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Una forma fisica migliore può neutralizzare l'atrofia cerebrale negli anziani

Gli anziani che migliorano la forma fisica, attraverso un programma di esercizio di intensità moderata, aumentano lo spessore della corteccia cerebrale del cervello, che è lo strato esterno del cervello che in genere si atrofizza nell'Alzheimer.


Secondo il nuovo studio della University of Maryland, tali effetti sono stati trovati sia negli anziani sani che in quelli con diagnosi di decadimento cognitivo lieve (MCI), una fase precoce dell'Alzheimer.


"L'esercizio fisico può aiutare a invertire la neurodegenerazione e il trend di restringimento del cervello che vediamo in coloro che hanno MCI e Alzheimer", afferma il Dr J. Carson Smith, professore associato di chinesiologia e autore senior dello studio, pubblicato sul Journal of the International Neuropsychological Society il 19 novembre 2015. "Molte persone pensano che sia troppo tardi intervenire con l'esercizio fisico quando una persona presenta già sintomi di perdita di memoria, ma i nostri dati suggeriscono che l'esercizio fisico può avere un vantaggio in questa fase iniziale del declino cognitivo".


I partecipanti che erano in precedenza fisicamente inattivi (età da 61 a 88 anni) sono stati messi in un regime di esercizio che comprendeva cammino a intensità moderata su un tapis roulant, 4 volte alla settimana per un periodo di dodici settimane. La forma cardiorespiratoria è migliorata in media di circa l'8%, in conseguenza dell'allenamento, sia nei partecipanti sani sia in quelli con MCI.


L'atrofia della strato corticale del cervello è un marcatore di progressione dell'Alzheimer e si correla a sintomi che includono il deterioramento cognitivo. Il dottor Smith e i colleghi hanno trovato che i partecipanti allo studio che hanno mostrato i maggiori miglioramenti in palestra hanno avuto la maggiore crescita nel livello corticale, sia nel gruppo con diagnosi di MCI sia nei sani.


Anche se entrambi i gruppi hanno esibito forti associazioni tra aumento della forma fisica e aumento dello spessore corticale dopo l'intervento, i partecipanti con MCI hanno mostrato maggiori miglioramenti rispetto al gruppo sano nell'insula sinistra e nel giro temporale superiore, due regioni del cervello che subiscono una neurodegenerazione più accelerata nell'Alzheimer.


Il dottor Smith aveva riferito in precedenza che i partecipanti a questo intervento con esercizio avevano mostrato miglioramenti in termini di efficienza neurale durante il richiamo della memoria, e questi nuovi dati si aggiungono alle prove sull'impatto positivo dell'esercizio sulle funzioni cognitive. Altre ricerche da lui pubblicate avevano dimostrato anche che l'attività fisica di intensità moderata, come camminare per 30 minuti, per 3-4 giorni alla settimana, può proteggere la salute del cervello allontanando il restringimento dell'ippocampo degli anziani.


Questo è il primo studio a dimostrare che l'esercizio fisico, e una migliore forma fisica, possono avere un impatto sullo spessore corticale degli anziani con diagnosi di decadimento cognitivo lieve. Il dottor Smith ha pianificato studi futuri che comprendono molti più partecipanti ad un intervento di esercizio a lungo termine per verificare se sono possibili maggiori miglioramenti nel corso del tempo, e se gli effetti persistono nel lungo termine.


La domanda chiave senza risposta è se l'attività fisica regolare di intensità moderata può invertire o ritardare il declino cognitivo e aiutare le persone a restare fuori delle case di cura e consentire loro di mantenere la loro indipendenza mentre invecchiano.

 

 

 


Fonte: University of Maryland (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Katherine Reiter, Kristy A. Nielson, Theresa J. Smith, Lauren R. Weiss, Alfonso J. Alfini, J. Carson Smith. Improved Cardiorespiratory Fitness Is Associated with Increased Cortical Thickness in Mild Cognitive Impairment. Journal of the International Neuropsychological Society, 2015; 21 (10): 757 DOI: 10.1017/S135561771500079X

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Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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