Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Sintomi della menopausa possono essere cruciali per capire il rischio di Alzheimer

Symptoms of menopause Image by Freepik

Vampate di calore, sudorazioni notturne, secchezza vaginale, infezioni del tratto urinario, cicli irregolari, bassa libido, difficoltà a dormire, nebbia cerebrale, sbalzi d'umore - e in rari casi, persino una sensazione di bruciore della lingua. Cosa potrebbero avere in comune tutti questi sintomi? Possono essere tutti segni di menopausa.

Ma questi sintomi potrebbero suggerire una storia più grande? Una nuova ricerca suggerisce che i sintomi della menopausa non sono solo ostacoli immediati da superare; potrebbero anche contenere indizi sulla salute futura di una persona, incluso il suo rischio di condizioni come la demenza. Tuttavia, per capire questa connessione, dobbiamo prima capire cos'è la menopausa e come colpisce il cervello e il corpo.

 

Cos'è la menopausa?

La menopausa segna la fine naturale dei periodi mestruali di una donna, che avviene in genere alcuni anni prima o dopo i 50. Ufficialmente, la menopausa indica il giorno specifico in cui una donna ha passato un anno intero senza un ciclo mestruale. Tuttavia, la menopausa non accade dalla sera alla mattina.

Inizia spesso anni prima con una fase chiamata perimenopausa, durante la quale il corpo si prepara alla menopausa e i livelli ormonali - in particolare gli estrogeni - fluttuano. Questa transizione può durare diversi anni, portando spesso sintomi come cicli irregolari, vampate di calore, sbalzi d'umore e altro ancora. Una volta che i cicli si fermano completamente, una donna entra in postmenopausa.

Sfortunatamente, i sintomi non finiscono sempre qui; alcuni potrebbero persistere per anni e possono apparirne di nuovi. Queste fasi - perimenopausa, menopausa e postmenopausa - fanno tutte parte dello stesso viaggio, sebbene l'esperienza di ogni donna sia unica.

 

Un viaggio della paziente troppo simile

Mentre la menopausa è un processo naturale, i suoi sintomi possono sembrare tutt'altro. Alcune donne possono sperimentare sintomi lievi o la loro mancanza, mentre altre lottano con molti sintomi gravi che disturbano la vita quotidiana.

Sintomi come l'ansia possono rendere difficile socializzare, i problemi del sonno possono portare a esaurimento e la nebbia cerebrale può far apparire scoraggianti anche compiti semplici. Insieme, queste sfide possono influenzare pensieri, sentimenti e vite sociali, aspetti chiave della salute generale.

 

Perché la menopausa è importante oltre il presente

Comprendere la menopausa e i suoi sintomi è solo l'inizio. Oltre ad essere una fase di transizione, le sfide della menopausa possono offrire una finestra unica sulla salute futura del cervello.

Prendi il morbo di Alzheimer (MA), la causa più comune di demenza, contrassegnata da perdita progressiva di memoria, da cambiamenti emotivi e di personalità e, infine, da perdita di indipendenza. Le donne hanno il doppio delle probabilità degli uomini di sviluppare il MA. In passato, la ricerca pensava che questa differenza fosse perché le donne vivono più a lungo degli uomini, ma la ricerca recente suggerisce che anche i cambiamenti ormonali legati alla menopausa possono avere un ruolo cruciale.

 

Il ruolo degli ormoni nella salute del cervello

Durante la menopausa, le ovaie smettono di produrre uova, innescando cambiamenti ormonali significativi. Un grande cambiamento è il calo degli estrogeni, un ormone non solo della riproduzione, ma anche della salute del cervello. Gli estrogeni aiutano a proteggere la memoria, rafforzano le connessioni neurali, regolano l'umore e rimuovono le proteine ​​dannose dal cervello. Quando i livelli di estrogeni diminuiscono, questi benefici per la salute possono indebolirsi, lasciando infine il cervello e il corpo più vulnerabili ai cambiamenti dannosi.

