Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Camminata lenta e lagnanze per la memoria possono prevedere demenza

Uno studio che ha coinvolto circa 27.000 anziani sui cinque continenti, ha rilevato che quasi 1 di loro ogni 10 soddisfa i criteri per la pre-demenza sulla base di un semplice test che misura il loro ritmo di cammino e se hanno lamentele cognitive.


Le persone che sono risultate positive per la pre-demenza avevano una probabilità doppia rispetto agli altri di sviluppare la demenza entro 12 anni.


Lo studio, condotto da scienziati dell'Albert Einstein College of Medicine della Yeshiva University e del Montefiore Medical Center, è stato pubblicato online il 16 luglio 2014 in Neurology®, la rivista medica dell'American Academy of Neurology.


Il nuovo test diagnostica la «sindrome di rischio cognitivo motorio» (MCR) che viene testata misurando il ritmo dell'andatura (il nostro modo di camminare) e con alcune semplici domande sulle capacità cognitive del paziente, due cose che richiedono pochi secondi. Il test non fa affidamento sulle più recenti tecnologie mediche e può essere fatto in ambiente clinico, diagnosticando le persone nelle prime fasi del processo di demenza. La diagnosi precoce è fondamentale perché concede tempo per identificare ed eventualmente trattare le cause alla base della malattia, e ritardare o addirittura prevenire l'insorgenza della demenza in alcuni casi.


"In molti ambienti clinici e comunitari, le persone non hanno accesso ai sofisticati test (biomarcatori, test cognitivi o studi di neuroimaging) usati per diagnosticare le persone a rischio di demenza", ha detto Joe Verghese, MBBS, professore del Dipartimento «Saul R . Korey» di Neurologia e di medicina all'Einstein, capo della geriatria all'Einstein e al Montefiore, e autore senior del documento di Neurology. "Il nostro metodo di valutazione potrebbe permettere a molte più persone di conoscere il loro rischio di demenza, in quanto evita la necessità di test complessi e non richiede che il test sia somministrato da un neurologo. Il ritorno potenziale potrebbe essere enorme, non solo per gli individui e le loro famiglie, ma anche in termini di risparmio di spese sanitarie per la società. Tutto ciò che serve per valutare la MCR è un cronometro e un paio di domande, che i medici di assistenza primaria potrebbero facilmente integrare negli esami dei loro pazienti più anziani".


Gli «U.S. Centers for Disease Control and Prevention» stimano che fino a 5,3 milioni di americani (circa un over-65 ogni 9) abbiano l'Alzheimer, il tipo più comune di demenza. Tale numero è destinato più che a raddoppiare entro il 2050 a causa dell'invecchiamento della popolazione.


"Come giovane ricercatore, ho esaminato centinaia di pazienti e ho notato che se una persona anziana cammina lentamente, c'è una buona probabilità che anche i suoi test cognitivi siano anomali", ha detto il dottor Verghese, che è anche docente di Gerontologia all'Einstein. "Questo mi ha dato l'idea che forse potremmo usare questo semplice segno clinico (la velocità di cammino) per prevedere chi potrebbe sviluppare la demenza. In uno studio apparso sul New England Journal of Medicine nel 2002, abbiamo riferito che i modelli di andatura anomala prevedono con precisione se una persona svilupperà la demenza. La MCR migliora il concetto di andatura lenta, valutando non solo la velocità dell'andatura dei pazienti, ma anche se hanno lamentele cognitive".


Lo studio di Neurology riferisce sulla prevalenza di MCR tra 26.802 adulti over-60, senza demenza o disabilità, arruolati in 22 studi in 17 paesi. Un numero significativo di adulti (9,7 per cento) ha soddisfatto i criteri di MCR (cioè, andatura troppo lenta e reclami cognitivi). Mentre la sindrome era ugualmente comune tra uomini e donne, le persone molto istruite avevano meno probabilità di avere un test positivo della MCR rispetto agli individui meno istruiti. Un incedere lento, ha detto il dottor Verghese, è una velocità di cammino più lenta di circa un metro al secondo, cioè 3,6 km/ora. Meno di 0,6 metri al secondo (1 km/ora) è "chiaramente anormale".


