Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio rivela nuovi biomarcatori del rischio di demenza, anni prima dei sintomi

Sudha Seshadri MD, direttrice e fondatrice del Glenn Biggs Institute for Alzheimer & Neurodegenerative Diseases della University of Texas di San Antonio, è coautrice senior della ricerca annunciata il 6 marzo che ha identificato nuovi biomarcatori di rischio della demenza futura.


Lo studio, pubblicato in Alzheimer’s & Dementia, ha analizzato piccole molecole chiamate «metaboliti» in campioni di sangue prelevati da 22.623 individui, compresi 995 che hanno progredito verso la demenza. I partecipanti sono stati arruolati in otto coorti di ricerca in cinque paesi.

 

Associazioni con rischio più basso e più alto

  • I ricercatori hanno scoperto che concentrazioni più elevate di molecole di sangue chiamate amminoacidi a catena ramificata erano associate a un minor rischio di demenza futura.
  • Anche un'altra molecola, la creatinina e due sottoclassi lipididiche di lipoproteine ​a densità molto bassa (VLDL) sono state associate a un rischio minore di demenza.
  • Una lipoproteina ad alta densità (HDL) e una sottoclasse di lipoproteine ​​VLDL erano associate ad un aumento del rischio di demenza.

Queste scoperte amplieranno la ricerca di bersagli farmacologici nella demenza causata dal MA, dalla demenza vascolare e da altri sottotipi, ha detto la dott.ssa Seshadri, professoressa di neurologia alla UT di San Antonio. In precedenza all'Università di Boston, la dott.ssa Seshadri è ricercatrice senior dello studio di lunga durata Framingham Heart e guida il gruppo di lavoro di neurologia in diversi consorzi internazionali.


"Ora si riconosce che dobbiamo guardare oltre i percorsi amiloidi e tau tradizionalmente studiati e comprendere l'intero spettro della patologia coinvolta nelle persone che presentano sintomi di MA e di altre demenze", ha detto la dott.ssa Seshadri. "È emozionante trovare nuovi biomarcatori che possono aiutarci a identificare le persone che sono più a rischio di demenza".


Esame diagnostico

In futuro, il Glenn Biggs Institute potrebbe indagare sulla fattibilità di un esame diagnostico, come un esame del sangue, per valutare la firma molecolare di ciascun paziente sul rischio di demenza. La firma potrebbe includere la concentrazione ematica di aminoacidi a catena ramificata.


Le firme metaboliche alterate sono state osservate anni prima della diagnosi di demenza, quando i partecipanti allo studio erano sani, ha detto la dott.ssa Seshadri. Se un giorno sarà disponibile un test, la terapia potrebbe essere iniziata prima.


Lo studio è stato condotto su persone di discendenza europea ed è stato realizzato in collaborazione con ricercatori in Finlandia, Paesi Bassi, Regno Unito ed Estonia. La dott.ssa Seshadri è ansiosa di replicarlo nel sud del Texas. "Il Glenn Biggs Institute della UT Health San Antonio espanderà questi studi per includere i diversi gruppi etnici e razziali che vivono nel sud del Texas", ha detto.


Gli amminoacidi a catena ramificata sono sostanze nutritive che il corpo ricava dalle proteine ​​di alimenti come carne e legumi. Questi amminoacidi includono leucina, isoleucina e valina. "In passato si è dimostrato che la valina è coinvolta nel determinare il rischio di diabete, un problema particolarmente grande qui, specialmente tra la vasta popolazione ispanica della regione", ha affermato il dott. Seshadri. "Ora è dimostrato che è associato al rischio di demenza di Alzheimer. Vogliamo investigare su qualsiasi connessione".


Cambiamenti allo stile di vita

I metaboliti sono influenzati da fattori genetici e ambientali, e i loro livelli possono essere modificati attraverso interventi dietetici e farmacologici.


"Spero che le persone che leggono questo studio possano capire che sono in grado di prendere possesso della loro salute", ha detto la dott.ssa Seshadri. "Le decisioni che si prendono a proposito di stile di vita, come aderire a una dieta mediterranea o di altro tipo, possono influenzare questi metaboliti in modi che ancora non comprendiamo appieno".


Ulteriori studi possono chiarire se gli amminoacidi a catena ramificata e le altre molecole hanno un ruolo causale nel processo di malattia della demenza o sono solo i primi marcatori della malattia, ha detto la dott.ssa Seshadri.

 

 

 


Fonte: Will Sansom in University of Texas San Antonio (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Juho Tynkkynen, Vincent Chouraki, Sven J. van der Lee, Jussi Hernesniemi, Qiong Yang, Shuo Li, Alexa Beiser, Martin G. Larson, Katri Sääksjärvi, Martin J. Shipley, Archana Singh-Manoux, Robert E. Gerszten, Thomas J. Wang, Aki S. Havulinna, Peter Würtz, Krista Fischer, Ayse Demirkan, M. Arfan Ikram, Najaf Amin, Terho Lehtimäki, Mika Kähönen, Markus Perola, Andres Metspalu, Antti J. Kangas, Pasi Soininen, Mika Ala-Korpela, Ramachandran S. Vasan, Mika Kivimäki, Cornelia M. van Duijn, Sudha Seshadri, Veikko Salomaa. Association of branched-chain amino acids and other circulating metabolites with risk of incident dementia and Alzheimer's disease: A prospective study in eight cohorts. Alzheimer’s & Dementia, in press, DOI: 10.1016/j.jalz.2018.01.003

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.