Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Camminare in ospedale riduce il tempo di ospedalizzazione degli anziani

"Sarai di nuovo in piedi in pochissimo tempo" è una frase familiare a chiunque abbia dovuto trascorrere del tempo in un ospedale. Ora, un nuovo studio ha dimostrato che pazienti anziani ospedalizzati che letteralmente "si rimettono in piedi", facendo anche brevi passeggiate nell'unità ospedaliera, tendono a lasciare l'ospedale prima dei loro coetanei più sedentari.

Lo studio, condotto presso il Medical Branch dell'University of Texas a Galveston, descritto in un articolo che appare nel numero attuale di Archives of Internal Medicine, si basa su dati raccolti da 162 pazienti ospedalizzati di età superiore ai 65 anni. Ogni paziente è stato dotato di un "monitor di passi" delle dimensioni di un cercapersone, fissato alla caviglia o all'anca - un dispositivo elettronico in grado di contare ogni passo fatto dal paziente.

"Utilizzando questi monitor, siamo stati in grado di vedere la relazione tra quantità, anche relativamente piccole, di maggiore mobilità e tempi più brevi di permanenza in ospedale", ha dichiarato Steve Fisher, professore assistente sanitario alla UTMB, autore del documento. "L'effetto era visibile anche dopo aver usato un modello statistico per compensare il livello di gravità differenti delle malattie dei pazienti."

I clinici hanno da tempo riconosciuto l'importanza di far alzare e camminare i pazienti di ortopedia o neurologia il più presto possibile, ma questo "standard di cura" attualmente non esiste per gli anziani ricoverati per malattie acute mediche. Secondo gli autori dello studio, il loro lavoro potrebbe costituire un primo passo verso questo obiettivo - e può anche aprire la porta ad altri miglioramenti nell'assistenza ospedaliera degli anziani.

"La mobilità è una misura fondamentale per l'indipendenza e la qualità della vita degli anziani in generale, e questo studio suggerisce che è vero anche in ambito ospedaliero", ha detto Fisher. "Quando ricoveriamo anziani, abbiamo una situazione paradossale: si può avere un esito positivo del grave problema che li ha portati lì, ma avere ancora conseguenze negative a causa dell'immobilità. La mobilità in ospedale, misurata con un monitoraggio delle attività, potrebbe potenzialmente diventare una sorta di segno vitale per gli anziani, così come uno strumento per aiutare i ricercatori a trovare i livelli minimi di attività necessarie per proteggere i pazienti anziani dal declino funzionale di lungo termine.

"Questo è lavoro preliminare, ma è importante per un sacco di domande,che penso debbano essere risolte", ha detto il professore Glenn Ostir, un co-autore del documento e direttore di ricerca per la stessa università dell'unità di Acute Care per Anziani. "Sappiamo da altre ricerche che la mobilità è legata alla qualità della vita delle persone anziane, all'indipendenza, al mantenimento della massa muscolare sana, a tutte queste cose. E così abbiamo bisogno di guardare a questo problema e dire qual è l'impatto della mobilità in ospedale sulla salute generale della persona anziana dopo aver lasciato l'ospedale; reagiscono e migliorano, o invece finiscono in una spirale che porta ad un nuovo ricovero? Il monitor dei passi ci ha fornito la tecnologia per capirlo potenzialmente, e siamo entusiasti della possibilità di rispondere a queste domande e suggerire comportamenti diversi e positivi per la vita delle persone. "

Hanno sostenuto questa ricerca il National Institute on Aging, il National Center for Medical Rehabilitation Research e l'UTMB Health Claude D. Pepper Older Americans Independence Center.

Disclaimer: Questo articolo non è destinato a fornire consigli medici, diagnosi o terapia.

Fonte: Materiali forniti dalla University of Texas Medical Branch a Galveston, via EurekAlert!, un servizio di AAAS.

ScienceDaily, 12 dicembre 2010

Notizie da non perdere

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.