Per verificare se la MCR predice la futura demenza, i ricercatori si sono concentrati su quattro dei 22 studi che hanno verificato un totale di 4.812 persone per la MCR e le hanno quindi valutate annualmente per un periodo medio di follow-up di 12 anni per vedere quali avessero sviluppato la demenza. Coloro che hanno soddisfatto i criteri della MCR avevano una probabilità quasi doppia di sviluppare la demenza nei successivi 12 anni rispetto alle persone che non li soddifacevano.


Il Dr. Verghese ha sottolineato che solo l'andatura lenta non è sufficiente per una diagnosi di MCR. "Camminare lentamente potrebbe essere dovuto a malattie come l'artrite o un problema interno dell'orecchio che colpisce l'equilibrio, ma non aumenta il rischio di demenza. Per soddisfare i criteri di MCR è necessario avere un incedere lento e problemi cognitivi. Un esempio potrebbe essere rispondere 'sì' alla domanda «Pensi di avere più problemi di memoria rispetto alle altre persone?»".


Per i pazienti che soddisfano i criteri MCR, ha detto il dottor Verghese, il passo successivo è cercare le cause del loro incedere lento e delle denunce cognitive. La ricerca può rivelare problemi sottostanti e controllabili. "L'evidenza suggerisce sempre che la salute del cervello è strettamente legata alla salute cardiovascolare, nel senso che le condizioni curabili come l'ipertensione, il fumo, il colesterolo alto, l'obesità e il diabete possono interferire con il flusso di sangue al cervello e quindi aumentare il rischio di una persona di sviluppare l'Alzheimer e le altre demenze", ha detto il Dott. Verghese.


Che dire delle persone che soddisfano i criteri MCR ma per le quali non si  trovano problemi trattabili di fondo? "Anche in assenza di una causa specifica, sappiamo che la maggior parte dei fattori per uno stile di vita sano, come l'esercizio e il mangiare sano, hanno dimostrato di ridurre il tasso di declino cognitivo", ha detto il dottor Verghese. "Inoltre, il nostro gruppo ha dimostrato che attività cognitivamente stimolanti come giochi da tavolo, carte, lettura, scrittura e anche ballo, possono ritardare l'insorgenza della demenza. Sapere di avere un rischio alto di demenza può anche aiutare le persone e le loro famiglie a organizzarsi per il futuro, che è un aspetto dei test della MCR che ho trovato molto importante nella mia pratica clinica".

 

*******
Altri autori dell'Einstein sono Emmeline Ayers, MPH, Nir Barzilai, MD, Roee Holtzer, PhD, e Cuiling Wang, PhD. L'elenco completo dei collaboratori è nella rivista. Nessun finanziamento è stato ricevuto per lo studio. Gli autori non riferiscono conflitti di interesse.

 

 

 

 

 


FonteAlbert Einstein College of Medicine of Yeshiva University  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  J. Verghese, C. Annweiler, E. Ayers, N. Barzilai, O. Beauchet, D. A. Bennett, S. A. Bridenbaugh, A. S. Buchman, M. L. Callisaya, R. Camicioli, B. Capistrant, S. Chatterji, A.-M. De Cock, L. Ferrucci, N. Giladi, J. M. Guralnik, J. M. Hausdorff, R. Holtzer, K. W. Kim, P. Kowal, R. W. Kressig, J.-Y. Lim, S. Lord, K. Meguro, M. Montero-Odasso, S. W. Muir-Hunter, M. L. Noone, L. Rochester, V. Srikanth, C. Wang. Motoric cognitive risk syndrome: Multicountry prevalence and dementia risk. Neurology, 2014; DOI: 10.1212/WNL.0000000000000717

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)