Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Demenza frontotemporale: come è diversa e quali sono i segnali di pericolo?

Quando la maggior parte delle persone sente parlare di demenza, immagina anziani con perdita di memoria. Ma non tutti i tipi di demenza iniziano con la perdita di memoria.


Come il cancro può essere classificato come melanoma, cancro alla prostata o cancro dell'intestino, anche la demenza può essere classificata in molti tipi diversi. Il tipo più comune è l'Alzheimer, che colpisce le parti del cervello responsabili della memoria.


In altri tipi di demenza, i primi sintomi possono includere cambiamenti nella personalità e nel comportamento. Questi tipi di sintomi sono prominenti nella demenza frontotemporale. La demenza frontotemporale è una causa comune di demenza nelle persone al di sotto dei 65 anni. Nuove ricerche dalla nostra clinica dell'Università di Sydney ci hanno aiutato a capire i sintomi comuni.

Sintomi

Gli individui con demenza frontotemporale hanno atrofia (o restringimento) dei lobi frontali del cervello. I lobi frontali sono importanti per controllare il comportamento volontario, le emozioni e il pensiero complesso.


Un caregiver ci ha detto che suo marito si rivolgeva in modo inappropriato alle giovani donne, interrompendo spesso le conversazioni e facendo commenti offensivi sull'apparenza altrui. Questo era del tutto estraneo alla sua personalità.


I sintomi sono diversi e possono differire da persona a persona. Attualmente non esiste un test diagnostico per la demenza frontotemporale. Quindi, per diagnosticarla facciamo affidamento su una valutazione attenta dei sintomi. Sei sintomi chiave sono riconosciuti e gli individui devono mostrare una combinazione di questi sintomi per avere la diagnosi:

  1. Alcune persone prendono decisioni impulsive (chiamate anche disinibizione). Le persone con demenza frontotemporale spesso spendono troppo, giocano d'azzardo o acquistano oggetti che usano poco. Questo li rende particolarmente suscettibili a truffe finanziarie o a sfruttamento. In un caso, un uomo ha inviato ingenti somme di denaro a quello che pensava fosse un'organizzazione caritatevole, al punto da dover uscire dal fondo pensione e vendere la sua casa per coprire l'enorme debito che aveva contratto.
  2. Altre persone diventano apatiche o perdono la motivazione o l'interesse a fare le cose. Se lasciata a se stessa, una persona con demenza frontotemporale resta spesso seduta davanti al televisore, incapace di iniziare qualsiasi comportamento intenzionale. Mostra una perdita di interesse per le attività o gli hobby che in precedenza gradiva e deve essere incoraggiata ad interagire con gli altri. La ricerca sulla demenza frontotemporale ha collegato l'apatia al danno in aree chiave del cervello che elaborano le ricompense.
  3. Alcuni individui mostrano una ridotta empatia, che si riferisce alla capacità di capire e condividere come si sente l'altro. I caregiver spesso riferiscono che i loro cari non rispondono più adeguatamente alle emozioni degli altri. Questa apparente mancanza di preoccupazione può a volte essere erroneamente interpretata come egocentrismo. Una nostra nuova ricerca ha rilevato che le persone con demenza frontotemporale hanno difficoltà a interpretare le informazioni del viso che sono vitali per riconoscere le emozioni.
  4. Nelle persone con demenza frontotemporale possono verificarsi cambiamenti nel comportamento alimentare. Spesso mangiano troppo o mostrano una maggiore preferenza per i cibi zuccherati (in un caso, due vaschette di gelato ogni sera). Questi cambiamenti nel comportamento alimentare sono stati collegati a interruzioni ai sistemi endocrini, autonomici e di elaborazione della ricompensa del cervello.
  5. Alcune persone con demenza frontotemporale mostrano modelli di comportamento ripetitivo o rituale. Gli esempi includono ossessioni con il conteggio e il guardare l'orologio, interessi ristretti nelle attività del tempo libero o hobby e rigida aderenza a determinate abitudini quotidiane o preferenze alimentari.
  6. Le persone con demenza frontotemporale hanno spesso problemi con il pensiero complesso. Compiti come pianificare una visita dal dottore o capire quanto resto aspettarsi dal cassiere possono essere difficili.

 

Le cause

I familiari di pazienti con demenza frontotemporale trovano spesso questi cambiamenti comportamentali più dolorosi e difficili da gestire rispetto alla perdita di memoria. Poiché questi cambiamenti sembrano così diversi e indipendenti, la ricerca corrente e la pratica clinica tendono a trattare separatamente ciascun sintomo. E i trattamenti disponibili sono limitati nella loro efficacia.


Nel nostro recente studio di revisione, abbiamo identificato un filo comune che collega questi sintomi comportamentali apparentemente non correlati. Sembra che la disinibizione, l'apatia, l'empatia ridotta, l'eccesso di cibo e le azioni ripetitive possano essere ricondotti al restringimento delle aree cerebrali che controllano il 'comportamento diretto dagli obiettivi'.


Il 'comportamento diretto dall'obiettivo' ci consente di modificare le nostre azioni per raggiungere determinati obiettivi o desideri. Ad esempio, se hai sete andrai al frigo e prendi da bere. Se vuoi una promozione di lavoro lavorerai duro e ti assicurerai di non offendere i tuoi colleghi di lavoro. Se ti piace sciare potresti fare un viaggio sulla neve.


Quando il sistema di comportamento diretto dagli obiettivi del cervello va male, un individuo può avere difficoltà a scegliere se continuare a mangiare nonostante si senta pieno, a rispondere alle angosce di un'altra persona, ad avvicinarsi agli estranei o a impegnarsi nei loro hobby. Il risultato di perdere il controllo diretto dall'obiettivo è che il comportamento può diventare limitato e ripetitivo.

 

Dove andare da qui?

La limitata consapevolezza della demenza frontotemporale e la diversità dei suoi sintomi spesso portano a diagnosi errate o ritardi nella diagnosi. I cambiamenti comportamentali tendono a essere scambiati per sintomi di depressione o disturbi psichiatrici.


Informare il pubblico e i professionisti sanitari sui diversi tipi di demenza e sulla varietà dei sintomi è un passo importante nel ridurre il tempo necessario per arrivare alla diagnosi.


In assenza di una cura, una sfida importante è sviluppare strategie di gestione appropriate ed efficaci per coloro che vivono con demenza. Speriamo che questa nuova ricerca possa aiutarci a trovare interventi per questi sintomi spesso fraintesi.

 

 

 


Fonte: Stephanie Wong, Fiona Kumfor e Rosalind Hutchings, ricercatrici della University of Sydney

Pubblicato in The Conversation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Stephanie Wong, Bernard W. Balleine, Fiona Kumfor. A new framework for conceptualizing symptoms in frontotemporal dementia: from animal models to the clinic. Brain, 11/5/2018, DOI 10.1093/brain/awy123

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)