Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Prima di finire questo titolo, il tuo cervello si sarà rifocalizzato 20 volte

Forse ti sembra di avere una visione fluida e continua del mondo che ti circonda. Ma i neuroscienziati che studiano la percezione hanno ora scoperto che il nostro cervello sposta la concentrazione a una velocità scioccante: 4 volte al secondo.


Prestare attenzione richiede al nostro cervello di bilanciare l'attenzione con la consapevolezza delle attività che potrebbero richiedere maggiore priorità. Per farlo bene, la percezione sembra comportarsi come un film vecchio stile, che passa continuamente da una immagine all'altra, più veloce di un battito di ciglia.


Nuovi studi che collegano le oscillazioni nell'attività neurale con l'attenzione ci costringono a ripensare a come dare senso al mondo, e come il cervello dei primati riesce - e talvolta no - a far fronte a un paesaggio sempre più distraente.


"La nostra esperienza soggettiva del mondo visuale è un'illusione", dice la psicologa Sabine Kastner del Princeton Neuroscience Institute negli Stati Uniti. "La percezione è discontinua, passa ritmicamente attraverso brevi finestre temporali quando possiamo percepire più o meno".


Gli studi della Kastner sulle oscillazioni neurologiche e l'attenzione hanno contribuito alla quantità crescente di evidenze che dimostrano che il nostro cervello costruisce una percezione ininterrotta di ciò che ci circonda, assemblando frammenti di stimoli.


La conoscenza delle oscillazioni del cervello è in circolazione da quando registriamo in modo elettrochimico il polso del nostro sistema nervoso. Ma al di là del collegamento di alcune onde cerebrali con gli stati di coscienza, abbiamo ancora molto da imparare sulla natura dei suoi ritmi.


"Ora, per la prima volta, possiamo collegare i ritmi del cervello al nostro comportamento, momento per momento", afferma la Kastner, che con i suoi colleghi ha eseguito diversi esperimenti che coinvolgono sia umani che altri primati per comprendere meglio il paradosso di come un flusso continuo di messa a fuoco riesca a costruire una storia in un paesaggio di attività in continuo movimento.


Allenando dei macachi a rispondere a uno stimolo, e registrando la loro attività cerebrale, i ricercatori hanno mappato un gruppo di onde cerebrali che caratterizzano le interazioni tra diverse aree neurologiche. Ciò ha permesso loro di definire le proprietà ritmiche dell'attenzione su una parte specifica del cervello del macaco: la sua rete fronto-parietale.


Di per sé, questo non è affatto sorprendente. Il ruolo di quest'area nell'attenzione visiva è ben consolidato, rendendolo un posto naturale per studiare le dinamiche in atto. Ma capire come le onde cerebrali fluttuanti potrebbero collegarsi a un ambiente in evoluzione non è stato così semplice.


Attualmente le evidenze suggeriscono che i cambiamenti nei nostri dintorni probabilmente non sono responsabili di questo ritmo, sottolineando invece che la rete fronto-parietale marcia al ritmo del proprio tamburo. È quasi come se il cervello fosse una vecchia macchina fotografica, che si concentra su istantanee distinte e poi le unisce in una scena.


Le posizioni e la tempistica dei modelli mutevoli delle onde cerebrali del macaco hanno rivelato dettagli sulla natura delle oscillazioni della rete, rafforzando l'idea emergente che il nostro cervello afferra gli stimoli in pezzi. Non solo, suggerisce che questo metodo di campionamento è una caratteristica del cervello dei primati da un bel po' di tempo.


Laddove la maggior parte dei ricercatori potrebbe aver terminato il proprio studio con questa ipotesi, la Kastner ha fatto un ulteriore passo avanti e ha cercato di replicare il lavoro sugli esseri umani.


Unendo le forze con Robert Knight, neuroscienziato di Berkeley, e il suo gruppo di ricerca, la Kastner ha lavorato su 15 pazienti sottoposti a trattamenti chirurgici per l'epilessia, usando le sonde diagnostiche di questi pazienti per studiare modelli di onde cerebrali simili durante i periodi di concentrazione. E in effetti si è evidenziato lo stesso effetto stroboscopico.


"Abbiamo l'assunto che ciò che troviamo nella scimmia reggerà negli umani, ma raramente viene controllato con la stessa attenzione che c'è stata qui", afferma il neuroscienziato Ian Fiebelkorn, il primo autore dello studio sui macachi.


Mettendo le prove nel suo contesto, le parti del nostro cervello responsabili di focalizzare l'attenzione su azioni specifiche guizzano costantemente, interrompendo il flusso di stimoli quattro volte al secondo. All'inizio non sembra avere senso. Perché non limitarsi a una cosa? Potrebbe avere qualcosa a che fare con un bisogno persistente di controllare il pericolo.


"Ogni 250 millisecondi, hai l'opportunità di spostare l'attenzione", afferma Fiebelkorn. "Non vuoi essere bloccato solo su una cosa; sembra che sia un vantaggio evolutivo avere queste finestre di opportunità per controllare il tuo ambiente".


I ricercatori non fanno ipotesi sulle implicazioni mediche della loro ricerca. Ma in un mondo che esige sempre di più della nostra attenzione, una ricerca che spiega che essa funziona a un livello fondamentale potrebbe diventare sempre più importante. I due studi sono stati pubblicati su Neuron.

 

 

 


Fonte: Mike McRae in Science Alert & Liz Fuller-Wright in Princeton University - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  1. Ian Fiebelkorn, Mark Pinsk and Sabine Kastner. A dynamic interplay within the frontoparietal network underlies rhythmic spatial attention. Neuron, 22 Aug 2018 DOI: 10.1016/j.neuron.2018.07.038
  2. Randolph Helfrich, Ian Fiebelkorn, Sara Szczepanski, Jack Lin, Josef Parvizi, Robert Knight and Sabine Kastner. Neural mechanisms of sustained attention are rhythmic. Neuron, 22 Aug 2018 DOI: 10.1016/j.neuron.2018.07.032

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)