Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Gli occhi possono essere una finestra sull'Alzheimer

Gli occhi possono essere una finestra sull'AlzheimerArchana Murali (sinistra) ed Elena Berman (destra) mentre presentano il loro studio sugli occhi all'Intel International Science and Engineering Fair. (Foto: E. Nguyen/SSP)


Gli occhi delle persone con Alzheimer sono, in alcuni aspetti, nettamente diversi da quelli delle persone senza questa malattia. Queste differenze, identificate da due adolescenti, potrebbero essere delle prove attendibili della malattia nelle persone viventi. Ancora più importante, i primi segni di questi cambiamenti potrebbero consentire un trattamento della malattia prima che appaiano i sintomi principali. In questo momento, medici e pazienti non hanno tale avviso precoce.


Archana Murali ed Elena Berman hanno presentato la loro scoperta alla 2016 Intel International Science and Engineering Fair. Entrambe hanno 16 anni e frequentano l'equivalente della 3 superiore alla Breck School di Golden Valley in Minnesota. [...]


Ci sono poche prove certe della presenza dell'Alzheimer, gli esami del sangue non lo rivelano. Alcuni geni possono aumentare il rischio di sviluppare questa malattia, ma le persone con questi geni non sempre sviluppano i sintomi. E i sintomi di Alzheimer possono essere confusi con quelli di molte altre malattie. L'unico modo sicuro per confermare la diagnosi di Alzheimer è esaminare i campioni di tessuto cerebrale dopo la morte.


Ma Archana ed Elena hanno identificato nuovi indizi che compaiono, segnalando l'Alzheimer nelle persone viventi. Esse hanno confrontato le scansioni degli occhi di 68 pazienti affetti da Alzheimer con scansioni di 65 persone sane. Per molti aspetti, le scansioni sono simili, ma per alcune caratteristiche sono emerse differenze sorprendenti.


Per esempio, le ragazze hanno misurato lo spessore di uno strato ricco di nervi della retina, quello sensibile alla luce all'interno della parte posteriore dell'occhio. Questo strato di fibre nei pazienti di Alzheimer era compreso tra 20 e 25 micrometri, più piccolo dei 30/34 micrometri tipici dei volontari sani.


Hanno misurato anche lo spessore del coroide, uno strato ricco di vasi sanguigni dietro la retina. Nelle persone sane questo varia da 180 a 218 micrometri di spessore. Ma nei pazienti di Alzheimer, in genere varia tra 213 e 256 micrometri. Anche se tali intervalli si sovrappongono in parte, nella media i pazienti di Alzheimer avevano coroidi molto più spessi, notano Archana ed Elena.


Infine, le adolescenti hanno misurato il diametro di una vena principale all'interno della retina. Nei pazienti di Alzheimer, in genere misurava tra 83 e 94 micrometri, mentre nelle persone senza Alzheimer la vena di solito era compresa tra 131 e 134 micrometri.


A questo punto, non è chiaro che cosa causa questi cambiamenti oculari, dicono le ragazze. Inoltre, non è chiaro se questi cambiamenti emergono all'inizio del decorso dell'Alzheimer. Ulteriori ricerche potrebbero rispondere a queste domande. Se l'Alzheimer è davvero la causa di questi cambiamenti oculari - ed essi si evidenziano presto nello sviluppo di questa malattia - allora potrebbero diventare un mezzo facile ed economico per la diagnosi.


Oggi, le scansioni cerebrali sono accurate solo al 75 per cento per la diagnosi dell'Alzheimer, dicono Archana ed Elena. Sulla base delle loro prime analisi, la nuova tecnica sembra avere un'accuratezza superiore al 95 per cento. Sarebbe anche molto meno costosa: mentre il costo di una scansione del cervello è di circa 2.600 dollari, gli oculisti potrebbero prendere l'immagine degli occhi di un paziente per circa 100 dollari. Quindi, se provata, la nuova tecnica delle adolescenti potrebbe facilmente diventare parte di un esame oculistico di routine.

 

 

 


Fonte: Sid Perkins in Student Science (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)