Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


*** Siamo in settembre, uno dei 12 mesi dell'anno del tutto uguali per i malati di Alzheimer, i familiari e i caregiver.

Le sorprendenti abilità auto-organizzative del cervello

Culture of 80 inhibitory red and 20 excitatory green neuronsColtura di neuroni con 80% inibitori (rosso) e 20% eccitatori (verdi). La quota di neuroni inibitori è circa 4 volte più alta del normale nel cervello, e tuttavia la rete si è rivelata sorprendentemente stabile. Fonte: ©Menahem Segal

Un team di ricercatori di Tubinga/Germania e di Israele ha scoperto che le strutture cerebrali possono mantenere le funzioni e le dinamiche stabili anche in condizioni insolite. I loro risultati potrebbero mettere le basi per capire meglio e trattare condizioni come l'epilessia e l'autismo.


I neuroni del nostro cervello sono collegati l'uno con l'altro, formando piccole unità funzionali chiamate 'circuiti neurali'. Un neurone, che è collegato a un altro tramite una sinapsi, può trasmettere informazioni al secondo neurone inviando un segnale. Questo, a sua volta, potrebbe richiedere al secondo neurone di trasmettere un segnale ad altri neuroni nel circuito neurale.


Se ciò accade, il primo neurone è probabilmente un neurone eccitatorio: uno che richiede ad altri neuroni di sparare [segnali]. Ma i neuroni con il compito contrario sono ugualmente importanti per la funzionalità del nostro cervello: sono i neuroni inibitori, che diminuiscono le probabilità che i neuroni ai quali sono collegati inviino un segnale ad altri.


L'interazione tra eccitazione e inibizione è cruciale per la normale funzionalità delle reti neurali. La sua disregolazione è stata collegata a molti disturbi neurologici e psichiatrici, come l'epilessia, l'Alzheimer e i disturbi dello spettro dell'autismo.

 

Dalle colture cellulari in laboratorio ...

È interessante notare che la quota di neuroni inibitori tra tutti i neuroni nelle varie strutture cerebrali (come la neocorteccia o l'ippocampo) rimane fissa al 15-30% durante tutta la vita di un individuo.


"Questo ha suscitato la nostra curiosità: quanto è importante questa particolare proporzione?"
, ricorda Anna Levina, ricercatrice all'Università di Tubinga e al Max Planck Institute for Biological Cybernetics. "I circuiti neurali con una proporzione diversa tra neuroni eccitatori e inibitori possono funzionare comunque normalmente?".


I suoi collaboratori del Weizmann Institute of Science di Rehovot/Israele hanno progettato un nuovo esperimento che ha permesso di rispondere a queste domande. Hanno fatto crescere colture [di neuroni] che contenevano diversi rapporti, anche estremi, tra neuroni eccitatori e inibitori. Gli scienziati hanno allora misurato l'attività di questi tessuti cerebrali progettati artificialmente.


"Siamo rimasti sorpresi dal constatare che le reti con vari rapporti tra neuroni eccitatori e inibitori rimanevano attive, anche quando questi rapporti erano molto lontani dalle condizioni naturali", spiega il dottorando Oleg Vinogradov collaboratore della Levina. "La loro attività non cambia drasticamente, purché la quota di neuroni inibitori rimanga in qualche punto dell'intervallo dal 10 al 90%".


Sembra che le strutture neurali abbiano un modo di compensare la loro insolita composizione per rimanere stabili e funzionali.

 

... alla comprensione teorica

Perciò è naturale che i ricercatori si siano chiesti: quale meccanismo consente al tessuto cerebrale di adattarsi a queste diverse condizioni? I ricercatori hanno ipotizzato che le reti si adattano regolando il numero di connessioni: se ci sono pochi neuroni inibitori, questi devono assumere un ruolo più grande, generando più sinapsi con gli altri neuroni. Viceversa, se la quota di neuroni inibitori è grande, i neuroni eccitatori devono compensare questo stabilendo più connessioni.


Il modello teorico degli scienziati di Tubinga può spiegare i risultati sperimentali dei loro colleghi di Rehovot e svelare i meccanismi che aiutano a mantenere stabili le dinamiche nel cervello. I risultati forniscono un'immagine più chiara di come viene preservato l'equilibrio eccitazione / inibizione e dove fallisce nelle reti neurali viventi.


Più a lungo termine, potrebbero essere utili per il campo emergente della medicina di precisione: si potrebbero usare colture neurali derivate dalle cellule staminali pluripotenti indotte per scoprire i meccanismi dei disturbi neuropsichiatrici e nuovi farmaci.

 

 

 


Fonte: Max-Planck-Gesellschaft (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Nirit Sukenik, Oleg Vinogradov, Eyal Weinreb, Menahem Segal, Anna Levina, Elisha Moses. Neuronal circuits overcome imbalance in excitation and inhibition by adjusting connection numbers. PNAS, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.