Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Bevande zuccherate associate a maggiore invecchiamento cellulare

Il consumo di soda dolcificata con zucchero potrebbe promuovere delle malattie, indipendentemente dal suo ruolo nell'obesità, secondo dei ricercatori della University of California di San Francisco che, in un nuovo studio, hanno scoperto che le bevande zuccherate sono associate ad un invecchiamento delle cellule.


Lo studio rivela che i telomeri (cappucci di protezione del DNA che ricoprono le estremità dei cromosomi nelle cellule) sono più brevi nei globuli bianchi dei partecipanti ad un sondaggio, che hanno riferito di bere più soda. I risultati sono pubblicati online da ieri 16 ottobre 2014 sull'American Journal of Public Health.


La lunghezza dei telomeri nelle cellule bianche del sangue - dove può essere misurato più facilmente - era stato in precedenza associato alla durata della vita umana. Telomeri brevi inoltre sono associati allo sviluppo di malattie croniche dell'invecchiamento, comprese le malattie cardiache, il diabete e alcuni tipi di cancro.


"Il consumo regolare di bibite zuccherate potrebbe influenzare lo sviluppo di malattie, non solo forzando il controllo metabolico degli zuccheri da parte del corpo, ma anche attraverso un invecchiamento cellulare accelerato dei tessuti", ha detto Elissa Epel, PhD, professore di psichiatria alla UCSF e autore senior dello studio. "Questa è la prima dimostrazione che la soda è associata alla brevità dei telomeri. La scoperta vale senza distinzione di età, razza, reddito e livello di istruzione. L'accorciamento dei telomeri inizia molto prima dell'insorgenza della malattia. Inoltre, anche se qui abbiamo studiato solo degli adulti, è possibile che il consumo di soda sia associato con l'accorciamento dei telomeri anche nei ragazzi".


Gli autori avvertono di avere confrontato solo la lunghezza dei telomeri e il consumo di soda dolcificata con zucchero per ogni partecipante, in un unico momento, e che l'associazione non dimostra il nesso di causalità. La Epel sta collaborando ad un nuovo studio in cui sarà tenuto conto del comportamento dei partecipanti per settimane, in tempo reale, per verificare gli effetti del consumo di soda dolcificata con zucchero su vari aspetti dell'invecchiamento cellulare. L'accorciamento dei telomeri è stato in precedenza associato al danno ossidativo ai tessuti, all'infiammazione e alla resistenza all'insulina.


In base al modo in cui mediamente si accorciano i telomeri con l'età cronologica, i ricercatori dell'UCSF hanno calcolato che il consumo giornaliero di 560g di soda è associato a 4,6 anni di ulteriore invecchiamento biologico. Questo effetto sulla lunghezza dei telomeri è paragonabile all'effetto del fumo, o all'effetto opposto di un regolare esercizio fisico, secondo la postdottorato Cindy Leung, ScD, del Center for Health and Community della UCSF, autrice principale dello studio appena pubblicato.


Il consumo medio di soda dolcificata con zucchero per tutti i partecipanti al sondaggio era di 340g. Circa il 21 per cento in questo campione rappresentativo a livello nazionale ha riferito di bere almeno 560g di soda dolcificata con zucchero al giorno. "E' fondamentale capire sia i fattori dietetici che possono accorciare i telomeri, che quelli che possono allungarli", ha detto la Leung. "Qui è emerso che il solo consumo di bevande con un'associazione negativa misurabile con la lunghezza dei telomeri è il consumo di soda zuccherata".


La scoperta aggiunge una nuova considerazione all'elenco dei legami che collegano le bevande zuccherate all'obesità, alla sindrome metabolica, al diabete di tipo 2 e alle malattie cardiovascolari, e che ha spinto i legislatori e gli attivisti in diverse giurisdizioni degli Stati Uniti a sostenere iniziative per tassare l'acquisto di bevande addolcite da zucchero con l'obiettivo di scoraggiare il consumo e migliorare la salute pubblica.


I ricercatori dell'UCSF hanno misurato i telomeri dopo aver ottenuto il DNA di 5.309 partecipanti, con età da 20 a 65 anni, senza storia di diabete o malattie cardiovascolari, che avevano partecipato al più grande sondaggio sanitario continuo della nazione, chiamato National Health and Nutrition Examination Survey, durato dal 1999 al 2002.


Essi hanno trovato che la quantità di soda dolcificata con zucchero consumata da una persona è associata con la lunghezza dei telomeri, misurati nel laboratorio di Elizabeth Blackburn, PhD, professore di biochimica alla UCSF e vincitore del premio Nobel 2009 per la Fisiologia o Medicina per le sue scoperte collegate ai telomeri.

 

****
Altri autori dello studio includono Nancy E. Adler, PhD, professore di psichiatria e direttore del Centro per la Salute e Comunità, e Jue Lin, PhD, ricercatrice associata del laboratorio di Blackburnd all'UCSF; Barbara A. Laraia, PhD, direttrice di nutrizione e salute pubblica alla UC Berkeley; Belinda Needham, PhD, assistente professore di epidemiologia all'Università del Michigan; e David H. Rehkopf, ScD, assistente professore di medicina alla Stanford University. Il finanziamento principale dello studio è stato fornito dal National Institutes of Health. La Lin è azionista di Telomeri Diagnostics, Inc.

 

 

 

 

 


Fonte: Jeffrey Norris in University of California, San Francisco  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Cindy W. Leung, Barbara A. Laraia, Belinda L. Needham, David H. Rehkopf, Nancy E. Adler, Jue Lin, Elizabeth H. Blackburn, Elissa S. Epel. Soda and Cell Aging: Associations Between Sugar-Sweetened Beverage Consumption and Leukocyte Telomere Length in Healthy Adults From the National Health and Nutrition Examination Surveys. American Journal of Public Health, 2014; e1 DOI: 10.2105/AJPH.2014.302151

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.