Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Featured

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

mouse navigation and cells firingMan mano che i topi si spostano nelle diverse stanze nella realtà virtuale (sinistra), i neuroni prefrontali (in alto a destra) comunicano con quelli dell'ippocampo (in basso a destra) per evocare i ricordi associati.

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli odori, l'arredamento, la musica del gruppo che suona, le conversazioni e molte altre caratteristiche possono combinarsi per formare un ricordo peculiare della serata. Successivamente, rivivere una di queste impressioni da sola può essere sufficiente per richiamare l'intera esperienza.


Un nuovo studio ora rivela che, nel cervello, un ricordo complesso consiste allo stesso modo di un insieme e delle sue parti. I ricercatori hanno scoperto che mentre l'esperienza complessiva è immagazzinata nell'ippocampo, la struttura cerebrale a lungo considerata la sede della memoria, i singoli dettagli vengono analizzati e conservati altrove, nella corteccia prefrontale.


Questa separazione garantisce che, in futuro, l'esposizione a ogni singolo spunto sia sufficiente per attivare la corteccia prefrontale, che quindi accede all'ippocampo per richiamare l'intera memoria.


I risultati, pubblicati in Nature, illuminano la natura distribuita dell'elaborazione della memoria nel cervello e forniscono nuove intuizioni sul processo del suo richiamo, che è meno chiaro rispetto all'archiviazione della memoria. Finora era stato difficile studiare la memoria come processo cerebrale distribuito, in parte a causa di limiti tecnici.


Priya Rajasethupathy, neuroscienziata della Rockefeller University e i suoi colleghi, hanno sviluppato nuove tecniche per registrare e manipolare simultaneamente l'attività neurale in più aree cerebrali mentre dei topi si muovevano tra esperienze multisensoriali, incontrando vari luoghi, suoni e odori, restando in un corridoio senza fine di realtà virtuale.


I ricercatori hanno allenato i topi ad associare diverse stanze, dove erano presenti combinazioni diverse di spunti sensoriali, come esperienze gratificanti o avverse. Successivamente, spinti da un profumo o da suoni specifici, i topi sono riusciti a ricordare l'esperienza più ampia e sapevano se aspettarsi felicemente acqua zuccherata o guardarsi da un fastidioso soffio d'aria.


Gli esperimenti hanno dimostrato che, mentre il percorso entorinale-ippocampo (un circuito ben studiato che coinvolge l'ippocampo e la sua regione circostante) era essenziale per formare e conservare le esperienze, le singole caratteristiche sensoriali venivano spedite ai neuroni prefrontali.


Successivamente, quando i topi hanno incontrato particolari caratteristiche sensoriali, ne era coinvolto un circuito diverso. Questa volta, i neuroni prefrontali hanno comunicato con l'ippocampo per evocare la memoria globale pertinente.


"Ciò suggerisce che esiste un percorso dedicato al richiamo della memoria, separato da quello della sua formazione", afferma Nakul Yadav, dottorando e primo autore dello studio.


Questi risultati hanno implicazioni per il trattamento di condizioni come l'Alzheimer, in cui si ritiene che i deficit siano correlati più al richiamo della memoria che al suo immagazzinamento. L'esistenza di percorsi separati di archiviazione e recupero nel cervello suggerisce che puntare i percorsi di richiamo prefrontale può essere più promettente terapeuticamente, afferma la Rajasethupathy.

 

 

 


Fonte: Rockefeller University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: N Yadav, ...[+5], P Rajasethupathy. Prefrontal feature representations drive memory recall. Nature, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.