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Cultura e razza del paziente potrebbero ritardare la diagnosi e il trattamento

In che modo le credenze culturali e razziali influenzano la cura e la gestione dell'Alzheimer?

Le credenze culturali riguardo al morbo di Alzheimer (MA) variano ampiamente tra razze ed etnie e potrebbero influenzare la cura e la gestione della malattia. La ricerca mostra che più della metà dei neri americani, degli ispanici americani e degli asiatici americani hanno maggiori probabilità di considerare i deficit di memoria come sintomi naturali dell'invecchiamento, piuttosto che riconoscere che potrebbero essere i primi segni di demenza. Ciò può portare a ritardi nella diagnosi e nel trattamento e alla fine peggiorare gli esiti a lungo termine.


Secondo l'Alzheimer's Association, i neri hanno il doppio delle probabilità di contrarre il MA dei bianchi, e più di 6 membri su 10 della comunità nera conoscono qualcuno con demenza. La ricerca indica che i neri potrebbero non fidarsi delle istituzioni mediche a causa della discriminazione storica e del trattamento culturalmente insensibile da parte dei professionisti medici.


Gli anziani ispanici americani hanno una probabilità circa 1 volta e mezza quella dei bianchi anziani di sviluppare il MA e altre demenze. A causa dei forti legami familiari all'interno della comunità, quando gli anziani iniziano a mostrare segni di demenza, si pensa principalmente che sia invecchiamento e un parente stretto prende il controllo del caregiving. La maggior parte degli ispanici affronta barriere culturali e linguistiche, dimostrando di aver bisogno di medici che considerano e comprendono attentamente il loro contesto e le loro esperienze etniche quando hanno bisogno di cure.


Gli americani asiatici hanno meno probabilità di sviluppare il MA rispetto a qualsiasi altro gruppo razziale o etnico. In generale, c'è pochissima conoscenza della malattia in gran parte delle comunità asiatiche e la maggior parte delle lingue asiatiche non hanno una parola che descrive questa condizione; quindi le traduzioni possono descrivere la demenza come 'pazzia' o 'stato di confusione'.


Inoltre, nella maggior parte delle culture asiatiche, il rispetto per gli anziani è un'usanza profondamente radicata, per cui è dovere e obbligo prendersi cura dei genitori o dei parenti stretti che si ammalano, il che significa che la maggior parte delle persone non riceverà un aiuto professionale fino a quando non è assolutamente necessario, di nuovo peggiorando l'esito.


Gli anziani all'interno della comunità dei nativi americani sono chiamati 'saggi' per rispetto della loro età e saggezza. La ricerca mostra che fino a 1 anziano su 3 dei nativi americani sviluppa il MA o altra causa di demenza. Poiché gli anziani sono tenuti in grande considerazione, hanno maggiori probabilità di ricevere assistenza a casa propria se hanno un declino cognitivo. Ciò crea ritardi nel rilevamento precoce e non fa che peggiorare l'esito.


E, come gli asiatici americani, i nativi americani non hanno una parola specifica che descrive la demenza. La mancanza di conoscenza della malattia e le varie idee culturali che circondano la perdita della memoria ostacolano la consapevolezza dei sintomi, e la condizione viene spesso scambiata per invecchiamento normale o come periodo di transizione verso la prossima vita.


Al fine di servire meglio diverse comunità razziali ed etniche colpite dal MA e migliorare l'accesso e la qualità delle cure, i fornitori di assistenza sanitaria dovrebbero avere piani culturalmente competenti centrati sulla persona, come istruire la famiglia sulla condizione, lavorare con un membro della comunità per riempire le lacune nella comunicazione e assumere personale medico che riflette la comunità etnica assistita.

 

 

 


Fonte: Dana Territo in The Advocate (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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