passivo. Ma scoperte recenti hanno sfidato questa visione incentrata sui neuroni, suggerendo che gli astrociti sono partecipanti attivi in ​​processi come la modulazione sinaptica, la regolazione dell'energia e anche la coordinazione della rete", ha detto la coautrice Lara Fontenas PhD, assistente prof.ssa di scienze biologiche della FAU.


Lo studio, pubblicato su Cognitive Neurodynamics, approfondisce queste idee, dimostrando che gli astrociti influenzano il modo in cui gruppi di neuroni sparano insieme, specialmente quando il cervello è in uno stato 'sincrono', in cui grandi popolazioni di neuroni sparano con un ritmo coordinato, una condizione cruciale per le funzioni come l'attenzione, la formazione della memoria e i cicli del sonno.


Per esplorare ciò, il team ha generato dati artificiali sulla rete cerebrale e ha applicato una suite di modelli di apprendimento automatico che includono Decision Trees, Gradient Boosting, Random Forests e Feedforward Neural Networks per classificare e rilevare l'influenza degli astrociti in diversi stati della rete. I risultati rivelano che [il modello] Feedforward Neural Networks è emerso come quello più efficace, specialmente in condizioni asincrone (meno coordinate), dove acquisire modelli sottili richiedeva dati più ricchi e complessi.


"Il nostro obiettivo era identificare la presenza di cellule gliali nella trasmissione sinaptica usando diversi metodi di apprendimento automatico, che non richiedono forti ipotesi sui dati", ha affermato Pena. "Abbiamo scoperto che il tasso medio di sparo - una misura sperimentale comune - era particolarmente efficace nell'aiutare questi modelli a rilevare influenze gliali, specialmente se abbinati a solidi algoritmi come il Feedforward Neural Networks".


Secondo la Fontenas, i ricercatori possono ora studiare questi risultati computazionali in modelli animali appropriati come il pesce zebra. Uno dei risultati chiave dello studio è che gli astrociti esercitano la loro influenza più forte durante gli stati cerebrali sincroni. In queste condizioni, strumenti statistici avanzati come lo spike-train coherence, che misurano le relazioni temporali tra segnali neurali, hanno rilevato uno spostamento verso uno sparo più coordinato e con diverse frequenze quando erano presenti astrociti. Ciò suggerisce che gli astrociti non solo supportano, ma possono anche sintonizzare meglio la dinamica ritmica delle reti cerebrali, contribuendo potenzialmente alla stabilità e al flusso di informazioni.


"Anche con le difficoltà di identificare la presenza di cellule gliali, il nostro studio evidenzia l'utilità dell'apprendimento automatico nel rilevare la loro influenza all'interno delle reti neurali, in particolare sfruttando il tasso di sparo medio come un efficace metodo di raccolta dei dati", ha affermato Pena.


Le metriche tradizionali di attività cerebrale come il tasso di sparo e il coefficiente di variazione spesso mancano queste sottigliezze. Lo studio mostra che sebbene gli astrociti influenzino il comportamento della rete, i loro contributi non producono sempre grandi cambiamenti nelle misure convenzionali. Di conseguenza, rilevare la loro influenza richiede strumenti più ricchi di sfumature, che possono vedere oltre l'ovvio e identificare i modelli più profondi nell'attività cerebrale.


Mentre la scienza continua a svelare le complessità della mente umana, questo studio ricorda che alcuni dei più importanti contributori del cervello sono stati ignorati per lungo tempo. Grazie all'apprendimento automatico e alle neuroscienze computazionali, l'influenza invisibile degli astrociti diventa ora visibile, e con essa, un quadro più ricco e completo di come funziona davvero il cervello.


"Migliorando la nostra capacità di rilevare l'influenza gliale attraverso metodi statistici avanzati, apriamo nuove strade per esplorare il modo in cui le interazioni neuroni-glia modellano la funzione cerebrale", ha affermato Pena. "È un passo fondamentale verso la comprensione dei disturbi neurologici e potrebbe informare le terapie future che puntano non solo i neuroni, ma l'intero ecosistema cellulare del cervello".

 

 

 


Fonte: Gisele Galoustian in Florida Atlantic University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: JP Pirola, [+4], RFO Pena. Astrocytic signatures in neuronal activity: a machine learning-based identification approach. Cogn Neurodyn, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.