Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Danza dei neuroni: le vibrazioni delle cellule cerebrali possono aiutare a curare l'Alzheimer

lleDanza dei neuroni: le vibrazioni dei cellule cerebrali possono aiutare a curare l'AlzheimerUn'immagine ad alta risoluzione di una cellula cerebrale (Fonte: D'Este et al. / Cell Reports)

Pensate al getto di acqua e inchiostro del calamaro. Il nervo che alimenta questo riflesso è così grande che sembra un vaso sanguigno.


Quando uno zoologo britannico ha iniziato a fare esperimenti con esso nel 1930, il neurone del calamaro ha trasformato ciò che sapevamo sul cervello. Il nervo, abbastanza spesso da bloccare e registrare cambiamenti elettrici attraverso la sua membrana, ha fatto luce sui circuiti del nostro cranio.


Le grandi cellule cerebrali del calamaro hanno iniziato una rivoluzione nel campo delle neuroscienze, facendo ottenere in ultima analisi 5 premi Nobel a 13 scienziati in più di 50 anni. Il modello ha ispirato farmaci come il Prozac e lo Xanax. Ma il quadro di segnalazione neurale emerso finora aveva più a che fare con la chimica e l'elettricità, che non con la meccanica. Fino a poco tempo fa, pochi scienziati prestavano attenzione ai movimenti dei neuroni.


"Pensiamo al cuore", spiega William Tyler, professore dell'Arizona State University, che studia la modulazione ultrasonica dei neuroni. "Tutti sanno che il battito del cuore ha una componente meccanica. Ma dimentichiamo che anche i neuroni sono oggetti meccanici. Cosa succede quando le placche di proteine si accumulano nel cervello, come nell'Alzheimer? Si modifica la rigidità del neurone, proprio come si intasano le arterie mangiando cibi grassi".


Una nuova ricerca di due giovani scienziati, pubblicata sulla rivista Nature Communications, mostra come i neuroni vibrano in sintonia con la loro attivazione. Questo suggerisce che le malattie del cervello possono essere influenzate non solo da squilibri chimici (la "zuppa" da lungo tempo ipotizzata come causa dei disturbi dell'umore) ma anche dal movimento dei nervi.


Come ha detto Isaac Newton, il progresso scientifico è costruito sulle spalle di giganti. Questo è certamente vero per Ahmed El Hady, neuroscienziato, e Ben Machta, fisico, entrambi a Princeton. La loro ricerca si basa su una storia che ha avuto inizio nella seconda guerra mondiale, con scienziati dei campi opposti. Due inglesi a Cambridge hanno guidato il gruppo con gli studi sul neurone del calamaro: Alan Hodgkin e Andrew Huxley (fratellastro di Aldous, autore di Brave New World). Nella loro ormai famosa ricerca del 1952, che è ancora una lettura obbligatoria per gli studenti universitari di neuroscienze, hanno descritto ciò che equivale al codice Morse del cervello: il picco di tensione si propaga sul nervo in risposta a ioni caricati che attraversano la sua membrana.


In Giappone, nel frattempo, un biochimico stava studiando il rivestimento bianco intorno alle fibre nervose grigie. Questa "materia bianca" grassa è caratteristica, e Ichiji Tasaki si era chiesto a che cosa servisse. Ha scoperto che questa guaina, chiamata mielina, funge da isolante per il cavo di uscita del neurone, accelerando i segnali cerebrali. Così fin dall'inizio della sua carriera, Tasaki si è concentrato sulla descrizione dei neuroni come oggetti, come fili avvolti con nastro isolante.


Dopo la sconfitta dell'Asse, Tasaki si è trasferito negli Stati Uniti, dove ha fatto ricerca focalizzata sull'udito: come i suoni diventano elettricità nell'orecchio. Quando le onde sonore entrano nell'orecchio attraverso l'aria, creano onde liquide nella coclea dell'orecchio interno, che piegano piccole cellule a forma di minuscoli peli. Con il piegamento delle cellule ciliate, esse aprono canali ionici in membrane nervose, convertendo questa onda fisica in un segnale elettrico. Tasaki ha ipotizzato che il cervello potrebbe amplificare i segnali nello stesso modo, con i neuroni che si muovono.


Torniamo ad oggi: nuove immagini ad alta risoluzione mostrano la struttura delle cellule del cervello a un livello mai visto prima. In un articolo pubblicato da scienziati di Harvard su Science nel 2013, le immagini rosse e verdi sono belle e intricate: i neuroni sono rigati in modo uniforme in anelli di actina, la proteina che sorregge lo scheletro della cellula. Raggruppati intorno a ogni striscia, secondo gli autori, ci sono i canali del sodio che i neuroni hanno bisogno di «sparare».


El Hady e Machta si sono chiesti: perché l'evoluzione avrebbe progettato una struttura del genere? Gli anelli, distanziati ritmicamente, hanno fatto pensare che potesse essere coinvolta un'onda fisica. Se i neuroni ondeggiano ogni volta che inviano un segnale, forse l'apertura e la chiusura dei canali del sodio sono orchestrati con precisione dalla spaziatura di queste strisce.


I due hanno applicato nuova matematica a 70 anni di studi sui calamari, aguglie e altri animali con grandi neuroni. La loro ricerca è stata anche alimentata dalle nuove tecnologie: un metodo di microscopia che ha fatto vincere a tre chimici un premio Nobel lo scorso anno. Questa tecnica a super-risoluzione, chiamata STED, li ha aiutati a mettere insieme una storia di come si muovono i nervi quando parlano.


El Hady e Machta descrivono in dettaglio come l'onda elettrica che scende nell'assone, il cavo di uscita del nervo, può indurre l'assone a muoversi in modo sistematico. Se questa danza delle cellule cerebrali è interrotta da una struttura cellulare eccessivamente fragile, elastica o disordinata, il risultato potrebbe essere un'interruzione dell'umore o della velocità e qualità del pensiero.


La Thync Inc., società di cui Jamie Tyler è cofondatore, sta lavorando per sviluppare gli strumenti per far muovere le cellule del cervello con gli ultrasuoni. Questo cambiamento fisico dei neuroni, secondo Tyler, potrebbe presto essere applicato per trattare gli effetti di colpi improvvisi al cervello, come commozioni cerebrali e colpi di frusta, ma anche malattie come l'Alzheimer e il Parkinson, entrambi i quali modificano l'elasticità delle cellule cerebrali.


Una nuova tecnologia chiamata elastografia a risonanza magnetica invece permette agli scienziati di vedere la fragilità dei nervi. Questo strumento potrebbe un giorno essere usato nella diagnostica, per individuare l'irrigidimento delle cellule cerebrali prima che il paziente mostri i sintomi di una malattia come l'Alzheimer.


Ichiji Tasaki è morto sei anni fa all'età di 99 anni. Quindi, non ha mai visto l'aumento di interesse nel modo in cui si muovono i nervi. Ma la danza cellulare che egli ha tranquillamente esplorato nel suo laboratorio per più di 70 anni può essere più importante di quanto lui avesse mai saputo.


Fortunatamente per Tasaki e il calamaro, la scienza è lungimirante con il successo.

 

 

 

 

 


Fonte: Taylor Beck in The Week (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.