Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Area cerebrale della cognizione è più grande nei portatori del gene della longevità

Area del cervello legata all'invecchiamento è più grande nei portatori del gene della longevitàLa corteccia prefrontale dorsolaterale (blu e rosso) è più grande e collegata ad una funzionalità migliore nei portatori di una copia della variante del gene Klotho. Illustrazione di Michael Griffin KellyI portatori di una variante del gene associato alla longevità hanno la parte anteriore del cervello coinvolta nella pianificazione e nel processo decisionale con un volume più grande, secondo dei ricercatori della University of California di San Francisco.


Questi risultati rafforzano la scoperta precedente, che le persone di mezza età e quelle anziane portatrici di una sola copia dell'allele Klotho (chiamato KL-VS) ottengono risultati migliori su una vasta gamma di test cognitivi.


Quando hanno modellato il KL-VS nei topi, hanno trovato che questo rafforza le connessioni tra i neuroni e migliora l'apprendimento e la memoria.


Il Klotho codifica una proteina, chiamata klotho, che viene prodotta nei reni e nel cervello e regola molti processi diversi nel corpo. Circa una persona su cinque portano una sola copia del KL-VS, che aumenta i livelli di Klotho ed è associata ad una maggiore durata di vita e ad una migliore funzione cardiaca e renale. Una piccola minoranza, circa il 3 per cento, ha due copie, fatto associato ad una durata di vita più breve.

 

Esaminata parte della corteccia prefrontale

In questo studio, pubblicato il 27 gennaio in Annals of Clinical and Translational Neurology, i ricercatori hanno scansionato il cervello di 422 uomini e donne over-53 cognitivamente normali, per vedere se la dimensione di ogni zona del cervello si correla con la presenza di una copia dell'allele, di due o di nessuna.


Essi hanno scoperto che la variante del gene Klotho è predittiva della dimensione di una regione chiamata corteccia prefrontale dorsolaterale destra (rDLPFC), che è particolarmente vulnerabile all'atrofia nell'invecchiamento. Il deterioramento in questo settore può essere uno dei motivi per cui gli anziani hanno difficoltà a sopprimere le informazioni che distraggono e a fare più di una cosa alla volta.


I ricercatori hanno scoperto che la rDLPFC si riduce con l'età in tutti e tre i gruppi, ma quelli con una copia di KL-VS - circa un quarto del gruppo di studio - hanno un volume maggiore rispetto sia ai non portatori che a quelli con due copie. I ricercatori hanno anche scoperto che la dimensione della rDLPFC predice quanto vanno bene i tre gruppi sui test cognitivi, come la memoria di lavoro - la capacità di mantenere una piccola quantità di informazioni appena acquisite in mente - e la velocità di elaborazione. Entrambi i test sono considerati buone misurazioni della capacità di pianificare e di prendere decisioni, controllate dalla rDLPFC.


"Sappiamo da molto tempo che le persone perdono le capacità cognitive invecchiando, ma ora stiamo cominciando a capire che dei fattori come il klotho possono dare una spinta e conferire resilienza nell'invecchiamento", ha detto l'autore senior Dena Dubal, MD, PhD, assistente professore di neurologia alla UCSF e la docente in invecchiamento e malattie neurodegenerative. "La variante genetica del Klotho potrebbe aiutare a predire la salute del cervello e permetterci di trovare dei modi per proteggere le persone dalle malattie devastanti che ci capitano invecchiando, come l'Alzheimer e le altre forme di demenza".

 

Dimensione maggiore significa funzionalità migliore

Da test statistici, i ricercatori hanno concluso che i maggiori volumi della rDLPFC presenti nei portatori di un'unica copia di KL-VS rappresentano solo il 12 per cento dell'effetto complessivo che ha la variante sulle abilità testate.


Tuttavia, l'allele può avere altri effetti sul cervello, come ad esempio aumentare i livelli, o cambiare le azioni, della proteina klotho per enfatizzare la plasticità sinaptica, o le connessioni tra i neuroni. In un precedente esperimento, hanno trovato che l'aumento del klotho nei topi potenzia l'azione di un recettore cellulare cruciale per formare ricordi.


"L'area del cervello rafforzata dalla variante genetica del Klotho è vulnerabile all'invecchiamento e a diverse malattie psichiatriche e neurologiche, compresa la schizofrenia, la depressione, l'abuso di sostanze e la demenza frontotemporale", ha detto Jennifer Yokoyama, PhD, primo autore e assistente professore di neurologia alla UCSF. "In questo caso, una dimensione più grande significa una funzionalità migliore. Sarà importante determinare se la spinta strutturale associata alla presenza di una copia del KL-VS può compensare i deficit cognitivi causati dalla malattia".

 

********
Altri autori dello studio sono Virginia Sturm, Luke Bonham, Joel Kramer e Bruce Miller della UCSF; Eric Klein e Giovanni Coppola della University of California di Los Angeles; Lei Yu e David Bennett della Rush University; e Konstantinos Arfanakis della Rush e dell'Illinois Institute of Technology.

Lo studio è stato finanziato dalla Larry L. Hillblom Foundation, dal National Institute on Aging, dalla American Federation for Aging Research, dalla Coulter-Weeks Foundation e dalla Bakar Foundation.

 

 

 

 

 


Fonte: Laura Kurtzman in University of California, San Francisco  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Jennifer S. Yokoyama, Virginia E. Sturm, Luke W. Bonham, Eric Klein, Konstantinos Arfanakis, Lei Yu, Giovanni Coppola, Joel H. Kramer, David A. Bennett, Bruce L. Miller, Dena B. Dubal. Variation in longevity geneKLOTHOis associated with greater cortical volumes. Annals of Clinical and Translational Neurology, 2015; DOI: 10.1002/acn3.161

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.