Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Identificato gene che potrebbe aiutare a prevenire o ritardare l'Alzheimer

Protein ABCC1 PDB 2cbz

I risultati di uno studio eseguito al Translational Genomics Research Institute (TGEN) di Phoenix in Arizona, affiliato di City of Hope, suggerisce che l'aumento dell'espressione del gene ABCC1 non solo può ridurre la deposizione di una placca dura nel cervello che porta al morbo di Alzheimer (MA), ma potrebbe anche prevenire o ritardare l'insorgenza di questa malattia ruba-memoria.


L'ABCC1, noto anche come MRP1, aveva dimostrato in precedenza in modelli di laboratorio di rimuovere una proteina forma-placca chiamata amiloide-beta (Aβ) dalle cellule endoteliali specializzate che circondano e proteggono il cervello e il midollo spinale cerebrale.


Basandosi su studi precedenti, il TGEN ha condotto una serie di esperimenti di laboratorio genomici pre-clinici, i cui risultati (pubblicati su Biology Open) suggeriscono che l'ABCC1 non solo può espellere l'Aβ dal cervello, ma che l'aumento della sua espressione potrebbe ridurre la produzione di Aβ, prevenendo così, o ritardando, l'inizio del MA.


"Molto lavoro rimane per sviluppare un farmaco che rallenti, o  impedisca, lo sviluppo del MA, ma i nostri risultati suggeriscono che puntare l'ABCC1 è un percorso promettente che potrebbe alla fine portare a terapie efficaci", ha affermato Wayne Jepsen, ricercatore postdottorato del TGen e primo autore dello studio.


Il MA è la sesta causa di morte negli Stati Uniti, uccide annualmente più di 120.000 persone, ma non ha un trattamento in grado di prevenirlo o rallentarlo efficacemente. Si stima che i 5,8 milioni di americani over-65 abbiano la malattia, e questo numero dovrebbe più che raddoppiare nei prossimi 30 anni.


I sintomi di MA includono: perdita di memoria, difficoltà di apprendere nuove cose e problemi ad affrontare nuove situazioni, difficoltà con il linguaggio e problemi con la lettura, la scrittura e l'elaborazione dei numeri, difficoltà a organizzare pensieri e a pensare logicamente e una durata inferiore di attenzione.

 

ABCC1 come bersaglio per un farmaco di Alzheimer

I risultati dello studio del TGEN suggeriscono che l'ABCC1 è un obiettivo valido per un farmaco di MA a causa dei modi in cui il gene influenza l'Aβ; non solo potenzialmente esportandola dal cervello, ma anche modulando i processi cellulari che coinvolgono la proteina ​​precursore dell'amiloide (APP), che è abbondante nel cervello e può essere tagliata in pezzi più piccoli attraverso i percorsi alfa- o beta-secretasi.


Il percorso alfa-secretasi è associato allo sviluppo e alla protezione dei neuroni, che sono le cellule di funzionamento del cervello e del sistema nervoso centrale. Il peptide risultante alfa APP solubile è associato anche alla formazione della memoria e a un processo chiamato 'plasticità sinaptica', per cui le sinapsi che collegano i neuroni e consentono loro di comunicare sono in grado di modificarsi e adattarsi a nuove informazioni.


La via beta-secretasi conduce alla formazione di Aβ, un peptide che si accumula per formare le placche amiloidi, che insieme ai grovigli neurofibrillari sono i due marchi patologici che definiscono il MA. Gli scienziati hanno ipotizzato che, riducendo la produzione di Aβ, si potrebbe rallentare la progressione del MA.


Gli esperimenti del TGEN hanno indicato che:

  • l'ABCC1 modula l'elaborazione dell'APP lontano dalla formazione di amiloide,
  • conferma rapporti precedenti che l'ABCC1 esporta l'Aβ dall'interno delle cellule verso il loro esterno,
  • la thiethylperazina, un farmaco usata da tempo per facilitare la nausea e il vomito, aumenta l'attività di trasporto dell'ABCC1.


Matt Huentelman PhD, professore di neurogenomica del TGen e autore senior dello studio, ha detto:

"I composti che possono aumentare drasticamente l'attività di trasporto dell'ABCC1, o che possono aumentare l'espressione dell'ABCC1, potrebbero rivelarsi farmaci validi per il trattamento o la prevenzione del MA, non solo aumentando l'eliminazione di Aβ dal cervello, ma anche riducendo la quantità di Aβ prodotta.

"È interessante notare che, a causa della focalizzazione storica della ricerca sul cancro a trovare farmaci che inibiscono l'ABCC1, stiamo scommettendo che ci sono già farmaci là fuori che si oppongono all'attivazione dell'ABCC1, e i nostri dati suggeriscono che tali farmaci dovrebbero essere esaminati per l'attività anti-MA".


Il dott. Todd Levine, un neurologo di HonorHealth e membro aggiunto di facoltà del TGen, che ha rivisto lo studio, ma non ne è autore, ha detto che ritiene che l'attenzione sull'ABCC1 sia una nuova strada, potenzialmente importante, della ricerca di MA:

"Anche se siamo solo all'inizio, gli autori di questo studio presentano dati convincenti che giustificano ulteriori indagini sull'ABCC1 come obiettivo potenziale per nuove terapie contro questa malattia devastante, per la quale servono urgentemente trattamenti migliori".

 

 

 


Fonte: Steve Yozwiak in Translational Genomics Research Institute (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Wayne Jepsen, Matthew De Both, Ashley Siniard, Keri Ramsey, Ignazio Piras, Marcus Naymik, Adrienne Henderson, Matthew Huentelman. Adenosine triphosphate binding cassette subfamily C member 1 (ABCC1) overexpression reduces APP processing and increases alpha- versus beta-secretase activity, in vitro. Biology Open, 25 Jan 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.