Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Proteine legate all'Alzheimer eliminate dai capillari del cervello

Amyloid deposits blue in mouse brain tissue

Con l'avanzare dell'età, una proteina cerebrale normale chiamata amiloide-beta (Aβ) spesso inizia a formare placche amiloidi dannose nel cervello. Tali placche possono essere il primo passo verso la demenza di Alzheimer. Quando si formano intorno ai vasi sanguigni nel cervello, una condizione chiamata angiopatia amiloide cerebrale, le placche aumentano anche il rischio di ictus.


Diversi anticorpi che puntano le placche amiloidi sono stati studiati come trattamenti sperimentali per il morbo di Alzheimer (MA). Tali anticorpi possono anche avere il potenziale di trattare l'angiopatia amiloide cerebrale, sebbene non siano ancora stati valutati negli studi clinici. Ma tutti gli anticorpi anti-amiloide che hanno ridotto con successo le placche amiloidi negli studi clinici di MA possono anche causare un preoccupante effetto collaterale: un aumento del rischio di gonfiore cerebrale e sanguinamento.


Ora, ricercatori della Washington University di St. Louis hanno identificato un anticorpo che, nei topi, rimuove le placche amiloidi dal tessuto cerebrale e dai vasi sanguigni senza aumentare il rischio di sanguinamento cerebrale. L'anticorpo punta un componente minore delle placche amiloidi, l'apolipoproteina E (APOE). I risultati, pubblicati il ​​17 febbraio su Science Translational Medicine, suggeriscono un approccio potenzialmente più sicuro per rimuovere le placche amiloidi dannose, come un modo per trattare il MA e l'angiopatia amiloide cerebrale.


"I ricercatori di MA stanno cercando da decenni terapie che riducano l'amiloide nel cervello, e ora che abbiamo alcuni candidati promettenti, scopriamo che c'è questa complicazione", ha detto l'autore senior David Holtzman MD, professore e capo del Dipartimento di Neurologia. “Ciascuno degli anticorpi che rimuove le placche amiloidi negli studi clinici è leggermente diverso, ma tutti hanno questo problema, in misura maggiore o minore. Abbiamo adottato un approccio diverso puntando l'APOE e sembra essere efficace nel rimuovere l'amiloide, sia dal tessuto cerebrale che dai vasi sanguigni, evitando questo effetto collaterale potenzialmente pericoloso".


L'effetto collaterale, chiamato ARIA (amyloid-related imaging abnormalities, anomalie di scansione correlate all'amiloide), è visibile sulle scansioni cerebrali. Tali anomalie indicano gonfiore o sanguinamento nel cervello causati da infiammazione e possono portare a mal di testa, confusione e persino convulsioni. Negli studi clinici degli anticorpi anti-amiloide, circa il 20% dei partecipanti sviluppa ARIA, sebbene non tutti abbiano sintomi.


Gli anticorpi anti-amiloide agiscono allertando il sistema immunitario della presenza di materiale indesiderato (placche amiloidi) e dirigendo la squadra di pulizia (cellule infiammatorie chiamate microglia) a eliminare tali detriti. ARIA sembra essere il risultato di una risposta infiammatoria troppo entusiasta.


Holtzman e la prima autrice, la dottoranda Monica Xiong, sospettavano che un anticorpo che punta solo una parte minore della placca amiloide potrebbe suscitare una risposta più contenuta, eliminando le placche sia dal tessuto cerebrale che dai vasi sanguigni senza causare ARIA.


Fortunatamente, avevano uno di questi anticorpi a portata di mano: un anticorpo chiamato HAE-4 che punta una forma specifica di APOE umano poco presente nelle placche amiloidi e che innesca la rimozione delle placche dal tessuto cerebrale. Per determinare se l'HAE-4 rimuove anche l'amiloide dai vasi sanguigni del cervello, i ricercatori hanno usato topi geneticamente modificati con geni umani dell'amiloide e dell'APOE4, una forma di APOE associata ad un rischio più alto di MA e di angiopatia amiloide cerebrale.


Questi topi sviluppano placche amiloidi abbondanti nel tessuto cerebrale e nei vasi sanguigni cerebrali prima circa dei sei mesi di vita. Insieme a Holtzman e Xiong, il gruppo di ricerca comprendeva, tra gli altri, i coautori Hong Jiang PhD, scienziato senior nel laboratorio di Holtzman e Gregory Zipfel MD, professore distinto di chirurgia neurologica e capo del dipartimento di neurochirurgia.


Gli esperimenti hanno mostrato che con 8 settimane di trattamento con HAE-4, i topi hanno avuto una riduzione delle placche amiloidi nel tessuto cerebrale e nei vasi sanguigni cerebrali. Il trattamento ha anche migliorato significativamente la capacità dei vasi sanguigni del cervello di dilatarsi e restringersi su richiesta, un segno importante di salute vascolare.


Le placche amiloidi nei vasi sanguigni del cervello sono pericolose perché possono portare a blocchi o rotture che causano ictus. I ricercatori hanno confrontato il numero di emorragie cerebrali nei topi trattati per 8 settimane con HAE-4 o aducanumab, un anticorpo anti-amiloide che è attualmente nella fase 3 di studi clinici per il MA. I topi avevano un livello basale di minuscole emorragie cerebrali a causa della loro predisposizione genetica all'accumulo di amiloide nei vasi sanguigni. Ma l'aducanumab ha aumentato significativamente il numero di sanguinamenti, al contrario dell'HAE-4.


Ulteriori indagini hanno rivelato che sia HAE-4 che aducanumab hanno inizialmente suscitato contro le placche amiloidi delle risposte immunitarie che erano simili in forza. Ma i topi trattati con l'anticorpo anti-APOE hanno risolto l'infiammazione entro due mesi, mentre l'infiammazione persisteva nei topi trattati con l'anticorpo anti-amiloide.


"Alcune persone soffrono di angiopatia amiloide cerebrale e non contraggono mai la demenza di MA, ma possono invece avere un ictus", ha detto Holtzman. "Un accumulo di amiloide nei vasi sanguigni del cervello può essere gestito controllando la pressione sanguigna e altre cose, ma non esiste un trattamento specifico per questo. Questo studio è entusiasmante perché non solo mostra che possiamo trattare la condizione in un modello animale, ma potremmo essere in grado di farlo senza gli effetti collaterali che minano l'efficacia di altre terapie anti-amiloide".

 

 

 


Fonte: Tamara Bhandari in Washington University in St. Louis (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Monica Xiong, Hong Jiang, Javier Remolina Serrano, Ernesto Gonzales, Chao Wang, Maud Gratuze, Rosa Hoyle, Nga Bien-Ly, Adam Silverman, Patrick Sullivan, Ryan Watts, Jason Ulrich, Gregory Zipfel, David Holtzman. APOE immunotherapy reduces cerebral amyloid angiopathy and amyloid plaques while improving cerebrovascular function. Science Translational Medicine, 17 Feb 2021. DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.