Ricerche
Terapia iperbarica può alleviare i sintomi di Alzheimer ... dei topi
Un nuovo studio dell'Università di Tel Aviv rivela che i trattamenti di ossigeno iperbarico possono migliorare i sintomi sperimentati dai pazienti con morbo di Alzheimer (MA).
"Questo trattamento rivoluzionario per MA usa una camera di ossigeno iperbarica, che in passato si è dimostrata estremamente efficace nel trattamento di ferite che erano lente a guarire" [ndt: ma NON dell'Alzheimer], afferma il Prof. Uri Ashery della Sagol School of Neuroscience e della Faculty of Life Sciences della TAU, che ha guidato la ricerca. "Abbiamo ora dimostrato per la prima volta che l'ossigenoterapia iperbarica può effettivamente migliorare la patologia dell'MA e correggere i deficit comportamentali associati alla malattia. Questa ricerca è estremamente eccitante in quanto esplora una nuova terapia promettente come trattamento dell'MA". [ndt: la frase non specifica che il risultato è stato ottenuto sui topi].
La ricerca è stata condotta dallo studente di dottorato Ronit Shapira (Facoltà di Scienze della Vita della TAU), dai Prof. Beka Solomon e Dan Frenkel (Sagol School of Neuroscience e Faculty of Life Sciences della TAU) e dal prof. Shai Efrati (facoltà di medicina Sackler della TAU, Sagol School of Neuroscience e Assaf-Harofeh Medical Center). È stata pubblicata sulla rivista Neurobiology of Aging.
I pazienti sottoposti a ossigenoterapia iperbarica per diverse condizioni respirano ossigeno puro in una stanza o camera pressurizzata. In questa camera, la pressione dell'aria è doppia rispetto a quella normale. In queste condizioni, aumenta la solubilità dell'ossigeno nel sangue, che viene trasportato dai vasi sanguigni in tutto il corpo. L'ossigeno aggiunto stimola il rilascio di fattori di crescita e cellule staminali, che a loro volta promuovono la guarigione.
Gli scienziati della TAU hanno usato un topo modello di MA e hanno costruito una camera di ossigeno iperbarica su misura dei piccoli animali. Quindi, nel corso di 14 giorni, il team ha somministrato ai topi un trattamento iperbarico con ossigeno per un'ora al giorno. Dopo 14 giorni, i topi hanno subito una serie di test comportamentali e test biochimici tissutali per comprendere come il trattamento iperbarico dell'ossigeno aveva influenzato le caratteristiche patologiche associate all'MA.
Il trattamento ha ridotto le deficienze comportamentali rispetto ai topi di controllo non transgenici, ha ridotto del 40% la patologia della placca e ridotto della stessa misura la neuroinfiammazione.
"Ci sono serie implicazioni cliniche in questa ricerca", dice Shapira, il primo autore dello studio. "Il trattamento con ossigeno iperbarico è una terapia ben tollerata e sicura usata nelle cliniche di tutto il mondo per varie condizioni mediche, compresi i disturbi neurologici. Tuttavia sono necessarie ulteriori ricerche per chiarire i meccanismi benefici sottostanti della terapia e valutare i suoi effetti benefici in varie popolazioni di pazienti di Alzheimer. Ha un grande potenziale per il trattamento dell'MA".
Può essere rilevante ...
... solo se e quando si avrà un risultato sull'uomo; per ora questa evidenza non c'è.
"In questo studio di riferimento, gli effetti fisiologici benefici della terapia iperbarica con ossigeno sono stati dimostrati direttamente sul tessuto cerebrale affetto da Alzheimer [ndt: ... di topi]", afferma il prof. Efrati. "Riteniamo che la principale sfida nell'uso umano sarà quella di iniziare il trattamento nelle prime fasi, prima che si perda una quantità significativa di tessuto cerebrale".
I ricercatori stanno attualmente testando l'efficacia del trattamento dell'ossigeno iperbarico su un ulteriore topo modello di MA, per indagare i meccanismi alla base del suo impatto sulla malattia.
Fonte: American Friends of Tel Aviv University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: Ronit Shapira, Beka Solomon, Shai Efrati, Dan Frenkel, Uri Ashery. Hyperbaric oxygen therapy ameliorates pathophysiology of 3xTg-AD mouse model by attenuating neuroinflammation. Neurobiology of Aging, 2018; 62: 105 DOI: 10.1016/j.neurobiolaging.2017.10.007
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