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Il neurologo deve valutare se una persona con demenza può prendere decisioni

Reivindican el papel de los neurólogos al valorar a personas con demenciaLuis Carlos Álvaro (foto), neurologo clinico dell'Ospedale di Basurto (Bilbao) e docente all'Università dei Paesi Baschi (UPV / EHU), ha pubblicato un articolo sulla capacità dei pazienti con demenza di prendere decisioni.

È intitolato Competencia: conceptos generales y en la aplicación demencia (Competenza: concetti generali e applicazioni nella demenza), ed è stato pubblicato sulla rivista Neurologìa.


Álvaro è un membro del Comitato Etico per l'Assistenza Sanitaria dell'ospedale, e questo ha influenzato la motivazione che sta dietro l'articolo. "Parla dell'interazione tra una patologia clinica che è molto comune per noi [neurologi] e la capacità di prendere decisioni, e che ha ricevuto molta attenzione dai comitati di bioetica", dice.


Ma non è tutto, perché questo documento serve per affermare l'importanza dei neurologi, quando si tratta di determinare la misura in cui la demenza ha danneggiato la competenza del paziente: "A causa di una tradizione che noi neurologi come minimo non condividiamo, spesso è il psichiatria che valuta la competenza nel caso delle demenze. Questa è un'area in cui noi neurologi possiamo in effetti contribuire di più, perché è la nostra patologia. Conosciamo i pazienti e trattiamo con loro, e noi siamo i più qualificati quando si tratta di prendere decisioni di questo tipo".


Livello di rischio

Álvaro spiega di cosa stiamo parlando quando ci riferiamo alla competenza: "Si tratta di valutare la capacità di decidere in una qualsiasi delle attività nella vita quotidiana. La maggior parte delle decisioni hanno a che fare con la vita quotidiana del paziente. Se egli chiede di essere ammesso a una casa di cura, se vuole prendere un farmaco particolare ... Si tratta di decidere se la sua capacità mentale è sufficiente per prendere una decisione di questo tipo". Qualcosa che, secondo questo autore, è molto complesso, e in cui nessuna standardizzazione è stata ancora raggiunta su un accordo universale o sugli strumenti, anche se ce ne sono diversi disponibili: "Non è facile, perché ci sono molti tipi di decisioni, e anche molti stadi di demenza".


Per quanto riguarda le fasi, l'articolo si riferisce, tra le altre cose, alla cosiddetta tabella Drane, che specifica il livello di capacità che i neurologi dovrebbero richiedere al paziente (non solo nei casi di demenza), in termini di rischio che comporta la decisione da prendere. In altre parole, più è il rischio coinvolto nell'accettare o rifiutare una procedura, maggiore deve essere la competenza del paziente, e viceversa. Ad esempio, la capacità di un paziente con meningite deve essere alta se vuole rifiutare di prendere gli antibiotici, in quanto la conseguenza di una tale decisione può essere fatale. Al contrario, un tale grado di capacità non è richiesto a un paziente con demenza, quando ciò che viene rifiutato è una tomografia del cranio, perché i rischi di non eseguirla sono minimi.

Tuttavia, in relazione a questa materia, egli indica alcune pratiche che necessitano di un miglioramento dal punto di vista bioetico: poichè il paziente normalmente non rifiuta il trattamento, e non ci sono alti rischi nel caso lo faccia, la mancanza di competenza passa inosservata, e quindi c'è poca sensibilità verso questa incapacità. "La mancanza di capacità di decidere a favore di una determinata attività è molto comune, ma siccome nella maggior parte dei casi non ci sono conseguenze perché sono questioni minori, i campanelli d'allarme di solito non suonano. Ma questo non ci esime dal valutarli. Dobbiamo valutarli di più e tenere a mente che essi dipendono dal livello di decisione richiesta", spiega Álvaro.

 

Linee guida per la valutazione

Al giorno d'oggi, i neurologi ricorrono principalmente all'esperienza per valutare se il paziente comprende le informazioni che gli sono date e le conseguenze derivanti dalla decisione che prende. Come già sottolineato, non vi è alcuna standardizzazione degli strumenti a disposizione, "ma in ogni caso sono sempre utili", ribadisce Álvaro. Consistono in insiemi diversi di domande progettate per consentire di assicurarsi che il paziente comprenda le informazioni e le conseguenze di una decisione in un modo o nell'altro, ed sia consapevole delle alternative e dei loro vantaggi e svantaggi, ecc.


Questo ricercatore elenca nel suo articolo una serie di linee guida per la valutazione delle competenze, come ad esempio i criteri relativi alla capacità di Becky White (Georgetown University, Washington), le linee guida ACE dell'Università di Toronto, la MC-CAT della University of Virginia, ecc. La linea guida White, per esempio, è condotta in forma di intervista semi-strutturata; considera, su una serie di scale, la capacità di essere informato (per esempio, a riconoscere l'importanza dei dati trasmessi), la capacità cognitiva ed affettiva (di discutere le opzioni e metterle in ordine di importanza), l'assunzione delle decisioni (accettare e mantenere l'opzione scelta), e la revisione critica del processo (parlare a qualcuno dell'opzione scelta e motivarla).


Álvaro sottolinea che, nello scenario clinico quotidiano, l'intervista può essere sufficiente a determinare la capacità, purché sia sufficientemente strutturata per rilevare gli aspetti fondamentali, e per questo le linee guida sono estremamente utili.

 

 

 

 

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Fonte: Elhuyar Fundazioa

Pubblicato in ScienceCodex.com il 16 Aprile 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

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