Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Perdita di interesse potrebbe essere segno del rischio di demenza?

apathy

Gli anziani con apatia grave, che è la mancanza di interesse per le attività abituali, possono avere più probabilità di sviluppare la demenza rispetto alle persone con pochi sintomi di apatia, secondo uno studio pubblicato online il 14 ottobre 2020 su Neurology.


“L'apatia può essere molto angosciante per i familiari, quando le persone non vogliono più stare insieme con gli amici o la famiglia o non sembrano interessati a quello che gradivano fare”, ha detto l'autrice dello studio Meredith Bock MD, della University of California di San Francisco. “È necessaria altra ricerca, ma è possibile che questi siano segni che le persone hanno un rischio di morbo di Alzheimer (MA) e potrebbero trarre benefici da interventi precoci e dagli sforzi per ridurre altri fattori di rischio”.


Lo studio ha coinvolto 2.018 anziani con un'età media di 74 anni, tutti senza demenza. All'inizio dello studio, i ricercatori hanno misurato l'apatia attraverso un questionario con domande del tipo “Nelle ultime quattro settimane, quanto sei stato interessato a uscire di casa e andare fuori?” e “Nelle ultime 4 settimane, quanto sei stato interessato a fare le solite attività?”.


I partecipanti sono stati poi divisi in tre gruppi: apatia bassa, moderata e grave. Dopo nove anni, i ricercatori hanno determinato chi ha avuto la demenza, analizzando i farmaci, le cartelle cliniche ed i risultati nei test cognitivi.


Per la fine dello studio, 381 partecipanti (quasi il 19%) hanno sviluppato la demenza: 111 su 768 (14%) del gruppo con apatia bassa, 143 su 742 (19%) del gruppo con apatia moderata e 127 su 508 (25%) del gruppo con apatia grave.


Dopo l'aggiustamento dei dati per età, formazione, rischio cardiovascolare e altri fattori che potrebbero influenzare il rischio di demenza, hanno trovato che le persone con apatia grave hanno avuto l'80% in più di probabilità di sviluppare la demenza rispetto alle persone con apatia bassa.


Un'apatia più alta è stata anche associata a un peggiore punteggio cognitivo all'inizio dello studio.


“Anche se la depressione è stata studiata più estesamente come fattore predittivo della demenza, il nostro studio rafforza la ricerca che mostra che l'apatia merita attenzione come un predittore indipendente di malattia, ha detto la Bock. “In effetti, noi crediamo che l'apatia possa essere un segno molto precoce di demenza e che può essere valutato con un breve questionario”.


Una limitazione dello studio è che, per diagnosticare la demenza, è stato usato un algoritmo, che può essere meno sensibile di una valutazione approfondita fatta da un medico.

 

 

 


Fonte: American Academy of Neurology (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Meredith Bock, Amber Bahorik, Willa Brenowitz, Kristine Yaffe. Apathy and risk of probable incident dementia among community-dwelling older adults. Neurology, 14 Oct 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.