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L'aggiunta di cibi malsani riduce gli effetti positivi di un'alimentazione altrimenti sana

Dieta Mediterranea abbassa il rischio di demenza e declino cognitivo

Uno studio di ricercatori della Rush University ha scoperto che aggiungere più cibi che fanno parte della dieta occidentale può ridurre i benefici cognitivi della dieta mediterranea. I risultati sono pubblicati dal 7 gennaio su Alzheimer's & Dementia: the Journal of the Alzheimer's Association.


Seguire una dieta sana, come la dieta mediterranea, ha un impatto positivo sulla salute, ma poco si sa degli effetti dell'inclusione di cibi malsani in una dieta altrimenti sana. Ora i ricercatori della Rush University hanno riferito una riduzione di benefici della dieta mediterranea in coloro che mangiano di frequente cibi malsani.


"Seguire una dieta che enfatizza le verdure, la frutta, il pesce e i cereali integrali può influenzare positivamente la salute di una persona", ha detto Puja Agarwal PhD, epidemiologa nutrizionale e prof.ssa assistente nel Dipartimento della Medicina Interna della Rush. "Ma quando è combinata con cibo fritto, dolci, cereali raffinati, carne rossa e carni lavorate, abbiamo osservato che i benefici della dieta mediterranea sembrano essere minori".

 

La dieta mediterranea è associata a tassi più lenti di declino cognitivo negli anziani.

Lo studio osservazionale includeva 5.001 anziani di Chicago, partecipanti al Chicago Health and Aging Project, una valutazione della salute cognitiva degli over-65 condotta dal 1993 al 2012. Ogni tre anni, i partecipanti allo studio si sono sottoposti a una valutazione cognitiva per testare le competenze e la memoria di elaborazione delle informazioni di base e hanno compilato un questionario sulla frequenza con cui avevano consumato 144 cibi.


I ricercatori hanno analizzato il modo in cui ciascuno dei partecipanti allo studio ha aderito a una dieta mediterranea, che comprende il consumo giornaliero di frutta, verdure, legumi, olio d'oliva, pesce, patate e cereali non raffinati, oltre a un consumo moderato di vino. Hanno anche valutato quanto ogni partecipante aveva seguito una dieta occidentale, che includeva cibi fritti, cereali raffinati, dolci, carni rosse e lavorate, prodotti lattiero-caseari ricchi di grassi e pizza. Hanno assegnato punteggi da zero a cinque per ciascun cibo, arrivando a un punteggio della dieta mediterranea totale per ciascun partecipante nella gamma da 0 a 55.


I ricercatori hanno quindi esaminato l'associazione tra i punteggi della dieta mediterranea e i cambiamenti nella funzione cognitiva globale dei partecipanti, nella memoria episodica e nella velocità percettiva. I partecipanti con declino cognitivo più lento nel corso degli anni dello studio sono stati quelli che hanno aderito più strettamente alla dieta mediterranea, insieme alla limitazione dei cibi che fanno parte della dieta occidentale, mentre i partecipanti che hanno seguito più la dieta occidentale non avevano alcun effetto benefico dai cibi sani nel rallentamento del declino cognitivo.


Non c'era interazione significativa tra età, sesso, razza o istruzione e l'associazione con il declino cognitivo nei livelli elevati o bassi di cibi della dieta occidentale. Lo studio ha anche tenuto conto dei modelli di fumo, dell'indice di massa corporea e di altre variabili potenziali come le condizioni cardiovascolari, ma i risultati sono rimasti uguali.


"Le diete occidentali possono influire negativamente sulla salute cognitiva", ha detto la Agarwal. "Le persone che hanno avuto un punteggio alto di dieta mediterranea avevano un'età cognitiva più giovane di 5,8 anni rispetto a coloro che hanno avuto il punteggio più basso".


La Agarwal ha detto che i risultati completano altri studi che mostrano che una dieta mediterranea riduce il rischio di malattie cardiache, di alcuni tumori e del diabete e supportano anche studi precedenti sulla dieta mediterranea e la cognizione. Lo studio rileva inoltre che la maggior parte dei modelli dietetici che hanno dimostrato di migliorare la funzione cognitiva degli anziani, come le diete Mediterranea, MIND e DASH, hanno una matrice di punteggio unica basata sulla quantità di porzioni consumate per ciascun componente dietetico.


"Più verdure a foglia verde, altre verdure, bacche, olio d'oliva e pesce possiamo incorporare nella nostra alimentazione, meglio è per il nostro cervello e corpo che invecchia. Altri studi mostrano che la carne rossa e trasformata, il cibo fritto e i cereali integrali sono associati a un'infiammazione più elevata e a un declino cognitivo più veloce in età avanzata", ha detto la Agarwal. "Per trovare benefici dall'alimentazione come la dieta mediterranea, o la dieta MIND, dovremmo limitare il consumo di cibi trasformati e di altri alimenti malsani come fritti e dolci".


Lo studio e le sue scoperte non possono essere generalizzati direttamente; sono necessari altri studi longitudinali sulla dieta e la cognizione tra la popolazione di mezza età per estendere questi risultati.

 

 

 


Fonte: Nancy Difiore in Rush University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Puja Agarwal, Klodian Dhana, Lisa Barnes, Thomas Holland, Yanyu Zhang, Denis Evans, Martha Clare Morris. Unhealthy foods may attenuate the beneficial relation of a Mediterranean diet to cognitive decline. Alzheimer’s & Dementia, 7 Jan '21, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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