Durante questi cambiamenti ormonali, possono emergere anche sintomi della menopausa. Mentre una volta si riteneva che i sintomi fossero temporanei, seppur effetti collaterali fastidiosi della menopausa, questi sintomi possono anche segnalare cambiamenti cerebrali sottostanti legati al rischio di demenza.

 

Salute cognitiva e comportamentale futura

Mentre le ricerche passate hanno esaminato come i singoli sintomi della menopausa possono collegarsi al rischio di demenza, il nostro team di ricerca (guidato dal dott. Zahinoor Ismail, scienziato medico) si è chiesto: il numero di sintomi sperimentati potrebbe anche essere segnale di avvertimento precoce della demenza?

L'abbiamo esaminato analizzando i cambiamenti nella cognizione (es.: memoria, pensiero e risoluzione dei problemi) e nel comportamento (es.: emozioni, personalità e interazioni sociali). Mentre i cambiamenti cognitivi sono spesso al massimo quando si pensa alla demenza, i cambiamenti comportamentali sono ugualmente importanti, ma spesso trascurati, e potrebbero anche essere segnali precoci di avvertimento.

Abbiamo esaminato i dati di 896 donne in postmenopausa partecipanti allo studio CAN-PROTECT, un progetto canadese online sull'invecchiamento e sulla salute del cervello. Le partecipanti hanno ricordato il tipo e il numero di sintomi che avevano avuto durante la perimenopausa e hanno completato test atti a valutare la loro attuale cognizione e comportamento. Il 74,3% di loro ha sperimentato sintomi perimenopausali - in media 4 sintomi a donna - con vampate di calore (88%) e sudorazioni notturne (70%) come i più comuni.

I nostri risultati (vedi rif.) hanno rivelato che sperimentare più sintomi durante la perimenopausa era associato a maggiori cambiamenti cognitivi e comportamentali più avanti nella vita, il che suggerisce che l'onere dei sintomi perimenopausa non solo influenza il benessere immediato, ma potrebbe anche segnalare rischi per la salute del cervello a lungo termine.

Mentre i meccanismi sottostanti rimangono poco chiari, questi risultati evidenziano l'importanza di riconoscere i sintomi della menopausa come potenziali primi indicatori della salute futura del cervello.

È interessante notare che le partecipanti che hanno usato terapie ormonali a base di estrogeni per i sintomi di perimenopausa hanno mostrato meno cambiamenti comportamentali rispetto alle non utenti, suggerendo un possibile ruolo degli estrogeni nella riduzione del rischio di demenza. Tuttavia, ulteriori ricerche sono fondamentali per chiarire i tempi e gli effetti a lungo termine della terapia ormonale.

È importante capire che questi risultati mostrano una relazione tra onere dei sintomi e salute successiva del cervello, ma non dimostrano che l'uno causa l'altra. Abbiamo ancora bisogno di ulteriori ricerche per capire perché esiste una connessione e come funziona.

 

Perché questa ricerca è importante

La nostra ricerca evidenzia un legame cruciale: avere più sintomi perimenopausali può essere correlato a cambiamenti cognitivi e comportamentali, che sono marcatori precoci di un rischio di demenza. Riconoscere questi sintomi come potenziali segnali di avvertimento potrebbe aiutare i professionisti sanitari a identificare prima i rischi ed esplorare i modi per proteggere la salute del cervello nel tempo.

La menopausa è più di una transizione di vita; può offrire informazioni cruciali sulla salute del cervello a lungo termine. Supportare ricerche come CAN-PROTECT, che sta ancora reclutando partecipanti, può aiutarci a scoprire come le esperienze della menopausa modellano il rischio di demenza, aprendo la strada a interventi precoci ed esiti migliori.

 

 

 


Fonte: Jasper Crockford (dottoranda in scienze mediche), Maryam Ghahremani (ricercatrice) e Zahinoor Ismail (professore), Università di Calgary

Pubblicato su The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: JFE Crockford, [+9], Z Ismail. Menopausal symptom burden as a predictor of mid- to late-life cognitive function and mild behavioral impairment symptoms: A CAN-PROTECT study. PLOS One, 2025, DOi

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.