Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Relina: proteina che salva dai deficit cognitivi dell'Alzheimer [studio]

La Relina, una proteina fondamentale per la plasticità del cervello adulto, recupera le funzioni cognitive nei topi con Alzheimer.


Questo è uno dei principali risultati di uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications, condiretto da Eduardo Soriano, professore del Dipartimento di Biologia Cellulare dell'Università di Barcellona (UB) e membro del Centre for Networked Biomedical Research on Neurodegenerative Diseases (CIBERNED), e dal ricercatore Lluís Pujadas (UB e CIBERNED).


Lo studio fa parte della tesi di dottorato di Daniela Rossi, co-autrice di questo articolo con Lluís Pujadas, al quale ha collaborato attivamente anche Natàlia Carulla, dell'Istituto di Ricerca in Biomedicina (IRB). Altri partecipanti sono M. Rosa Andrés, Cátia M. Teixeira, Antoni Parcerisas, Ernest Giralt, Bernat Serra e Rafael Maldonado, e le istituzioni Research Center for Neurological Diseases Foundation (CIEN Foundation), Vall d'Hebron Research Institute (VHIR) e Università Pompeu Fabra (UPF).

 

Recuperare le funzioni cognitive in modelli di Alzheimer

L'Alzheimer è una malattia neurodegenerativa caratterizzata da deficit cognitivi progressivi, perdita sinaptica e morte neuronale. Esso è associato in via principale alla formazione di placche senili (depositi extracellulari di amiloide-β o Aβ) e con la presenza di grovigli neurofibrillari intracellulari (fasci di proteina tau). La malattia, che è la forma più comune di demenza negli anziani, colpisce più di 100.000 persone in Catalogna e 500.000 in Spagna, e provoca la degenerazione progressiva delle funzioni intellettive e cognitive dei pazienti.


Questo nuovo studio preclinico dimostra che un aumento dei livelli cerebrali di relina evita il deterioramento cognitivo in modelli di topo di Alzheimer. Inoltre la Relina [Reelin in inglese] ritarda la formazione di fibrille di amiloide-beta in vitro e riduce i depositi di amiloide nei topi con Alzheimer.

 

Il doppio percorso del peptide Aβ e delle proteine tau

Il professor Eduardo Soriano, capo del «Research Group Developmental Neurobiology and Neuroregeneration» della UB, spiega che "la maggior parte degli studi che cercavano obiettivi terapeutici dell'Alzheimer si è rivolta ad un certo processo coinvolto nella malattia". Al contrario, "il nostro studio analizza la via di segnalazione della Relina (un potenziatore sinaptico e cognitivo) che regola la proteina precursore dell'amiloide (APP) e la proteina tau, entrambe coinvolte nel processo di base dell'Alzheimer".


Lluís Pujadas, primo autore di questo articolo insieme a Daniela Rossi, sottolinea: "Sapevamo che la Relina è coinvolta nella doppia regolazione del percorso dei peptidi Aβ e delle proteine tau, ma era difficile capire la loro interazione. Lo studio mostra un nuovo meccanismo che permette di comprendere meglio il legame tra i due aspetti della malattia". L'indagine descrive come la Relina, intrappolata nelle fibrille amiloidi, perde la sua capacità di promuovere la plasticità; quindi la sovraespressione della Relina può essere utile.

 

I peptidi più tossici nell'Alzheimer

Gli esperti descrivono anche come la Relina interagisca in vitro e riduca la tossicità del peptide Aβ42, responsabile della formazione di fibrille e dell'aggregazione in placche senili. "Finora non era stata descritta l'interazione della Relina con i peptidi Aβ42, considerati oggi i più tossici. E' la prima volta che uno studio dimostra che la presenza della Relina riduce la tossicità dei peptidi Aβ42", afferma Daniela Rossi, del Dipartimento di Biologia Cellulare della UB.


I risultati ottenuti in vitro dimostrano che la Relina interagisce con il peptide Aβ42 e ritarda la formazione di fibrille. I risultati sono stati riprodotti in un modello di topo di Alzheimer e si è osservato che la Relina riduce anche la formazione di placche amiloidi. Lo studio dimostra per la prima volta che la Relina ha un effetto neuroprotettivo nelle malattie neurodegenerative, provato in vivo in modelli animali, e fornisce una ipotesi per spiegare il suo potenziale neuroprotettivo.

 

Relina: strumento neuroprotettivo e potenziatore cognitivo

"Il risultato più sorprendente", evidenzia Eduardo Soriano, "è che un promotore della plasticità del cervello può recuperare un fenotipo clinico di Alzheimer in un modello animale". Il recupero dei deficit cognitivi avviene dopo l'attivazione di una via di segnalazione -segnalazione della Relina- che regola omeostaticamente la funzione neuronale globale: la cognizione, la plasticità neuronale, la formazione di amiloide, ecc.


Soriano sottolinea che, in termini di ricerca, "questo approccio metodologico sulle vie di segnalazione che controllano diverse funzioni relative alla plasticità cerebrale e all'Alzheimer è più efficace".


Le cause dell'Alzheimer rimangono sconosciute, solo l'1,5% dei casi è congenito. In studi precedenti, il gruppo di ricerca guidato dal dottor Eduardo Soriano aveva osservato che la Relina è alterata nell'Alzheimer e che il suo ruolo nelle vie di segnalazione intracellulare è associato alla sopravvivenza neuronale.


Era anche stato studiato il ruolo della Relina in diversi aspetti legati al comportamento fisiologico del cervello adulto e al potenziale omeostatico della proteina. L'articolo pubblicato in Nature Communications estende la ricerca di obiettivi terapeutici contro l'Alzheimer, e il percorso della Relina merita considerazione come obiettivo terapeutico per il trattamento della patogenesi di Alzheimer. Infatti, i ricercatori hanno previsto di dotarsi entro alcuni mesi di un sistema per identificare i composti chimici che promuovono la segnalazione della Relina.

 

 

 

 

 


FonteUniversidad de Barcelona  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Lluís Pujadas, Daniela Rossi, Rosa Andrés, Cátia M. Teixeira, Bernat Serra-Vidal, Antoni Parcerisas, Rafael Maldonado, Ernest Giralt, Natàlia Carulla, Eduardo Soriano. Reelin delays amyloid-beta fibril formation and rescues cognitive deficits in a model of Alzheimer’s disease. Nature Communications, 2014; 5 DOI: 10.1038/ncomms4443

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.