Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La demenza è burbera, nonostante i tentativi di renderla 'amichevole'

Amichevole con la demenza. Ho difficoltà con la frase. So cosa significa, cosa intende significare. Accomodante con la malattia. Compassionevole. Tollerante.


Le pantofole della camera da letto di mia madre sono apparentemente 'amichevoli con la demenza'. Tranne che non lo sono; hanno perso la loro capacità antiscivolo. "Queste pantofole mi fanno andare i piedi così", dice, e poiché le sfugge il linguaggio per descriverlo, mi mostra, dalla sua posizione seduta, come scivolano le sue suole quando cerca di alzarsi.


Le sue calzature hanno perso la presa. I suoi piedi scappano da sotto di lei. Anche i caregiver lo fanno: perdiamo la presa. Non intendo scappare dal peso di tutto questo. Siamo solo umani.


Piango quando mia madre ha giorni brutti, quando la sua paranoia inventa mostri con cui devo litigare in un mondo di narrativa terribile e di immaginazione. Alcuni giorni non riesco a tenere il passo con le fabbricazioni che evoca il suo cervello denocciolato per coprire i buchi provocati dall'Alzheimer.


La mia voce è bloccata su un urlo silenzioso mentre mi siedo e cerco di persuadere pazientemente mia madre a bere la zuppa che le ho preparato. Con prezzemolo - per il ferro - e aglio - per sostenere la sua immunità sempre più fragile. E amore. Sempre con amore.


"Non mi piace". "Provala", la supplico, con i toni che potresti usare con un bambino recalcitrante mentre tieni un cucchiaio, animato come un aereo, davanti alle labbra serrate.


E subito, un ricordo, la mia memoria (ovviamente è mia): mia madre che legge Green Eggs and Ham (uova verdi e prosciutto) del dott. Seuss al mio fratello schizzinoso, "Non ti piacciono. Così dici. Provale! Provale! E potrebbero piacerti".


"Sono piena", lei dice, "mi sono preparata la zuppa prima. L'ho mangiata”, mentre spinge via la tazza, mia madre che non cucina da anni. Lei non riusciva a stare al banco della cucina per preparare una cosa qualsiasi, non importa quanto 'amichevole con la demenza' fosse l'illuminazione, l'apparato, le pantofole che portava.


Metto in discussione anche la parola 'caregiver'. Sembra morbida e soffice. Un compagno tipo trapunta di piuma. Ma io non sono niente di ciò. I caregiver non sono queste cose; non possiamo permetterci di essere queste cose.


Devi avere una spina dorsale di acciaio per fare questo lavoro. Letteralmente, metaforicamente, spesso: ho sollevato mia madre, le cui gambe cedono spaventosamente senza preavviso, così da doverla afferrare per la vita, tenere in equilibrio entrambe mentre la abbasso sul wc, e contemporaneamente le tolgo il pannolone. O mentre la spingo a corpo morto al centro del materasso prima di coricarsi, in modo che non cada da uno dei lati.


E devi essere stridente: discutere con i medici, sollecitare i farmacisti a spiegare gli scritti, aumentare i farmaci, sostituire i vecchi medicinali con i nuovi - solitamente più costosi.


E 'caregiver' mi parla di acquiescenza. Ma non accetterò la malattia di mia madre come un destino inevitabile che devo aspettarmi per me stessa. Troppe persone credono che questo sfilacciamento cognitivo sia una parte inevitabile dell'invecchiamento. Non lo è. Troppi medici credono lo stesso.


Non ci sono abbastanza persone di alcun gruppo che capiscono che è terminale. Ma lo è. 'Caregiver' mi suggerisce che prendo tutto questo passivamente.


Per mantenere la posizione devi essere fatto di ferro. E lo siamo, noi caregiver. Dobbiamo esserlo: per testimoniare lo squisito dolore lento della morte di un genitore mentre smette di riconoscere i propri figli e poi, come se l'orrore di ciò non bastasse, smettere di riuscire a muoversi, mangiare, bere, ingoiare, parlare. Respirare.


Mi prenderò cura di lei fino alla fine e lotterò contro la più ostile delle malattie come sto facendo. Chiamami combattente. Non caregiver.

 

 

 


Fonte: Anthea Rowan in Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.